Commenti a: Saranno SuperInternazionali di Italia. L’accordo con BNL e BNP-Paribas l’asso vincente.Pietrangeli: “Dopo gli Slam, c’è Roma”. La presentazione di Ubaldo Scanagatta nel commento. I mondiali di nuoto 2009 nello stesso stadio del tennis due mesi dopo. http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 18:41:45 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: Marco Lombardo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-14001 Marco Lombardo Sun, 29 Apr 2007 13:13:23 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-14001 Sono d'accordo anch'io con Ubaldo: si gioca troppo e essere nei primi otto giocatori del mondo - o comunque nei primi otto del tabellone - ha un senso se, almeno all'inizio, si ha la possibilità di presentarsi al meglio. Dunque il tabellone a 56 non toglie nulla, anzi, considerato anche che in alcuni tornei, per esempio Roma, si rischia a volte di scendere in campo la sera e poi magari il pomeriggio dopo. Insomma, se si vuole avere entry list di alta qualità bisogna scendere a compromessi, come dice giustamente Ubaldo. Sulle finali due su tre c'è da dire che - pur non essendo il massimo - sono quanto meno in linea con il resto del tabellone. Qui, dunque, forse ha ragione Tommasi: se - come si dice - le partite due su tre e quelle tre su cinque sono quasi due sport differenti, allora è giusto far disputare tutto il troneo con lo stesso sistema. Sulla coppa Davis: proprio prendendo spunto da quanto dice Ubaldo, siamo sicuri che la formula sia così vecchia e da cambiare? Insomma, che ne pensate? Sono d’accordo anch’io con Ubaldo: si gioca troppo e essere nei primi otto giocatori del mondo - o comunque nei primi otto del tabellone - ha un senso se, almeno all’inizio, si ha la possibilità di presentarsi al meglio. Dunque il tabellone a 56 non toglie nulla, anzi, considerato anche che in alcuni tornei, per esempio Roma, si rischia a volte di scendere in campo la sera e poi magari il pomeriggio dopo. Insomma, se si vuole avere entry list di alta qualità bisogna scendere a compromessi, come dice giustamente Ubaldo. Sulle finali due su tre c’è da dire che - pur non essendo il massimo - sono quanto meno in linea con il resto del tabellone. Qui, dunque, forse ha ragione Tommasi: se - come si dice - le partite due su tre e quelle tre su cinque sono quasi due sport differenti, allora è giusto far disputare tutto il troneo con lo stesso sistema.
Sulla coppa Davis: proprio prendendo spunto da quanto dice Ubaldo, siamo sicuri che la formula sia così vecchia e da cambiare? Insomma, che ne pensate?

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Di: vincenzo torzillo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-14000 vincenzo torzillo Sun, 29 Apr 2007 13:09:45 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-14000 la teoria del 56 sarebbe giusta per Amburgo piazzato dopo Roma...e cmq non è possibile che tutte le regole debbano essere cambiate...passi per il 2 su 3 della finale.....ma il numero di giocatori e i Bye sopratutto sono un sistema molto da conservatori che era giusto lasciare alle donne che già sono in poche ad essere competitive poi per vincere un torneo a volte hanno bisogno solo di 4 match con tabelloni addirittura a 28......mah..... la teoria del 56 sarebbe giusta per Amburgo piazzato dopo Roma…e cmq non è possibile che tutte le regole debbano essere cambiate…passi per il 2 su 3 della finale…..ma il numero di giocatori e i Bye sopratutto sono un sistema molto da conservatori che era giusto lasciare alle donne che già sono in poche ad essere competitive poi per vincere un torneo a volte hanno bisogno solo di 4 match con tabelloni addirittura a 28……mah…..

