Commenti a: Il giornalismo investigativo è finitoI giornali non “investono” piùLa qualità ne risente http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 12:11:31 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: gigi http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141457 gigi Sun, 29 Nov 2009 10:38:13 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141457 Carissimo enzo grezzo,ho letto il tuo intervento quasi per caso,poichè ho messo a punto un sistema che taglia fuori tutti i nick name di quelli che ormai,per esperienza,so essere bloggers non interessanti.E scusa se tra questi ci ho messo pure il tuo.Però l'occasione è ottima per mostrarti come si discute se si hanno IDEE ED ARGOMENTI.L' esempio è dato dagli interventi,proprio vicini al tuo,di marcos ed otello lorenzi,che porgono una discussione argomentata e personale.Niente chiusure immediate,tipo:"se non capisci,se non ti sforzi di capire,ciò che dici dimostra che non capisci,non ci arrivi,ecc".senza spiegare cosa c'è da sapere e capire che tu sai e capisci.Vecchia storia...ormai in archivio. Otello e marcos:voi dite praticamente le stesse cose ma con visioni un poco diverse:più radicale,mi pare,quella di marcos,più qualunquista quella di otello.Non vuole essere,questa definizione ultima,un'accusa di superficialità:ciò che dici sulla democrazia americana,ad es., mi trova perfettamente consenziente ed è,finalmente,una voce fuori dal coro.Citare gli USA come esempio di democrazia da copiare è assurdo.Il bipolarismo?riduzione ed incanalamento controllato delle forze politiche(quali sostanziali differenza ci sono,infatti,tra democratici e repubblicani?).Come può esser esempio di democrazia un paese dove non esiste ,in pratica,assistenza sanitaria se non con la carta di credito alla mano?Il grosso problema,a proposito d'informazione,è venuto fuori soltanto perchè Obama ha trovato lì la sua nicchia per creare il suo programma elettorale.Dovrebbero imparare loro la democrazia dall'Europa,paesi nordici in testa! Quel che non condivido,però,è fare di ogni erba un fascio.Anche se ognuno persegue i propri interessi,occorre sempre vedere se questi son più o meno vicini ai nostri.E poi le idee,intese come atteggiamento mentale,ci sono.Non mi dirai che Feltri vale quanto Scalfari,anche se ognuno dei due scrive certamente per conto di due gruppi di potere. Dunque non è detto che Saviano,ad es.sfrutti soltanto l'informazione per la sua carriera.Può esser vero,però i contenuti hanno,una volta tanto,colpito l'opinione pubblica(e fatto riflettere?boh..).Poi non si può neppur dire che tutti siamo uguali e delegare le colpe dei nostri mali agli altri.Gaber dice che oggi si può dire che una pallina bianca è diversa da una nera e ciò è,obiettivamente,vero.Ma non si può dire che un uomo nero è diverso da uno bianco.Nel caso Campania è un fatto che molti mali provengono dal territorio:le colpe non posson esser sempre e solo di chi governa.Se la raccolta differenziata in Alto Adige sta al 70% ed a Napoli al 27% un motivo ci sarà,o no?Dunque Saviano coglie i mali oggettivi del territorio dei quali non han colpa ovviamente soltanto gli abitanti,ma anche governi,vecchi e nuovi,potenti finanzieri,la chiesa stessa.Si può discutere all'infinito se sia nato prima l'uovo o la gallina,ma non è il caso. Piuttosto il giornalismo della Gabanelli mi sembra il più pericoloso e NON per colpa sua,s'intende.Infatti,abitua il cittadino alla truffa ,all'illegalità,alla perpetua violazione delle leggi dello stato; lo convince che queste cose son naturali e devono esser accettate,perchè le denuncie,circostanziate e pubbliche,sono ignorate e non sortiscono quindi alcun effetto.Credo che il potere abbia voluto fare un interessante esperimento:vediamo come va;se la trasmissione provoca indignazione popolare,promuove inchieste ,smuove le acque,insidia vecchi e nuovi privilegi,la chiudiamo,con la scusa che troppe son le querele piovute in Rai e non c'è tempo per occuparsene.Altrimenti,via così;ad abituare gli italiani a queste cose,che poi non si stupiscano se qualche politico ha qualche scheletruccio nell'armadio. Carissimo enzo grezzo,ho letto il tuo intervento quasi per caso,poichè ho messo a punto un sistema che taglia fuori tutti i nick name di quelli che ormai,per esperienza,so essere bloggers non interessanti.E scusa se tra questi ci ho messo pure il tuo.Però l’occasione è ottima per mostrarti come si discute se si hanno IDEE ED ARGOMENTI.L’ esempio è dato dagli interventi,proprio vicini al tuo,di marcos ed otello lorenzi,che porgono una discussione argomentata e personale.Niente chiusure immediate,tipo:”se non capisci,se non ti sforzi di capire,ciò che dici dimostra che non capisci,non ci arrivi,ecc”.senza spiegare cosa c’è da sapere e capire che tu sai e capisci.Vecchia storia…ormai in archivio.
