Seppi visto da due diverse “lenti”.
Storia, vizi e virtù d’un timido.
E se Andreas fosse un ossimoro?

 
7 Gennaio 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Il primo articolo è di Roberto Commentucci, il “controcanto” è di Andrea Scanzi, giornalista “pungente” de La Stampa che giudicandolo severamente un… “regolarista falloso e un incontrista poco lucido” (anche se proprio oggi, n.47 del mondo, raggiunge la sua miglior classifica di sempre) susciterà sicuramente qualche reazione.
(questo blog non consente di mettere due firme in alto…)

Nell’ International Press Clipps le prime dichiarazioni di Federer dopo il rititro di Kooyong, quelle di Nadal dopo la batosta di Chennai, M. Mc Donald (The Australian) sul talento australiano Tomic e altro ancora…Aggiornata anche la rubrica “Accadrà” di Remo Borgatti, davvero un lavoro statistico senza eguali. C’è davvero tutto sui tornei della settimana. Lo trovate QUI
Andreas Seppi -@Gianni Ciaccia Andreas Seppi -@Gianni Ciaccia
Andreas Seppi e i diversi stati d’animo - Foto Gianni Ciaccia

Roberto Commentucci
“Think global, act local”. Ovvero, pensa in modo globale, ma adattati alle condizioni locali. Questo detto riassume con grande efficacia la filosofia del “progetto Seppi”, il percorso di carriera del 23enne giocatore altoatesino, da quest’anno nei primi 50 del mondo, ed il suo consolidato rapporto con il coach Massimo Sartori (nonché con la moglie Lisa, preparatrice atletica). La costruzione di Andreas, infatti, si è basata su un felice incontro fra metodologie di allenamento all’avanguardia (condensate nel recente libro di Sartori, “Ripartiamo dalla tecnica”) e una situazione ambientale (Caldaro, uno sperduto paese del Sud Tirolo) apparentemente inusuale per lo sviluppo di un tennista, ma che si è rivelata una sistemazione eccellente per portare avanti un lavoro duro, continuo, attento, scrupoloso, in condizioni di grande serenità e senza pressioni esterne. E il modello si sta replicando. Non pago, infatti, di quanto sta facendo con Seppi, Sartori sta diffondendo know-how tennistico, e sta creando un vero e proprio team di tecnici di livello, fra cui spicca Marco Boesso, attuale coach di Karin Knapp, la nostra giovane più promettente.

Da questa premessa emerge subito la principale caratteristica di Seppi, attualmente numero 3 d’Italia: un giocatore che, fin dalle sue prime apparizioni sul circuito, ha dimostrato una costante capacità di lavorare su se stesso e sul suo gioco.

Qualche anno fa, mentre il tennis italiano attraversava uno dei momenti più bui della sua storia, si venne a sapere che la nostra Federazione “puntava su Seppi”. I più storsero la bocca. Seppi chi? Ah si, quel ragazzino mezzo tedesco, dall’aria impacciata, che non apre mai bocca… Ma se è secco come un chiodo, tira piano… E poi gioca sempre uguale, non ha un colpo vincente, ha la mano quadrata… Insomma, se ne sentirono di tutti i colori.

Da allora l’altoatesino, nella tranquilla operosità del suo rifugio alpestre, ben coadiuvato dal suo allenatore, ha iniziato una sua personale battaglia contro lo scetticismo di molti. E sta gradualmente smentendo tutti.

Seppi comincia a far parlare di se nel settembre del 2004, all’Open degli Stati Uniti. Ci arriva da n. 170 Atp. Supera le qualificazioni, e al primo turno del tabellone principale elimina il n. 12 del mondo Rainer Schuettler, dopo cinque set e oltre 4 ore di battaglia. L’ingresso nel circuito dalla porta principale arriva pochi mesi dopo, nella primavera del 2005, sulla terra di Amburgo, dove (dopo essersi qualificato), si ferma solo nei quarti di finale, superando per strada gente come Jiri Novak e Guillermo Canas. E’ l’entrata nei primi 100, a poco più di 21 anni, con un anno di anticipo su Volandri e due su Starace. Andy finisce bene la stagione, con buone prestazioni sulla terra in altura, ma parte ancora meglio in quella successiva: fra Adelaide, Sidney e Zagabria colleziona due quarti e una semifinale, risultati impreziositi da scalpi eccellenti come James Blake e Lleyton Hewitt, battuto davanti ai suoi tifosi. Nel febbraio 2006 l’altoatesino sfiora la 50° posizione e la stampa internazionale lo include fra gli “yong guns”, i giovani emergenti del circuito.

