E’ arrivata la moviola del tennis.

di Ubaldo Scanagatta
6 marzo 2006
Nel calcio tante chiacchiere, nel tennis i fatti: arriva la moviola, l’Occhio di Falco (Hawk-Eye) in diretta. Una svolta epocale nel tennis. La più clamorosa dalla sua nascita, perfino più del tiebreak introdotto 35 anni fa. Una moviola su… richiesta.
E limitata. Il tennista che si senta danneggiato da una chiamata potrà invocare il replay televisivo non più di due volte per set (tre nel caso si approdi al tiebreak).
In cinque secondi l’arbitro avrà la risposta da una mini-tv sistemata sul seggio arbitrale e sarà il sistema elettronico a dire se l’ultimo colpo giocato (e solo quello) era buono o meno.
Chi reclama non potrà chiedere il replay per l’ottavo colpo di uno scambio di dodici palleggi. Se l’appello si sarà dimostrato fondato il suo bonus di richieste non verrà intaccato. Altrimenti perderà una possibilità di appello. Gli “appelli” non esercitati non potranno essere accumulati da un set all’altro.
Sarà in funzione dal 22 marzo, dal torneo di Miami.
E di nuovo all’US open (sui due campi principali), al Masters Atp di Shanghai e al Masters Wta di Madrid. Non molti altri tornei potranno permettersi la dispendiosa moviola.
Costerà 150.000 dollari monitorare elettronicamente tutte le righe d’un campo per due settimane e dotare l’arbitro del suo minischermo, più altri 100.000 dollari per il video gigante sul “centrale” di modo che tanto il giocatore che chiede il replay tanto gli spettatori (anche quelli a casa davanti la tv) possano seguire l’esito del suo appello.
In quei cinque secondi, tutti col naso all’insù, si vedrà dov’è caduta la palla e si attribuirà il punto.
“Il vantaggio rispetto alla moviola del football americano _ ha spiegato Larry Scott, chairman Wta, favorevole inizialmente a una moviola illimitata _ è che nel tennis non ci sarà spazio per la soggettiva interpretazione dell’arbitro. La decisione verrà presa in 5 secondi da un sistema elettronico anziché in 2 minuti”.
“Sarà più divertente per gli spettatori e più equo per i giocatori che fino a oggi hanno subito spesso clamorose ingiustizie senza possibilità di rimediarvi.
Si scusarono tutti con Serena Williams per i clamorosi errori che la danneggiarono nel suo match con Jennifer Capriati nei quarti due anni fa all’US Open, ma quelle scuse non fecero che accrescere il suo malumore” ha ricordato l’ex tennista Butch Buchholz.
E’ stata la maggioranza dei giocatori a imporre un uso limitato della “moviola” nel timore che quelli meno dotati di fair-play esagerassero nel frapporre appelli allo scopo di spezzare il ritmo all’avversario.
Si temeva anche, oltre all’eccessivo spezzettamento d’un match (e l’allungamento), anche un’esagerata robotizzazione del gioco. Il giocatore giocherà le sue carte d’appello solo quando è proprio sicuro di aver subito un torto, badando a non sprecarle.
E, chissà, magari l’audience televisiva in quei frangenti salirà.