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Di: Gianluca http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13991 Gianluca Sun, 29 Apr 2007 10:33:24 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13991 Sono nel partito dei contrari ai tabelloni a 56 ormai da anni... però il commento di Ubaldo mi ha fatto fare una riflessione, e cioè che se proprio non si riesce a scardinare la teoria dei master series back-to-back, almeno con il tabellone a 56 si riesce a garantire più presenze illustri in entrambi i tornei ravvicinati(anche se voglio vedere chi fra quelli che vanno avanti a Roma li vedremo anche ad Amburgo). Tolta questa piccola eccezione, rimango dell'idea che master series "isolati" debbano avere il tabellone a 64. Gianluca Sono nel partito dei contrari ai tabelloni a 56 ormai da anni… però il commento di Ubaldo mi ha fatto fare una riflessione, e cioè che se proprio non si riesce a scardinare la teoria dei master series back-to-back, almeno con il tabellone a 56 si riesce a garantire più presenze illustri in entrambi i tornei ravvicinati(anche se voglio vedere chi fra quelli che vanno avanti a Roma li vedremo anche ad Amburgo). Tolta questa piccola eccezione, rimango dell’idea che master series “isolati” debbano avere il tabellone a 64.
Gianluca

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Di: stefano grazia http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13963 stefano grazia Sat, 28 Apr 2007 19:34:28 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13963 "quattro esenzioni dal primo turno, per i quattro semifinalisti del Masters precedente" Grande idea...Suppongo quei 4 piú gli altri 4 in ordine di TdS...Da proporre a Federer per farsi perdonare delle domande importune (ma corrette) nell'ultima intervista, a Nadal Liubcic Moya e a DeVilliers,, “quattro esenzioni dal primo turno, per i quattro semifinalisti del Masters precedente”

Grande idea…Suppongo quei 4 piú gli altri 4 in ordine di TdS…Da proporre a Federer per farsi perdonare delle domande importune (ma corrette) nell’ultima intervista, a Nadal Liubcic Moya e a DeVilliers,,