Ma dietro l’angolo c’è la crisi, una inaspettata crisi di crescita. Andreas ha colto questi primi risultati soprattutto grazie alle sue qualità “naturali”: un’ottima rapidità di piedi nonostante l’alta statura, una buona reattività in risposta, discrete doti di anticipo, un impeccabile senso geometrico e una notevole capacità di tenuta nello scambio prolungato, grazie a due fondamentali molto equilibrati. Ma il suo team è anche consapevole dei limiti. Una costituzione fisica molto asciutta, che lo limita gravemente nella potenza, e soprattutto un gioco troppo monocorde, fatto di colpi piatti e tesi, belli da vedere, ma rischiosi e (mancando di potenza) poco redditizi, con il diritto che va spesso in crisi contro le palle basse e senza peso. E infine un servizio nel quale a una prima palla discreta (ma non eccezionale per un atleta di 1,90) fa da contraltare una seconda molto tenera. Occorre rimboccarsi le maniche. Inizia così, in quella primavera del 2006, un ambizioso programma di sviluppo, sia sulla parte fisica (con un lungo, faticoso lavoro di potenziamento muscolare), sia dal lato tecnico: Andy cerca di imparare a variare di più il gioco, inizia a provare qualche palla corta, a seguire le accelerazioni a rete (dove spesso si fa trovare fuori posizione), a staccare la mano dal rovescio bimane. I risultati, lì per lì, sono negativi. Andreas alterna buoni risultati a prestazioni sconcertanti, smette di progredire in classifica e anzi, per un lunghissimo periodo, quasi un anno e mezzo, perde progressivamente posizioni, fino ad uscire, a metà 2007, dai primi 100 del mondo. Gli scettici, sempre numerosi, riprendono fiato. Cosa sta succedendo?

Il potenziamento muscolare stava creando ad Andy problemi nell’esecuzione del diritto, con il quale aveva perso sicurezza, mentre l’assimilazione delle varianti tattiche aveva generato, inevitabilmente, una gran confusione in un giocatore di puro ritmo. Per un po’, Andreas fa quasi sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato, accelera quando deve rallentare, gioca la palla corta quando deve picchiare, resta dietro quando dovrebbe scendere a rete e le partite non si vincono. Il morale, la fiducia e la convinzione nei propri mezzi rischiano di finire sotto le scarpe. Ma Andy non molla, crede in ciò che sta facendo, e piano piano i diversi pezzi del suo gioco, quelli vecchi e quelli nuovi, si vanno finalmente ricomponendo. La svolta, quella vera, arriva nel luglio dello scorso anno. Tra Gstaad e Kitzbuehel, Andy conferma il suo feeling con i tornei di lingua tedesca, centrando una finale (la sua prima a livello Atp) e un quarto di finale, perso dopo un combattutissimo derby con Potito Starace. Rinfrancato, Andy gioca benissimo anche nei tornei indoor di fine stagione, raggiungendo tra l’altro la semifinale a Vienna, dove impegna severamente Djokovic. Complessivamente, fra luglio e ottobre, Andreas ha messo insieme la bellezza di 375 punti Atp, passando dal n. 111 al n. 50, grazie a vittorie su giocatori come Andreev, Ferrero, Feliciano Lopez, Melzer (sconfitti sulla terra) nonché Ljubicic, Querrey e Baghdatis (superati sul sintetico indoor).

E proprio la versatilità è forse la migliore qualità di Seppi. Andreas è, fra tutti i nostri giocatori di vertice, quello che finora si è dimostrato meglio in grado di adattarsi ai vari terreni: non a caso, ha raggiunto almeno la semifinale, a livello Atp, su tutte e quattro le superfici. Ci si chiede ora a che punto sia, e dove possa arrivare, l’altoatesino.

Nella seconda parte della scorsa stagione questo “nuovo” Seppi ha mostrato punte di rendimento davvero molto alte. Nei tornei indoor, anche nei due match persi a Vienna da Djokovic e a Parigi Bercy contro Canas, è stato molto vicino ai suoi avversari, facendo match pari nelle accelerazioni con il talento serbo e costringendo costantemente sulla difensiva il mastino argentino. Grazie all’incremento di massa muscolare, Andy dispone ora di due fondamentali molto pesanti. Può tirare molto forte di diritto, specie contro la palla alta, ma può piazzare accelerazioni vincenti anche con il rovescio bimane, il suo colpo più naturale, con il quale trova buonissimi angoli. Inoltre, è migliorato nella gestione delle palle senza peso e si è costruito una discreta smorzata con entrambi i fondamentali. Sta faticosamente prendendo fiducia nel seguire a rete le accelerazioni, sebbene tenda ancora a rimanere un po’ troppo indietro. La voleè, pur migliorata, resta un po’ scolastica, tuttavia nel gioco al volo Seppi è più dotato di tanti regolaristi, e i suoi residui problemi sono soprattutto dovuti a un insufficiente piazzamento e a poca abitudine. Consistenti progressi si sono ottenuti anche nella seconda di servizio, sebbene con la battuta Andy debba mirare ad ottenere molti più punti. Il suo movimento, infatti, è a volte poco fluido, specie nei momenti di maggior tensione, e risente di un polso un po’ rigido. Questo limita ancora, in parte, l’efficacia del suo servizio.

Tuttavia, i maggiori margini di miglioramento, più che a livello tecnico o fisico, Seppi li ha a livello mentale. Il ragazzo paga una certa mancanza di lucidità nei momenti importanti dei match, dovuta forse ad una insufficiente fiducia nei propri mezzi. Spesso sui punti decisivi, o quando è in procinto di raggiungere un risultato importante, sente troppo la tensione, si contrae, si irrigidisce, non lascia andare il braccio e sbaglia colpi non impossibili. E’ un problema senza dubbio caratteriale, che spiega piuttosto bene anche il rendimento del ragazzo, da sempre molto altalenante anche all’interno della stessa partita. Forse non è un caso che fino a questo momento il tennista di Caldaro nella sua carriera, pur avendo ottenuto molti piazzamenti di ottimo livello, abbia vinto un solo torneo professionistico, un modesto future a Monaco di Baviera nel 2003.