Otello e marcos:voi dite praticamente le stesse cose ma con visioni un poco diverse:più radicale,mi pare,quella di marcos,più qualunquista quella di otello.Non vuole essere,questa definizione ultima,un’accusa di superficialità:ciò che dici sulla democrazia americana,ad es., mi trova perfettamente consenziente ed è,finalmente,una voce fuori dal coro.Citare gli USA come esempio di democrazia da copiare è assurdo.Il bipolarismo?riduzione ed incanalamento controllato delle forze politiche(quali sostanziali differenza ci sono,infatti,tra democratici e repubblicani?).Come può esser esempio di democrazia un paese dove non esiste ,in pratica,assistenza sanitaria se non con la carta di credito alla mano?Il grosso problema,a proposito d’informazione,è venuto fuori soltanto perchè Obama ha trovato lì la sua nicchia per creare il suo programma elettorale.Dovrebbero imparare loro la democrazia dall’Europa,paesi nordici in testa!
Quel che non condivido,però,è fare di ogni erba un fascio.Anche se ognuno persegue i propri interessi,occorre sempre vedere se questi son più o meno vicini ai nostri.E poi le idee,intese come atteggiamento mentale,ci sono.Non mi dirai che Feltri vale quanto Scalfari,anche se ognuno dei due scrive certamente per conto di due gruppi di potere.
Dunque non è detto che Saviano,ad es.sfrutti soltanto l’informazione per la sua carriera.Può esser vero,però i contenuti hanno,una volta tanto,colpito l’opinione pubblica(e fatto riflettere?boh..).Poi non si può neppur dire che tutti siamo uguali e delegare le colpe dei nostri mali agli altri.Gaber dice che oggi si può dire che una pallina bianca è diversa da una nera e ciò è,obiettivamente,vero.Ma non si può dire che un uomo nero è diverso da uno bianco.Nel caso Campania è un fatto che molti mali provengono dal territorio:le colpe non posson esser sempre e solo di chi governa.Se la raccolta differenziata in Alto Adige sta al 70% ed a Napoli al 27% un motivo ci sarà,o no?Dunque Saviano coglie i mali oggettivi del territorio dei quali non han colpa ovviamente soltanto gli abitanti,ma anche governi,vecchi e nuovi,potenti finanzieri,la chiesa stessa.Si può discutere all’infinito se sia nato prima l’uovo o la gallina,ma non è il caso.
Piuttosto il giornalismo della Gabanelli mi sembra il più pericoloso e NON per colpa sua,s’intende.Infatti,abitua il cittadino alla truffa ,all’illegalità,alla perpetua violazione delle leggi dello stato; lo convince che queste cose son naturali e devono esser accettate,perchè le denuncie,circostanziate e pubbliche,sono ignorate e non sortiscono quindi alcun effetto.Credo che il potere abbia voluto fare un interessante esperimento:vediamo come va;se la trasmissione provoca indignazione popolare,promuove inchieste ,smuove le acque,insidia vecchi e nuovi privilegi,la chiudiamo,con la scusa che troppe son le querele piovute in Rai e non c’è tempo per occuparsene.Altrimenti,via così;ad abituare gli italiani a queste cose,che poi non si stupiscano se qualche politico ha qualche scheletruccio nell’armadio.