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Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13945 Ubaldo Scanagatta Sat, 28 Apr 2007 13:59:51 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13945 Anche rino Tommasi la pensa così e ieir ribadiva il suo eterno concetto a Massimo De Luca, che lo ascolatava con attenzione senza forse consocere gli argomenti giusti per ribattere. Non si può essere esperti in tutto. Io capisco invece che i giocatori più forti tendano a giocare sempre meno, a ridurre i match annuali da 100 a 75 cone chiede Federer e tutto fa. E' vero o no che si fanno male tutti alla fine dell'anno? E allora anche se si può evitare un solo infortunio ad un big non si dovrebbe cercare di fare il possibile? E' anche normale che gli organizzatori accettino qualunque compromesso pur di averli. Anche la finale due set su tre che a me non piace per niente. La regola dei 56 consente ai giocatori un giorno, a volte due di riposo (o di recupero) in più. E magari al torneo della settiman precedente (nel caso un giocatore abbia un qualsiasi motivo per disputarlo: allenamento, recupero da convalescenza o altro) di avere un top-player in più. Se sono i giocatori a chiederlo non vale nemmeno l'argomentazione tommasiana secondo cui è un handicap arrivare a giocare il loro primo turno contro un tennista che ha già giocato un match. O i giocatori sono così autolesionisti da non saperlo? lo sanno, ma preferiscono corrono il rischio. perchè tante volte,magari, grazie a quel giorno, o due giorni in più, riescono a recuperare da un piccolo infortunio. O riescono a farsi un weekend con la ragazza, o a disputare una lucrosa esibizione in più senza dover prendere di corsa un aereo...che rappresenta uno stress in più anche quello. Insomma, io sono sempre stato legatissimo a Rino, ma secondo me se uno la pensa diversamente deve avere il coraggio e la personalità di contraddirlo. Il discorso vale anche per il famoso concetto tommasiano secondo cui tutti i sorteggi di una Coppa Davis sono uguali: non è vero affatto, secondo me. L'approccio psicologico ad un match varia da giocatore a giocatore, c'è quello che preferirebbe scendere in campo per primo e quello che preferisce farlo per secondo, c'è quello che preferisce giocare sull'1-0 perchè sente meno la pressione, e quello che invece si sente più stimolato a dare il meglio sullo 0-1 (magari quando il compagno di squadra è sentito più come un rivale che come un compagno: è successo, è successo, vi assicuro, anche ai tempi di Panatta e Barazzutti, di Pietrangeli e Gardini in certi frangenti storici), c'è un pubblico sfiduciato che può ritrovare entusiasmo e calore in una situazione di punteggio piuttosto che in un altro...insomma, dire che un match vale l'altro perchè alla fine bisogna vincerne comunque tre, significa non tenere conto di un sacco di componenti piscologiche che invece hanno _ o possono avere _ anche un bel peso. Torno sull'argomento del tabellone a 56 per ricordare che in un tabellone a 64 il vincitore deve disputare 6 incontri in 7 giorni: ciò significa che basta un giorno e mezzo di maltempo per incasinare tutto. Infine, chi si lamenta della scomparsa del doppio deve sapere che l'unica chance perchè un giocatore decida ogni tanto di giocarli (come ha fatto Nadal con il suo amico maiorchino a Montecarlo e Barcellona) è che sia un po' meno stressato dagli orari e da troppi singolari. Per questo, caro Vincenzo amante delle teorie estreme, ci vuole sempre equilibrio nell'analizzare le scelte altrui: bisogna prima capirne i motivi, poi semmai si può scegliere di non condividerli. ma completamente folli non lo sono mai. Un accenno, già che ci sono, sull'argomento della finale due su tre. Anche qui c'è il discorso infortuni da tener presente (più facile farsi male se si gioca tanto che se si gioca poco...se si riprende il giorno dopo magari in un altro torneo back-to back tipo Roma e Amburgo), ma forse una scappatoia almeno poteva essere proposta, e qualcuno l'avrà anche fatto (mi auguro...): perchè non prevedere, per i Masters series ravvicinati, quattro byes, cioè quattro esenzioni dal primo turno, per i quattro semifinalisti del Masters precedente. Di modo che da sabato i due semifinalisti sconfitti, da domenica i due finalisti avrebbero due, o anche tre giorni di riposo prima di disputare al mercoledì il loro primo match Anche rino Tommasi la pensa così e ieir ribadiva il suo eterno concetto a Massimo De Luca, che lo ascolatava con attenzione senza forse consocere gli argomenti giusti per ribattere. Non si può essere esperti in tutto.