Emblematica, sotto questo profilo, è la vicenda della finale di Gstaad contro Mathieu, quando dopo una durissima battaglia è andato a servire per il match sul 5 a 3 in suo favore nel terzo set, con l’avversario che sembrava ormai rassegnato, e ha perso il servizio a 0, finendo poi per cedere 75; o ancora, più di recente, la partita persa a Doha contro l’inossidabile Fabrice Santoro, qualche giorno fa. Andy, dopo una brutta partenza, era riuscito a rientrare nel match, aveva dominato il secondo set, aveva preso le misure all’avversario e lo stava costringendo a rincorse disperate con i suoi colpi pesanti, fino a costruirsi, sul 2 pari del terzo, due importantissime palle break consecutive: ebbene, a quel punto, l’altoatesino ha mancato due facili accelerazioni di dritto, che sarebbero risultate definitive. Il francese, rincuorato, ha prima piazzato un servizio vincente, e poi si è aggiudicato il game con una fantastica palla corta “boomerang” che è tornata sul suo stesso campo dopo essere rimbalzata su quello di Andy, fra l’incredulità del pubblico. La vicenda ha letteralmente “ucciso” psicologicamente il povero Seppi, che ha ceduto di schianto il set e il match.

Tuttavia, la serietà e la grande dedizione del ragazzo inducono all’ottimismo. Come insegnano precedenti illustri, non ultimo quello di un certo Ivan Lendl, la fiducia nei propri mezzi può venire anche dal lavoro duro, e dalla consapevolezza che ci si è preparati al meglio. Una vittoria in un torneo Atp, impresa tecnicamente alla sua portata già in questa stagione, potrebbe “sbloccare” definitivamente il timido altoatesino, consegnandoci un giocatore di ottimo livello, finalmente consapevole del suo valore.

Alla prossima, per parlare di Simone Bolelli.
Roberto Commentucci

Andreas Seppi è un ossimoro, un regolarista falloso, un incontrista poco lucido
di Andrea Scanzi

Andreas Seppi è un ossimoro. Un regolarista falloso. Un incontrista poco lucido. In estrema sintesi: un tennista inspiegabile.
Gli altoatesini, per stereotipo, te li immagini silenziosi, grandi lavoratori, con la testa sulle spalle, senza mai cedimenti. Seppi risponde pienamente a tutti questi requisiti (lavoratore, serio, educato, bravo ragazzo, silenzioso) tranne uno: la tenuta mentale. Se fuori dal campo denota una serenità quasi atarassica, in campo ha la volubilità estrema dei Canè. E’ un tennista con la ripetitività letargica di un Gilles Simon e l’instabilità di un Safin. Gioca con la testa (quasi) di un McEnroe depotenziato, solo che non ha (minimamente) genio e follia di McEnroe. Prima di lui esistevano i tennisti genio e sregolatezza. Lui ha varato un inedito morfing proletario: normalità e sregolatezza.
Seppi non ha nulla del personaggio. Timido, umile, lineamenti da chierichetto, per nulla carismatico (anche se nell’ultimo numero di Tennis Italiano ha rivelato che i suoi amici altoatesini, per conquistare le ragazze, si vantano di essere “amici di Seppi”). Un anno fa, sempre sul mensile diretto da Enzo Anderloni, comparve una sua foto nella quale, a mo’ di Rocky Balboa, affrontava eroicamente un ardito jogging tra i boschi innevati: a suo modo uno scatto indimenticabile. Sul forum di MyMag c’è un suo “fan club” che spopola, dove si è letto di tutto, persino che “Andreas vale i top ten” o che il suo tennis-metronomo “ricorda quello di Mecir”. Il titolo del thread è “Andreas Seppi è il futuro?”. Qualcuno ha ironicamente fatto notare che, a giudicare dal cognome, Andreas è casomai passato remoto, non futuro. E’ un fan club che anche il sottoscritto si diverte a frequentare, con il ruolo di appuntito (ma affettuoso) dissacratore.
In una ipotetica “classifica estetica” dei tennisti in attività, Seppi non battaglierebbe certo con Gasquet o Youzhny. Ha casomai un che di “soporifero” (non ce ne voglia) alla Rainer Schuettler, per certi versi il padre edipico di Andreas (e, per via del suo exploit nei 10, la “prova” – secondo i suoi tifosi - che “anche Seppi può essere top ten”). Spesso la sua qualità migliore è indurre gli avversari a giocare male. Si sa, non tutti possono nascere artisti: c’è chi è Leconte e chi Berasategui.
Paradossalmente, proprio questa sua netta sperequazione tra “immagine da bravo ragazzo” e “rendimento emotivo da peggior Malisse” lo ha reso (suo malgrado) “personaggio”. Ogni suo incontro, nonostante lo scarso appeal e la tediosa ripetitività delle trame di gioco, diventa un giro sulle montagne russe. Una sciarada emotiva. Meglio: una seduta di psicanalisi. Solo Seppi poteva perdere, in quel modo e sprecando di tutto, con Peya, Starace, Ulihrach, Munoz de la Nava. Solo Seppi poteva essere asfaltato da Hugo Armando. Solo Seppi poteva rendere omerica una vittoria con Bobby Reynolds. Solo Seppi poteva racimolare un game con Bjorkman. Solo Seppi poteva trasformare Mathieu da choker a (provvisorio) vincente. Solo Seppi poteva fare quell’indimenticabile harakiri “stile Maceiò” con Dudi Sela in Davis. E solo Seppi può perdere testa e match dopo una palla corta del “Mago” Santoro, come ha ricordato Commentucci nel suo ottimistico e pertinente ritratto.
Il ragazzo, sia chiaro, ha (molte) doti, non ultima quella di essere uno dei pochi tennisti italiani a uscire illibato dall’affaraccio scommesse. E’ diventato top 50 sbagliando tre quarti di stagione, dato che da solo basta (e avanza) per far capire quanto l’assegnazione dei punti Atp sia fallace e quanto, nonostante i limiti arcinoti – gioco di volo incerto, servizio migliorabile, tenuta mentale da edificare – un’escursione nei 30 sia possibile.
Dalla sua Seppi ha serietà, abnegazione, educazione, buoni fondamentali da fondo campo, discreto timing e un’indubbia versatilità all surface che è manna dal cielo per il rossocentrico tennis italiano. Allo stato attuale, però, la sua “dote” principale è proprio questa inspiegabile forbice divaricata tra yin e yang, bene e male, quiete e tempesta, tutto e niente. Imprese in stile Hewitt/Murray/Baghdatis e capitomboli fantozziani con doppi falli a iosa (la stagione 2008 l’ha voluta varare così), drop shot abortiti, partenze a handicap (suole entrare in partita solo dopo aver regalato i primi 4 games) e smash qua e là spaziali (nel senso che finiscono su Giove).
Il “medianissimo” Seppi, all’apparenza classico normotipo del tennista-impiegatizio tutto lavoro e sudore, ha in realtà un’insopprimibile e freudiana vocazione al suicidio agonistico. Questo lo rende, a suo modo, un simpatico unicum. Il giorno che “guarirà”, e glielo auguriamo, vivrà appieno la sua onesta carriera di dignitoso e meritevole gregario della racchetta. Gli eterni ottimisti dell’Italtennis si prenderanno le loro trentennali rivincite sui disfattisti “tommasiani” (nel senso di concordi con Rino Tommasi). Ma, forse, una volta completata la sua metamorfosi da crisalide emotiva a farfalla poco variopinta, Seppi non sarà altro che uno Schuettler altoatesino in diminutio, con best ranking meno blasonato. E, paradossalmente, perderà parte del suo “fascino suo malgrado”.