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Di: daniela http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141445 daniela Sun, 29 Nov 2009 08:14:57 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141445 @no, double, io stavo suggerendo un'altra cosa, e cioè che al di là dello sguinzagliare ipotetici Sherlock Holmes, non ci fossero più articoli come quello letto qui per gli Australian open, non mi ricordo scritto da chi, che descriveva Ubaldo in sala stampa, con il pc, a consultare quello che avessero scritto i giornali australiani su una certa giocatrice ecc. Non sono andata a ricercarlo, non so se sappiate a che cosa mi riferisco. Io vado solo, per esempio, a Montecarlo, ma mi colpiscono queste sale stampe così in alto, e sul campo centrale. Può darsi che non ci siamo mai incontrati, ma quando ad esempio seguivo Kafelnikov, il mio tennista preferito di sempre, io non ho mai visto nessun giornalista alle 9 di mattina sui campi di allenamento, ma vi giuro, che se ci fossero stati, tante domande senza risposta su questo strano rendimento del russo, non se le sarebbero poste, e avrebbero trovato risposte adeguate. @no, double, io stavo suggerendo un’altra cosa, e cioè che al di là dello sguinzagliare ipotetici Sherlock Holmes, non ci fossero più articoli come quello letto qui per gli Australian open, non mi ricordo scritto da chi, che descriveva Ubaldo in sala stampa, con il pc, a consultare quello che avessero scritto i giornali australiani su una certa giocatrice ecc. Non sono andata a ricercarlo, non so se sappiate a che cosa mi riferisco. Io vado solo, per esempio, a Montecarlo, ma mi colpiscono queste sale stampe così in alto, e sul campo centrale. Può darsi che non ci siamo mai incontrati, ma quando ad esempio seguivo Kafelnikov, il mio tennista preferito di sempre, io non ho mai visto nessun giornalista alle 9 di mattina sui campi di allenamento, ma vi giuro, che se ci fossero stati, tante domande senza risposta su questo strano rendimento del russo, non se le sarebbero poste, e avrebbero trovato risposte adeguate.

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Di: Avec Double Cordage http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141190 Avec Double Cordage Fri, 27 Nov 2009 19:42:54 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141190 ovviamente "spia" tra virgolette ...investigatore sarebbe un termine più esatto ovviamente “spia” tra virgolette …investigatore sarebbe un termine più esatto

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Di: Avec Double Cordage http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141175 Avec Double Cordage Fri, 27 Nov 2009 17:55:45 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141175 daniela è esattamente quello che dico anche io, aggiungendo che ci vorrebbe qualcuno di giovane che andasse a fare un po' la spia infiltrandosi nell'ambiente e scovando cosi i manager dottori e allenatori che portano il doping ad alcuni tennisti, ovviamente Ubaldo o un giornalista sportivo professionista con un nome non lo può fare perché cosi facendo non lo farebbero più entrare da nessuna parte poi ma un giornalista giovane e fresco che non ha intenzione di fare carriera nello sport ma bensi nel giornalismo in genere lo può fare, e penso che con tutti i conflitti d'interesse e i comportamenti omertosi tra organizzatori e manager degli atleti ci sarebbe un sacco di roba da scoperchiare daniela è esattamente quello che dico anche io, aggiungendo che ci vorrebbe qualcuno di giovane che andasse a fare un po’ la spia infiltrandosi nell’ambiente e scovando cosi i manager dottori e allenatori che portano il doping ad alcuni tennisti, ovviamente Ubaldo o un giornalista sportivo professionista con un nome non lo può fare perché cosi facendo non lo farebbero più entrare da nessuna parte poi ma un giornalista giovane e fresco che non ha intenzione di fare carriera nello sport ma bensi nel giornalismo in genere lo può fare, e penso che con tutti i conflitti d’interesse e i comportamenti omertosi tra organizzatori e manager degli atleti ci sarebbe un sacco di roba da scoperchiare