Io capisco invece che i giocatori più forti tendano a giocare sempre meno, a ridurre i match annuali da 100 a 75 cone chiede Federer e tutto fa. E’ vero o no che si fanno male tutti alla fine dell’anno? E allora anche se si può evitare un solo infortunio ad un big non si dovrebbe cercare di fare il possibile? E’ anche normale che gli organizzatori accettino qualunque compromesso pur di averli. Anche la finale due set su tre che a me non piace per niente. La regola dei 56 consente ai giocatori un giorno, a volte due di riposo (o di recupero) in più. E magari al torneo della settiman precedente (nel caso un giocatore abbia un qualsiasi motivo per disputarlo: allenamento, recupero da convalescenza o altro) di avere un top-player in più.
Se sono i giocatori a chiederlo non vale nemmeno l’argomentazione tommasiana secondo cui è un handicap arrivare a giocare il loro primo turno contro un tennista che ha già giocato un match. O i giocatori sono così autolesionisti da non saperlo? lo sanno, ma preferiscono corrono il rischio. perchè tante volte,magari, grazie a quel giorno, o due giorni in più, riescono a recuperare da un piccolo infortunio. O riescono a farsi un weekend con la ragazza, o a disputare una lucrosa esibizione in più senza dover prendere di corsa un aereo…che rappresenta uno stress in più anche quello. Insomma, io sono sempre stato legatissimo a Rino, ma secondo me se uno la pensa diversamente deve avere il coraggio e la personalità di contraddirlo. Il discorso vale anche per il famoso concetto tommasiano secondo cui tutti i sorteggi di una Coppa Davis sono uguali: non è vero affatto, secondo me. L’approccio psicologico ad un match varia da giocatore a giocatore, c’è quello che preferirebbe scendere in campo per primo e quello che preferisce farlo per secondo, c’è quello che preferisce giocare sull’1-0 perchè sente meno la pressione, e quello che invece si sente più stimolato a dare il meglio sullo 0-1 (magari quando il compagno di squadra è sentito più come un rivale che come un compagno: è successo, è successo, vi assicuro, anche ai tempi di Panatta e Barazzutti, di Pietrangeli e Gardini in certi frangenti storici), c’è un pubblico sfiduciato che può ritrovare entusiasmo e calore in una situazione di punteggio piuttosto che in un altro…insomma, dire che un match vale l’altro perchè alla fine bisogna vincerne comunque tre, significa non tenere conto di un sacco di componenti piscologiche che invece hanno _ o possono avere _ anche un bel peso.
Torno sull’argomento del tabellone a 56 per ricordare che in un tabellone a 64 il vincitore deve disputare 6 incontri in 7 giorni: ciò significa che basta un giorno e mezzo di maltempo per incasinare tutto. Infine, chi si lamenta della scomparsa del doppio deve sapere che l’unica chance perchè un giocatore decida ogni tanto di giocarli (come ha fatto Nadal con il suo amico maiorchino a Montecarlo e Barcellona) è che sia un po’ meno stressato dagli orari e da troppi singolari. Per questo, caro Vincenzo amante delle teorie estreme, ci vuole sempre equilibrio nell’analizzare le scelte altrui: bisogna prima capirne i motivi, poi semmai si può scegliere di non condividerli. ma completamente folli non lo sono mai.
Un accenno, già che ci sono, sull’argomento della finale due su tre. Anche qui c’è il discorso infortuni da tener presente (più facile farsi male se si gioca tanto che se si gioca poco…se si riprende il giorno dopo magari in un altro torneo back-to back tipo Roma e Amburgo), ma forse una scappatoia almeno poteva essere proposta, e qualcuno l’avrà anche fatto (mi auguro…):
perchè non prevedere, per i Masters series ravvicinati, quattro byes, cioè quattro esenzioni dal primo turno, per i quattro semifinalisti del Masters precedente. Di modo che da sabato i due semifinalisti sconfitti, da domenica i due finalisti avrebbero due, o anche tre giorni di riposo prima di disputare al mercoledì il loro primo match