Andrea Scanzi

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37 Commenti a “Seppi visto da due diverse “lenti”.
Storia, vizi e virtù d’un timido.
E se Andreas fosse un ossimoro?”

  1. vincenzo torzillo scrive:

    Sono d’accordo con Scanzi!

  2. stefan scrive:

    l’avete fatta lunga …in due parole è solo discreto giocatore ma persona seria che arriverà al massimo livello che gli è deputato,al contrario di altri tipo bracciali con + talento ma testa ….

  3. Paolo scrive:

    Al di là di tutto Seppi è l’esempio di come si possa costruire un buon tennista partendo da una base di talento non certo straordinaria, lavorando bene sui vari aspetti che determinano il valore complessivo di un tennista. Preferisco il modo con cui si cerca di completare questo ragazzo tecnicamente e fisicamente ad un Volandri che, pur avendo certamente più talento e colpi più naturali, da anni ha sempre gli stessi difetti e non becca una palla appena mette piede fuori dalla terra.

  4. fulvio scrive:

    non sono daccordo con quello che scrive Andrea.conoscendo molto bene Seppi posso assicurarvi che la sua qualità migliore è proprio la testa,che poi sia un giocatore che non da assolutamente forti emozioni e che non abbia il colpo killer,va bene,ma penso che la prerogativa migliore di Andreas sia proprio l’aspetto mentale. per no parlare poi su quello che sarà un giorno il suo best ranking,li ci arebbe da scrivere per mesi interi,chi può dire che non arriverà mai a top 10?
    chi avrebbe immaginato 4 anni fa che gente come Robredo-Liubicic-Ferrer-Davidenko ,tanto per fare dei nomi potessero arrivare col loro tennis a essere top5? nel tennis paga il lavoro e la serietà per riuscire a raggiungere un obbiettivo insperato e queste cose di cui sto parlando di certo non mancano a Seppi,anche se di lavoro ce nè ancora tanto da fare,ma io sono dell’avvio di non sentenziare mai,i miracoli a volte avvengono!

  5. anto scrive:

    E’ un giocatore che non mi ha mai ispirato entusiasmo. L’ho sempre considerato un personaggio triste, poca personalità, ma una grande dedizione al lavoro. Top 50 è il max a cui può ambire, non lo vedo nei top 30, anche se nel tennis tutto è possibile. Vedasi ad es uno come Max Dall’Acqua posizionato al n° 650 atp con un potenziale da top 100, e non dico una sciocchezza, chi conosce questo giocatore sà delle sue enormi potenzialità!

  6. Marco scrive:

    Quello di Scanzi per me è un ottimo esempio di come un articolo non dovrebbe essere, infarcito di onanismo e in cui spicca una evidente antipatia personale per il tennista in esame, un giornalista dovrebbe sforzarsi di parlare con pertinenza ed equidistanza, non metterci a parte delle sue elucubrazioni mentali, non solo almeno, e non in maniera preponderante. Altrimenti si fa la fine del giornalista di Libero che dava addosso a Federer perchè vinceva troppo, auspicandone l’oblio.