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Di: daniela http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141156 daniela Fri, 27 Nov 2009 16:28:54 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-141156 Ritorno al discorso prettamente tennistico. A Scanagatta che dice che per fare oggi un giornalismo tennistico investigativo bisognerebbe prendersi una pausa lunga e dedicarsi esclusivamente "all'Inchiesta", vorrei rispondere che io non chiedo tanto, non gli chiedo di spiegarci finalmente come funzioni o non funzioni l'antidoping, (magari avesse voglia, tempo e possibilità di farlo), ma un'investigazione di altro tipo, quella di andare a vedere con i suoi occhi, di interpretare con la sua esperienza: di scrivere quindi articoli come quello su Marcora, per esempio, o, negli slam, nei masters series cui assiste in loco, di non chiudersi in sala stampa se non per scrivere, di non leggere gli articoli degli altri su internet ecc., ma di uscire, di scendere dalla terrazza di Montecarlo, per esempio, di assistere di persona agli allenamenti dei giocatori, di raccontarci qualcosa dell'ambiente, insomma, non di raccontarci e commentare quello che anche noi possiamo vedere in televisione. Ritorno al discorso prettamente tennistico. A Scanagatta che dice che per fare oggi un giornalismo tennistico investigativo bisognerebbe prendersi una pausa lunga e dedicarsi esclusivamente “all’Inchiesta”, vorrei rispondere che io non chiedo tanto, non gli chiedo di spiegarci finalmente come funzioni o non funzioni l’antidoping, (magari avesse voglia, tempo e possibilità di farlo), ma un’investigazione di altro tipo, quella di andare a vedere con i suoi occhi, di interpretare con la sua esperienza: di scrivere quindi articoli come quello su Marcora, per esempio, o, negli slam, nei masters series cui assiste in loco, di non chiudersi in sala stampa se non per scrivere, di non leggere gli articoli degli altri su internet ecc., ma di uscire, di scendere dalla terrazza di Montecarlo, per esempio, di assistere di persona agli allenamenti dei giocatori, di raccontarci qualcosa dell’ambiente, insomma, non di raccontarci e commentare quello che anche noi possiamo vedere in televisione.

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Di: Otello Lorenzi http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140811 Otello Lorenzi Wed, 25 Nov 2009 21:24:58 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140811 Caro Marcos, comprendo bene che gli obiettivi che propugni provengono da un disagio che sicuramente condividiamo. Capisco anche che la sensazione che si prova di fronte a un individuo come Feltri è ben diversa da quella che si può provare di fronte a Saviano. Ma la sostanza, al fondo, è la stessa: entrambi perseguono i loro interessi personali diffondendo disinformazione. Certo, Feltri sortisce un effetto immediato maggiormente minaccioso che non Saviano, ma questa alla fine si risolve in una mera questione estetica. La presentabilità di un individuo è sovente un fattore di serio inganno. Sono senz'altro d'accordo con la tua affermazione secondo la quale le inchieste e la satira potrebbero essere seri strumenti di demistificazione. Ma chi accede alla possibilità di condurre inchieste, di investigare? Quale scrittore o vignettista satirico, avendone le capacità, viene posto in condizione di non dover riproporre i soliti luoghi comuni? Mi pare che si dimentichi costantemente il problema centrale: i mezzi di comunicazione non sono nelle mani di chi vorrebbe un'informazione reale, ma in quelle di coloro che non hanno alcun interesse a una conoscenza delle cose e dei fatti approfondita e soprattutto diffusa. Infine, non sono così sicuro come te che le persone comuni non gradirebbero inchieste e satira, se queste rispondessero alla realtà. La gente comune sperimenta quotidianamente il rimprovero o l'essere contraddetta, anche quando non fa nulla di male o afferma cose del tutto ovvie. Questo accade perché le persone che non sono ricche hanno pochi piaceri: uno di questi consiste appunto nel rimproverare e contraddire i propri simili. Penso dunque che si divertirebbero un mondo se qualche inchiesta o qualche satira mettesse seriamente a posto i privilegiati. Non fosse altro perché costoro non vengono mai veramente contraddetti. Perciò sono insaziabili. Caro Marcos, comprendo bene che gli obiettivi che propugni provengono da un disagio che sicuramente condividiamo. Capisco anche che la sensazione che si prova di fronte a un individuo come Feltri è ben diversa da quella che si può provare di fronte a Saviano. Ma la sostanza, al fondo, è la stessa: entrambi perseguono i loro interessi personali diffondendo disinformazione. Certo, Feltri sortisce un effetto immediato maggiormente minaccioso che non Saviano, ma questa alla fine si risolve in una mera questione estetica. La presentabilità di un individuo è sovente un fattore di serio inganno.