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Di: vincenzo torzillo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13924 vincenzo torzillo Sat, 28 Apr 2007 07:25:04 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13924 ma perchè hanno accettato di farlo a 56!!!!!!!!!!!!!!!!!!una follia bella e buona!!!!!! ma perchè hanno accettato di farlo a 56!!!!!!!!!!!!!!!!!!una follia bella e buona!!!!!!

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Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13881 Ubaldo Scanagatta Fri, 27 Apr 2007 17:37:20 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13881 Ecco l'articolo inviato per la pubblicazione su La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno Dall’inviato Ubaldo Scanagatta ROMA _ L’obiettivo è ambizioso. Diventare il primo torneo del mondo dopo i quattro Slam. In quella prospettiva un vantaggio dei futuri Internazionali d’Italia, nemmeno tanto piccolo, sugli altri 7/8 tornei che faranno parte dell’elite dei Masters 1000 dal 2009, consisterà nell’essere il solo a poter disporre di due settimane complete, come gli Slam. Tre, quattro giorni in più di gare e visibilità mediatica rispetto a Miami, Indian Wells, Madrid, Cincinnati, Open del Canada, Shanghai, Parigi-Bercy indoor (più Montecarlo se non perderà lo status di Masters), non sono pochi. L’hanno sottolineato in diversi ieri a Roma nella presentazione degli Internazionali Bnl d’Italia cui dal 5 maggio prenderanno parte tutti i migliori tennisti del mondo (in prevendita 30.000 biglietti già venduti, 50 per cento più d’un anno fa), il presidente del Coni Gianni Petrucci, quello FIT Angelo Binaghi, infine Luigi Abete, presidente del Gruppo bancario BNL. A quel vantaggio si aggiunge quello della neonata sponsorship del gruppo BNL-BNP-Paribas, presente in modo massiccio nel mondo del tennis da 34 anni al Roland Garros, e da tanti anche in Coppa Davis e in Fed Cup. Tradotto in euro significa 12 milioni di euro per quattro anni. Cioè una discreta tranquillità operativa per la FIT (d’abitudine dissanguata economicamente) oggi partner della “Coni Servizi” che sta letteralmente trasformando l’impianto del Foro Italico _ un cantiere aperto, 55 milioni di euro di preventivo approvato di spesa _ e prevede la costruzione di un nuovo campo centrale per il 2009 oltre ai 600 posti in più sul campo Pietrangeli quest’anno. Proprio di Pietrangeli, vincitore del torneo 50 anni fa, l’osservazione magari poco diplomatica ma sincera, alla… Benigni: “Mai visto una banca che regala i soldi… se BNL crede nel tennis è perché è convinta di riprenderli con gli interessi”. Binaghi ha sottolineato il felice momento delle tenniste italiane, 9 nelle prime 100 (un record), mentre “dagli uomini vorremmo di più, pur avendone 5 nei top 100 e 8 nei primi 110”. Resta il fatto, triste invero, che per la prima volta in 64 edizioni del torneo quest’anno nessun nostro tennista sarà ammesso direttamente al tabellone. Nemmeno Volandri: entrerebbe solo per il forfait di 8 tennisti davanti a lui. “Poco probabile” _ ha pronosticato Sergio Palmieri, direttore del torneo. In cinque quindi, con Volandri anche Starace, Bracciali, Seppi e Bolelli si contendono i quattro posti riservati alle wild-card. Sembra più vicina, insomma, la rinascita del torneo targato BNL che quella del tennis italiano. Ecco l’articolo inviato per la pubblicazione su La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno

Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
ROMA _ L’obiettivo è ambizioso. Diventare il primo torneo del mondo dopo i quattro Slam. In quella prospettiva un vantaggio dei futuri Internazionali d’Italia, nemmeno tanto piccolo, sugli altri 7/8 tornei che faranno parte dell’elite dei Masters 1000 dal 2009, consisterà nell’essere il solo a poter disporre di due settimane complete, come gli Slam. Tre, quattro giorni in più di gare e visibilità mediatica rispetto a Miami, Indian Wells, Madrid, Cincinnati, Open del Canada, Shanghai, Parigi-Bercy indoor (più Montecarlo se non perderà lo status di Masters), non sono pochi.
L’hanno sottolineato in diversi ieri a Roma nella presentazione degli Internazionali Bnl d’Italia cui dal 5 maggio prenderanno parte tutti i migliori tennisti del mondo (in prevendita 30.000 biglietti già venduti, 50 per cento più d’un anno fa), il presidente del Coni Gianni Petrucci, quello FIT Angelo Binaghi, infine Luigi Abete, presidente del Gruppo bancario BNL.
A quel vantaggio si aggiunge quello della neonata sponsorship del gruppo BNL-BNP-Paribas, presente in modo massiccio nel mondo del tennis da 34 anni al Roland Garros, e da tanti anche in Coppa Davis e in Fed Cup. Tradotto in euro significa 12 milioni di euro per quattro anni. Cioè una discreta tranquillità operativa per la FIT (d’abitudine dissanguata economicamente) oggi partner della “Coni Servizi” che sta letteralmente trasformando l’impianto del Foro Italico _ un cantiere aperto, 55 milioni di euro di preventivo approvato di spesa _ e prevede la costruzione di un nuovo campo centrale per il 2009 oltre ai 600 posti in più sul campo Pietrangeli quest’anno.
Proprio di Pietrangeli, vincitore del torneo 50 anni fa, l’osservazione magari poco diplomatica ma sincera, alla… Benigni: “Mai visto una banca che regala i soldi… se BNL crede nel tennis è perché è convinta di riprenderli con gli interessi”.
Binaghi ha sottolineato il felice momento delle tenniste italiane, 9 nelle prime 100 (un record), mentre “dagli uomini vorremmo di più, pur avendone 5 nei top 100 e 8 nei primi 110”.
Resta il fatto, triste invero, che per la prima volta in 64 edizioni del torneo quest’anno nessun nostro tennista sarà ammesso direttamente al tabellone. Nemmeno Volandri: entrerebbe solo per il forfait di 8 tennisti davanti a lui. “Poco probabile” _ ha pronosticato Sergio Palmieri, direttore del torneo. In cinque quindi, con Volandri anche Starace, Bracciali, Seppi e Bolelli si contendono i quattro posti riservati alle wild-card. Sembra più vicina, insomma, la rinascita del torneo targato BNL che quella del tennis italiano.