  7. andrew scrive:

    ottimo Commentucci come al solito…

    Scanzi scanzonato e spesso a ragione….ma eccessivamente provocatorio (mi piace)…Tuttavia, dipinge più un giocatore di 2 categoria e Seppi non lo è

    Andreas diventerà forte

  8. chloe de lissier scrive:

    gli esseri umani sono agglomerati di campi d’energia, singolarmente connessi a una massa energetica di proporzioni inimmaginabili presente nell’universo. nel punto d’unione il flusso dell’energia viene trasformato in dati sensoriali e quei dati vengono interpretati come il mondo che ci circonda. l’energia di roberto commentucci è diretta alla consapevolezza. quella di andrea scanzi alla seduzione. la prima costruisce, la seconda deforma e distrugge.

  9. marcos scrive:

    entrambi i pezzi scritti molto bene: sarà divertente rileggere il pezzo di andrea tra un paio d’anni…ancor più divertente sarà commentarlo!

    a quella data, mi aspetterò un ulteriore approfondimento di roberto: sempre grandi contenuti.

  10. federico scrive:

    Giocatore con non eccelse doti tecniche ma grande spirito di applicazione. Questo è vero. Ma non è che un Davydenko abbia un talento molto maggiore. Però è numero 4. Quindi sperare in progressi non costa nulla.
    Forza Andreas.

  11. Francesco da Lugano scrive:

    Totalmente d’accordo con chloe. Interssante sapere che il gigantesco campo magnetico che è la terra ad alcuni esseri umani illumini (il caso di Commentucci), mentre ad altri faccia prendere colossali abbagli/insolazioni (inutile girarci attorno, Scanzi ha preso un granchio colossale. Una cosa è scrivere per la Stampa, un’altra se quello articolo lo faceva per il defunto “Cuore” di Michele Serra…).

    Attenzione Ubaldo, con la tua giovane e brillante redazione rischi di mettere in crisi i cosidetti esperti di tennis dei vari quotidiani…

    Io aggiungo, meno male :)

  12. Elisabetta scrive:

    Io sono d’accordo con Roberto , Andreas è una persona seria, migliorerà , ne sono sicura.
    mi piacciono di più Seppi , Bolelli , Fognini di quanto mi siano mai piaciuti Volandri e Starace : mi sembra abbiano progetti e ambizioni più seri..più a 360 gradi ..meno provinciali ecco.
    saluti a tutti

  13. Carretero scrive:

    Andreas è di gran lunga il tennista italiano a cui sono più affezionato, forse perchè è anche il più bistrattato (ancora non mi spiego il perchè). Ma la sua serietà, la sua voglia di migliorarsi e la sua programmazione (da anni la migliore tra gli italiani) non possono che farmi sperare in un suo futuro (stabile) nei top 30. Ha due buoni fondamentali e si adatta bene a tutte le superfici (secondo Sartori la superficie su cui si esprime meglio è un carpet non troppo veloce se non ricordo male). L’ho visto a Vienna e a Gstaad giocare a livelli davvero alti. A Gstaad nel primo turno contro Koubek perse il primo set velocemente giocando pianissimo e sbagliando l’inimmaginabile: la vittoria al tiebreak del terzo in quella partita ha segnato a mio avviso la svolta della stagione (carriera?) dandogli quel plus di fiducia necessaria per chi veniva da un anno e mezzo deludente.
    Sono convinto che stanotte se la giocherà alla grande contro un giocatore “hot” come Tsonga.

  14. Giovanni Di Natale scrive:

    Seppi… nel suo piccolo è un fenomeno. Sarebbe interessante sentire il parere di uno psicologo per capire se la discontinuità può essere una forma di “reazione” ad una grande stabilità mentale.
    Seppi, infatti, tutte le volte che ho avuto modo di parlargli mi è sembrato un ragazzo “quadrato”. E’ uno che è nato per fare il tennista. Potremmo costruirgli una barriera davanti, ma sono convinto che lui anche a “testate” la abbatterebbe pur di giocare a tennis. Non si lascia distrarre da nulla. La sua vita è il tennis, ed in questo mi sembra molto più tedesco che italiano (fortuna che il passaporto è tricolore).
    Certo, in campo magari non ha “genialità”, ma ha un timing sulla palla che è super. Una delle più belle partite che io abbia mai visto dal vivo è stata Seppi-Berdych, primo turno agli Internazionali di Sicilia (2005). Il ceco era campione in carica e già intorno alla ventesima posizione. Si sono presi a “pallate” a vicenda. Tre set di una intensità pazzesca. E’ vero, Seppi ai tempi non aveva grandissime variazioni, ma con quel rovescio praticamente piatto riusciva a tirare a fil di nastro e sulle righe. Praticamente ingiocabile, la sua palla non si alzava mai dal campo. Quasi dovesse mandare in tilt il “radar” di Berdych.
    L’unico vero difetto di Seppi è il servizio. Dovrebbe essere più pesante, vista l’altezza.
    Ed in questo mi ricorda un po’ la Knapp, che in fatto a potenza è sicuramente tra le “big” ma non ha continuità.

