Ma cosa proverebbe? Che Federer è superiore di più a Nadal con la racchetta di legno che con quella in grafite o liquidmetal o microgel? Cosa c’entra Borg? Borg ha dominato la sua epoca perchè fisicamente era una spanna sopra a tutti: FISICAMENTE, non tecnicamente credo… Ora fisicamente sono tutti molto più preparati: credo farebbe più fatica Borg nato in quest’epoca che Roger nato in quella precedente… Non credo che Borg si divertirebbe troppo con Nadal sul rosso…
]]>nel suo giudice, de andrè chiarisce con sua metafora le potenziali facoltà dei nani, che per nulla si distinguono dalle potenziali facoltà dell’uomo, alto quanto vuole, ma così piccolo se misurato da solo sullo sfondo del tempo.
come l’uomo, per crescere, anche il tennis s’affida all’evoluzione: siano passi da nani o passi da giganti, noi proviamo a misurarli, per anticiparne il traguardo. ora, e ne convengo, commentucci immagina che il traguardo sia costituito dalle variazioni durante il gioco. i migliori maestri proveranno ad insegnarle ai migliori allievi.
anche il tennis, però, è soggetto a variabili incontrollabili…e meno male: quel rovescio lì, a gasquet, non l’ha insegnato nessuno!
pur non essendo una vecchia gloria, sono passato dal legno e, dopo una lunga evoluzione, son finito con una babolat giallo e nera: ammetto, confrontandomi a nadal, di non riuscire a massimizzare il rendimento del nuovo attrezzo, ma, col legno, ancora me la cavicchio.
hai voglia a cambiar l’impugnatura…continental si nasce e si rimane!
]]>Rispondo anche a flexible, che invece si poneva il problema opposto: come si trovano i vecchi campioni, abituati al legno, con le nuove racchette? Ho visto alcune partite del Tour of Champions al Foro e devo dire che non se la cavano affatto male. Tuttavia il punto è un’altro. La tecnica che usano le vecchie glorie, i giocatori degli anni ‘70, non consente loro di massimizzare il rendimento dei nuovi attrezzi, a differenza di quello che fanno i giocatori delle epoche successive.
]]>Mi viene in mente un dialogo de “Il nome della rosa” di Umberto Eco, un libro che mi ha dato molto:
L’allievo, Adso, novizio benedettino, fa notare a Guglielmo, in un momento di sconforto, che i loro sforzi investigativi sono vani, senza speranza, e che in fondo è naturale che sia così, perché l’umanità è in bassi tempi, ed essi, uomini del loro tempo, non sono altro che dei nani.
Al che Guglielmo risponde:
“Si Adso, siamo dei nani, ma abbiamo dalla nostra, attraverso lo studio e i libri, la sapienza e l’esperienza dei nostri antenati. Siamo nani, ma camminiamo sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto”…
Credo che si presti molto bene al concetto che voleva esprimere thomas, e che condivido totalmente.
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