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Di: marcos http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13875 marcos Fri, 27 Apr 2007 16:10:12 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13875 buone notizie! le dichiarazioni di binaghi, dopo quello che ha avuto il coraggio di dire negli ultimi anni, le salto a più pari: quindi, non le commento più. buone notizie!

le dichiarazioni di binaghi, dopo quello che ha avuto il coraggio di dire negli ultimi anni, le salto a più pari: quindi, non le commento più.

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Di: Filippo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13873 Filippo Fri, 27 Apr 2007 15:57:25 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13873 Bnp Paribas è una boccata d'ossigeno per il nostro torneo, io spero vivamente che questo stadio si faccia e che possa competere almeno con quelli di Miami e IW e la Maison d'OmniSports di Bercy. Forse Pietrangeli preso dai ricordi e dalle emozioni ha calcato un po' la mano nel definire Roma "quinto Slam", IW e soprattutto Miami sono ancora su un altro livello, però Roma ha la possibilità concreta di diventare l'evento maggiore su terra rossa nell'Europa continentale dopo il Roland Garros, per questo ha il mio plauso, spero che i risultati non si facciano attendere. Sul versante giocatori purtroppo però la nostra federazione è ancora molto indietro,molti paesi più piccoli e con meno risorse economiche ci superano in qualità e risultati... Bnp Paribas è una boccata d’ossigeno per il nostro torneo, io spero vivamente che questo stadio si faccia e che possa competere almeno con quelli di Miami e IW e la Maison d’OmniSports di Bercy. Forse Pietrangeli preso dai ricordi e dalle emozioni ha calcato un po’ la mano nel definire Roma “quinto Slam”, IW e soprattutto Miami sono ancora su un altro livello, però Roma ha la possibilità concreta di diventare l’evento maggiore su terra rossa nell’Europa continentale dopo il Roland Garros, per questo ha il mio plauso, spero che i risultati non si facciano attendere.

Sul versante giocatori purtroppo però la nostra federazione è ancora molto indietro,molti paesi più piccoli e con meno risorse economiche ci superano in qualità e risultati…

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Di: Marco Lombardo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13869 Marco Lombardo Fri, 27 Apr 2007 15:19:31 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=390#comment-13869 C'è da essere entusiasti: Roma è il tennis italiano, per quanto riguarda storia e successi, e che gli Internazionali ritrovino tale splendore è davvero importante. Dunque un applauso alla federazione e a Palmieri, sperando che ora il lavoro si concentri sulla ricerca di giocatori di alto livello: il campione non si costruisce, il top player sì. E vedere che nel tabellone principale gli italiani entrano solo con la spinta non è gratificante: inutile dire, come ha fatto il presidente Binaghi solo qualche giorno fa, che abbiamo "otto giorcatori nei primi centodieci". Se poi non entrano nella entry-list di un torneo così, fa un po' specie vantarsi di ciò che non si ha. C’è da essere entusiasti: Roma è il tennis italiano, per quanto riguarda storia e successi, e che gli Internazionali ritrovino tale splendore è davvero importante. Dunque un applauso alla federazione e a Palmieri, sperando che ora il lavoro si concentri sulla ricerca di giocatori di alto livello: il campione non si costruisce, il top player sì. E vedere che nel tabellone principale gli italiani entrano solo con la spinta non è gratificante: inutile dire, come ha fatto il presidente Binaghi solo qualche giorno fa, che abbiamo “otto giorcatori nei primi centodieci”. Se poi non entrano nella entry-list di un torneo così, fa un po’ specie vantarsi di ciò che non si ha.

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