  15. massimo scrive:

    Ho sempre ammirato (di Seppi o, meglio, del suo team) la capacità di programmazione eccellente, è sempre iscritto, per intenderci, al torneo “giusto”; ha fatto - a differenza di tanti italiani - la sacrosanta gavetta nelle qualificazioni ATP anzichè crogiolarsi nel comodo circuito challenger; è un dato che (a parte una lieve flessione il primo anno dopo l’ingresso nei top100) il suo ranking è in costante ascesa; ha dimostrato di saper far partita (quasi) pari con alcuni dei più forti del mondo.
    Ho sempre rifiutato di capire il perchè spessissimo resta negli spogliatoi e si sveglia sullo 04 per l’avversario; perchè dopo il risveglio, di solito, domina il secondo set (quasi sempre 61) giocando anche bene e poi si scioglie nel terzo alla prima difficoltà; perchè, quando si ricorda di scendere in campo, a volte, riesce a perdere partite già vinte (senza ripetere quelle citate da Scanzi), spesso contro avversari improponibili.
    Ho la sensazione - sintetizzando i due articoli - che il vero problema di Seppi siano tutti coloro i quali gli pronosticano un roseo futuro, magari nei top20, che così facendo non fanno altro che danneggiare la carriera di questo onesto tennista che, con questi chiari di luna, al tennis italiano male non fa

  16. Nikolik scrive:

    In effetti, come sottolinea Roberto, appare evidente che sia un atleta in progresso. Oltretutto molto giovane.
    Giustamente si è, anche se moderatamente, ottimisti.

  17. Francesco da Lugano scrive:

    OFF TOPIC

    Federer non giocherà il torneo d’esibizione di Kooyong. Un virus intestinale gli impedisce la partecipazione. La notizia completa la potete trovare al link

    http://www.rogerfederer.com/en/rogers/news/newsdetail.cfm?uNewsID=669

    Dovrebbe tornare ad allenarsi a metà settimana, per trovare la forma ideale per gli Australian Open. Decisione saggia e legittima: gli Slam sono la priorità, danno il vero senso alla stagione.

    Piuttosto, la domanda è: adesso chi glielo dice a chi ha acquistato il biglietto che Roger non ci sarà? Poveri organizzatori dell’Aami Classic….

  18. pibla scrive:

    Non mi riferisco in particolare a questo blog, dove anzi, anche dai commenti a questi articoli, rilevo una volta di più che ci sono parecchie persone di gran buon senso, oltre che fini intenditori di tennis, ma per il resto figuriamoci se in un paese come l’Italia la professionalità, la dedizione, l’abnegazione, la capacità di programmazione, l’operosità e financo la laboriosità di uno come Seppi potevano fare breccia nell’opinione pubblica e nella stampa, macché, noi siamo figli di Aaaadrianoo!!….e quindi Dell’Acqua(!!!), Luzzi, Bracciali, Canè, tennisti con velina-letterina annessa che l’estate preferiscono giocare il challenger sotto casa (possibilmente meglio se in località balneare) che andare a sudare e ad imparare sul cemento canadese e americano o che decidono di andare a giocare un torneo sull’erba in un postaccio piovoso come Londra, arrivandoci un’oretta prima dell’incontro e ripartendone subito dopo, questi sono i tennisti che ci piacciono a noi ed anche uno come Gaudenzi lo abbiamo digerito solo perché si metteva la fascetta tricolore e perché era decisamente simpatico e brillante, in quanto ad un Furlan, chi era costui, quella cosa che giocava si chiamava tennis???……alla fin fine ogni nazione ha i tennisti che si merita e che in qualche modo ne sono anche lo specchio…e tennisti come Seppi e come Furlan, peraltro tra loro parecchio diversi, in Italia sono lo specchio di una minoranza….
    Seppi è un gran bel giocatore con parecchi pregi e con alcuni difetti, sia a livello tecnico, in primis il servizio -non solo la seconda, ma proprio tutta la fase di caricamento, come acutamente osservava Marcos in un suo commento sotto altro articolo- sia a livello mentale e cioè un’emotività che spesso gli gioca bruttissimi scherzi e che per un tennista è una delle peggiori caratteristiche che si possono avere, ma se con gli anni e con l’esperienza Andreas riuscirà a venire a capo di questa sua emotività o quantomeno a limitarla, può tranquillamente entrare nei venti ed anche meglio…..se invece non ce la farà, rimarrà sempre un grande esempio di professionalità e dedizione, di gran lunga migliore della stragrande maggioranza dei tennisti che si producono in Italia…

  19. Monte Olivo scrive:

    Seppi a me piace, perché l’aspetto professionale e umano non è secondario nei miei gusti. Certo, non fosse italiano, lo vodrei giocare con assai meno trasporto.
    Al netto delle simpatie, nei due articoli emerge comuque il ritratto appropriato del tennista.
    Quando “funziona” (lo fa senza preavviso, così come esce dal match senza avvertire…) il suo giocono fatto di angoli, accelerazioni, palle scariche e piatte, è di pregio e comunque è diverso dal tennis in progressione di molti colpitori.
    Il dritto è molto migliorato, il rovescio è oggettivamente buono, specie nello scambio, molto meno in difesa.
    Credo che il suo principale guaio - ed il motivo principale del sua andare e venire dentro i match - sia la mancanza di colpi sicuri cui affidarsi per galleggiare. Primo fra tutti il servizio. Questo è il vero problema per Seppi. Non ci sono 15 in dote da quel colpo. Certo, con lo slice sa costruirsi il punto, perché poi sa angolare.
    Ma pensati a quanti tennisti sanno portare a casa game complicati aggrappandosi al servizio. Oppure ad un colpo solido a rimbalzo.
    Il nostro - che è migliorato, e non è arrivato dentro i 50 del mondo per grazia ricevuta - funziona o non funziona. E quando non funzione, va alla deriva, capace di perdere 5 games in 12′ (c’è riuscito contro Armando, quattro mesi fa).