Sono senz’altro d’accordo con la tua affermazione secondo la quale le inchieste e la satira potrebbero essere seri strumenti di demistificazione. Ma chi accede alla possibilità di condurre inchieste, di investigare? Quale scrittore o vignettista satirico, avendone le capacità, viene posto in condizione di non dover riproporre i soliti luoghi comuni?
Mi pare che si dimentichi costantemente il problema centrale: i mezzi di comunicazione non sono nelle mani di chi vorrebbe un’informazione reale, ma in quelle di coloro che non hanno alcun interesse a una conoscenza delle cose e dei fatti approfondita e soprattutto diffusa.
Infine, non sono così sicuro come te che le persone comuni non gradirebbero inchieste e satira, se queste rispondessero alla realtà. La gente comune sperimenta quotidianamente il rimprovero o l’essere contraddetta, anche quando non fa nulla di male o afferma cose del tutto ovvie. Questo accade perché le persone che non sono ricche hanno pochi piaceri: uno di questi consiste appunto nel rimproverare e contraddire i propri simili. Penso dunque che si divertirebbero un mondo se qualche inchiesta o qualche satira mettesse seriamente a posto i privilegiati. Non fosse altro perché costoro non vengono mai veramente contraddetti. Perciò sono insaziabili.

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Di: Avec Double Cordage http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140802 Avec Double Cordage Wed, 25 Nov 2009 20:06:03 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140802 ragazzi fatevi una risata con Rogelio http://tv.repubblica.it/copertina/federer-scoppia-a-ridere-durante-l-intervista/39528?video ragazzi fatevi una risata con Rogelio http://tv.repubblica.it/copertina/federer-scoppia-a-ridere-durante-l-intervista/39528?video

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Di: marcos http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140795 marcos Wed, 25 Nov 2009 18:34:58 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140795 a prescindere dal giudizio che dai su saviano, gabanelli, travaglio, feltri e de filippi (tra questi, a mio parere, non ci sono solo differenze di stile), non siamo mica tanto lontani, caro otello. tu affermi che la funzione dei media è quella di propagandare strumentalmente. io scrivo che la propaganda strumentale non è solo funzionale agli interessi diretti dei pochi gruppi, ma è anche tesa a mortificare la capacità critica dell'opinione pubblica, stordendola di messaggi e modelli lì per lì eccitanti e suadenti, ma, alla lunga, culturalmente soporiferi. aggiungo che uno dei fini più importanti della propaganda è proprio questo: addormentare critica e coscienza, per permettere a coloro che guidano i mezzi di informazione di continuare a coltivare indisturbati i loro interessi. io ritengo che gli strumenti migliori per cercare di cambiare le cose siano le inchieste e la satira. inchieste e satira, però, in un mondo che dorme, sognando modelli irraggiungibili, hanno poco spazio, poco appeal, poca presa. a prescindere dal giudizio che dai su saviano, gabanelli, travaglio, feltri e de filippi (tra questi, a mio parere, non ci sono solo differenze di stile), non siamo mica tanto lontani, caro otello.