  20. Carretero scrive:

    Andy perse malamente da Armando anche per via di problemi alla schiena.

    http://tennis.sport-blog.it/index.php/2007/09/12/seppi-piccolo-stop/

    http://tennis.sport-blog.it/index.php/2007/09/13/seppi-e-la-schiena/

  21. Margherita scrive:

    ho letto del ritiro di Federer da Kooyong questa mattina proprio su rf.com e devo dire che la cosa non mi ha fatto molto piacere perchè gli AO sono alle porte e un virus intestinale non è cosa da nulla. non so che dire, vediamo che succede. io non dispero e conto nelle grandi doti di recupero (e nella saggezza) di questo grande campione…

  22. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Sottoscrivo quanto scritto da Monte Olivo, e come al solito scuoto la testa.
    Ma possibile che i nostri maestri di tennis, i nostri centri federali, i nostri allenatori non riescano ad insegnare uno dei quattro colpi basilari del tennis, cioè il servizio? Guardate che, a conti fatti, e considerati i salti di classifica che questo colpo può implicare, questo è uno dei difetti più gravi di quasi tutti i nostri giocatori.
    Chi può stare nei venti, sta invece nei cinquanta; chi può stare nei cento, invece ne rimane fuori; e così via.
    Possibile che la Federazione sia soddisfatta dei progressi del nostro tennis (come sempre), quando i nostri due migliori giocatori giocano in difesa tutti i game, compresi quelli di servizio? Quella del servizio non è forse tecnica pura? Non si impara? E chi la deve insegnare?
    Se li avete visti, i primi game di servizio di Seppi con Santoro a Doha, nella prima partita dell’anno, avrebbero demoralizzato chiunque. Meno male che Andreas, perlomeno, non si demoralizza mai.
    “Seppi e Volandri sono eccezionali: guardate dove sono arrivati, e senza servizio”. Questa frase, in realtà, è una condanna.

  23. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Francesco da Lugano ti ho mandato una email per chiederti se potresti essere interessato a dare una mano per la rassegna stampa internazionale. Ci manca qualcuno che possa capire (prima di tutto) e poi minimamente tradurre piccoli stralci degli articoli scritti in tedesco. Mi sembrava che tu lo parlassi…E se c’è qualcuno altro disponibile mi contatti per favore su ubaldoscanagatta@yahoo.it.

  24. Luigi Ansaloni scrive:

    Mah, a me sti virus intestinali dell’ultima ora mi sanno tanto di Mozzarella di Bufala campana (possibilmente di Caserta, consiglio vivamente di provarla). Detto questo, se l’assenza al torneo della coppa del Nonno può essere di qualunque giovamento a Federer in vista degli Australian Open, ben venga.

    Per quanto riguarda Seppi, ognuno ha la sua opinione, bella e brutta che sia, su cui si può essere più o meno d’accordo. Personalmente non adoro il caro Andreas, principalmente perchè quando lo guardo giocare mi viene una gran voglia di giocare a carte o di mangiare un panino con il wrustel. D’altro canto non mi sta antipatico come Il Modello o Il Safin de Noialtri…almeno Seppi si comporta da numero 50 del mondo e non come se avesse vinto 43 tornei del grande slam.

  25. Francesco da Lugano scrive:

    @ Ubaldo

    Ti ho già mandato una mail in cui mi rendo disponibile a curare una piccola rassegna stampa in lingua tedesca. In particolare seguendo la stampa svizzera, sia “duetsch” che “romande” (la parte francese).

    Per farmi perdonare il ritardo comincio proprio con una “chicca” elvetica, in cui si parla di Wawrinka, giovane in grande ascesa (ora è 27 nel ranking, ma entro la fine dell’anno sarà tra i primi venti, accetto scommesse…).

    Il link è
    http://www.lematin.ch/pages/home/sports/tennis/sports_tennis__1?contenu=354184&xtor=RSS-2

    Cosa c’è di curioso? Sembrerebbe niente, parla dell’ottimo torneo di Doha, delle grandi ambizioni di classifica per quest’anno, ecc.
    Alla fine il retroscena gustoso. Lui di solito effettua il riscaldamento prepartita con il suo allenatore, Dimitri Zavialoff. Siccome il suo coach, proprio il giorno della finale aveva un terribile torcicollo, allora, chi ha chiamato per fargli da sparring partner?
    Un giornalista dell’Equipe!!

    E ‘ come se Volandri ha l’allenatore ammalato durante gli Australian open, e chiama il nostro Ubaldo a palleggiare con lui nel prepartita…. (o magari chissà, per amore della Causa, Baccini…) :)

  26. roberto commentucci scrive:

    Intanto, mentre noi discutevamo, Andreas Seppi vince il suo primo match del 2008. Andy nel primo turno del torneo di Sydney ha travolto alla distanza, 36 63 62 l’emergente colored francese Jo Wilfred Tsonga, un giocatore “caldo”, reduce dalla semifinale raggiunta la scorsa settimana ad Adelaide, dove aveva superato Hanescu, Gulbis e Lleyton Hewitt.
    Andy ha avuto il solito inizio lento, ma stavolta, dopo aver chiuso il secondo set con un break all’ottavo gioco, è riuscito a giocare con molta determinazione nel set decisivo, nel quale ha servito benissimo (82% di prime in campo, 2 aces e un totale 16 punti vinti e uno perso).
    Nel secondo turno affronterà il ceko Radek Stepanek, che ha sconfitto nettamente 64 62 la testa di serie n. 2 Tommy Robredo.
    Match duro, ma con Seppi in campo never say never…

  27. tonitri scrive:

    Ho visto Seppi più volte dal vivo (Roma Montecarlo Torino) e pur stimamdolo credo che abbia qualche limite psicologico, perchè fatica a far girare le partite tese a suo favore.Peccato perchè ha abnegazione “tedesca” e un altezza da tennista moderno che altri italiani gli invidierebbero (vedi Volandri).intanto mentre vi scrivo leggo della bella vittoria di andreas su tsonga!

  28. Giovanni da Roussillon scrive:

    Questo sito ospita pure gli eventi magici.
    Sono di un’incompetenza tecnica magistrale e beneficio di sensori grezzi per la registrazione di ciò che accade.

    Provo un grande piacere al verificarsi di una coincidenza singolare.
    Leggo i pareri simpatici dei diversi intervenuti riguardo al tennista Seppi, al suo modo di partire con un certo affanno per poi accendersi e salire di tono. Ad una finestrella accanto, sul monitor, appaiono via via i numeri che rendono conto della partita Seppi-Tsonga: la sequenza pare ordinata dai blogger.
    Avete forse chiesto a Seppi di giocare nel rispetto del vostro parere?
    Vi avrebbe, Seppi, dedicato questo incontro con l’idea anche di compiere un passo verso la perdita del “suo fascino suo malgrado”, incurante delle previsioni causticolegnose della seconda “lente”?
    Qualche benpensante potrebbe allora ipotizzare che vi… siate messi d’accordo. Una bella complicità.

  29. pibla scrive:

    …..e intanto l’ossimoro Andreas batte Tsonga sul veloce, ma comunque niente di speciale, noi siamo pieni di tennisti capaci di battere Tsonga due su tre sul veloce, se mentre mi vado a prendere un caffeino me ne volete elencare due o tre ve ne sarò grato….
    Andreas va lasciato in pace, che prima o poi il suo lo fa e poi, ripeto, c’avessimo da scialare…

  30. Francesco da Lugano scrive:

    @ pibla

    I due-tre che potrebbero battere Tsonga sul veloce? Facile… Seppi, Seppi, Seppi……

    Scherzi a parte, l’altoatesino è la carta italiana migliore da giocare in Australia. Ripeto, magari un tabellone facile…e chissà di non vederlo la seconda settimana dello Slam ancora in campo….

  31. Francesco da Lugano scrive:

    Comunque va detto che Tsonga era reduce dalla seminifinale di Adelaide. Seppi era più riposato. Non ho visto la partita, ma dal punteggio sembra che il francese sia calato alla distanza. Seppi invece ha potuto riposarsi, visto che a Doha è uscito al primo turno.

    E’ una costante quella che vuole chi arriva sino in fondo nei tornei della settimana precedente paghi dazio nella seguente. Anche Wawrinka, finalista in Qatar, ha beccato da Tursunov un doppio 63.

    Con questo non voglio assolutamnte sminuire la bella prova di Andreas. E’ il tennsta italiano che più apprezzo. Spero davvero che superi presto in classifica i più terraioli Volandri e Starace. I suoi sforzi e la sua programmazione denotano umlità e spirito di sacrificio. Tifo per lui.

  32. pibla scrive:

    Ciao Francesco! Ti dico la verità, io non è che mi aspetti in particolare di vedere Seppi in campo nella seconda sett. degli Aus Open di quest’anno, quello che io dico di lui da una vita anche su questo blog, è che lui va lasciato in pace e va lasciato lavorare che poi i risultati arrivano, quando, in questo momento, non è ancora dato sapere, ma tu puoi star sicuro che lui è lì che lavora ed il lavoro prima o poi paga…..proprio come a suo tempo il mitico Renzino Furlan….ed un’altra delle caratteristiche che più mi piacciono di Andreas è che io sono convinto che lui, a differenza ad es. di Volandri e di Starace, sia portato in particolare per il tennis tre su cinque che si gioca negli Slam e quindi prima o poi mi aspetto da lui una grande prova in uno Slam, quando mi chiedi tu?? Boh!!!!!…..prima o poi….

  33. Xxx scrive:

    Questo Scanzi odia seppi e si vede lontano un miglio.

  34. yahoo scrive:

    Questo Scanzi odia seppi e si vede lontano un miglio ma non capisco il perché?

  35. chloe de lissier scrive:

    scanzi non odia seppi. penso non nutra alcun tipo di sentimento, a parte un narcisismo parossistico.

  36. Stefano scrive:

    Chloe, di sicuro la parola “parossistico” da te utilizzata manderà in sollucchero il buon Scanzi, che non potrà non apprezzare il tuo acume e la tua dialettica :-)

  37. tha67 scrive:

    Salve, premesso che io rispetto l’opinione di tutti, ciò nonostante trovo che alcune esternazioni verso Seppi siano davvero un po’ troppo da psicanalisi spicciola … ieri Andreas ha vinto il torneo “baci e abbracci” di Bg, schiacciando Santoro e subendo ma poi battendo alla grande Benneteau! Avreste dovuto vederlo..altro che instabile ed emotivo, altro che non talentuoso…a mio avviso e come me tutti i presenti al PalaNorda, un GRANDE!!!!
    tha67

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