tu affermi che la funzione dei media è quella di propagandare strumentalmente. io scrivo che la propaganda strumentale non è solo funzionale agli interessi diretti dei pochi gruppi, ma è anche tesa a mortificare la capacità critica dell’opinione pubblica, stordendola di messaggi e modelli lì per lì eccitanti e suadenti, ma, alla lunga, culturalmente soporiferi.
aggiungo che uno dei fini più importanti della propaganda è proprio questo: addormentare critica e coscienza, per permettere a coloro che guidano i mezzi di informazione di continuare a coltivare indisturbati i loro interessi.
io ritengo che gli strumenti migliori per cercare di cambiare le cose siano le inchieste e la satira. inchieste e satira, però, in un mondo che dorme, sognando modelli irraggiungibili, hanno poco spazio, poco appeal, poca presa.

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Di: Otello Lorenzi http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140752 Otello Lorenzi Wed, 25 Nov 2009 12:22:30 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140752 E’ questo il punto, Marcos: il fatto che tu ritenga (come molti) che esista una differenza di valore culturale (e dunque di ricerca della verità) fra Feltri o Travaglio e Gabanelli o Saviano. Quando si denuncia, come fai tu, la pochezza evidente di molto giornalismo, si dà per scontato che ci sia da qualche parte un mitico giornalismo che svolga effettivamente un servizio di informazione per i cittadini. Secondo i pregiudizi consolidati, questo “altro luogo” sarebbe nei paesi anglosassoni. Chi abbia seguito con una certa continuità il servizio di informazione reso dai media di quei paesi, sa benissimo che la libertà d’informazione compare e scompare manco fosse affidata a prestigiatori. La stampa statunitense e quella britannica sono state sempre perfettamente allineate con le operazioni condotte dai potentati militari e industriali. Fin dai tempi della guerra in Vietnam, quando pareva ancor più che i servizi di informazione fossero “liberi”, la stampa anglosassone ha appoggiato le scelte del governo americano, distanziandosene soltanto quando era ormai del tutto evidente che lo stesso governo aveva deciso di ritirare le truppe. Un esempio dei nostri giorni? I media favoleggiano di una lotta per le libertà civili in Iran, di una rivolta di giovani e donne a favore di Mousavi. Il quale è una diretta emanazione di Rafsanjani. Questo ayatollah, che per inciso è l’uomo più ricco dell’Iran ed è padrone delle stesse università dalle quali provengono gli studenti “ribelli”, ha da sempre in programma la privatizzazione del petrolio e del gas, in funzione di alleanze con gli Stati Uniti contro i “vicini” russi e cinesi. Lo stesso programma nucleare, in apparenza tanto osteggiato dalle amministrazioni anglosassoni ed europee, è stato imposto dagli uomini di Rafsanjani: per spartirsi tangenti, continuando a far raffinare il petrolio (perché l’Iran ha poche raffinerie) alle multinazionali inglesi e americane. I media ci informano diffusamente su queste vicende? Non mi pare proprio. Anzi, l’attenzione viene spostata su presunte rivolte, che sarebbero sicuramente giuste, ma di fatto non esistono. E i soliti noti continuano ad arricchirsi propinando favole all’opinione pubblica mondiale. Vogliamo parlare brevemente (altrimenti occorrerebbe un’enciclopedia) dei nostri preziosi giornalisti “d’investigazione”? Due nomi esemplari: Roberto Saviano e Milena Gabanelli. Questi due giornalisti sono diventati divi dell’informazione grazie alle emergenze della Campania. La loro figura di reporter si basa sulla cosiddetta presenza diretta sul campo, per narrare i fatti. Il guaio è che nelle loro rappresentazioni mancano sempre domande molto semplici, ma fondamentali, se si volesse comprendere davvero la realtà. Qualche esempio? In Campania esistono quattordici basi militari americane e dell’Alleanza atlantica: dove finiscono i rifiuti tossici di queste basi? I sommergibili nucleari statunitensi hanno nel porto di Napoli il primo molo d’attracco dell’intero Mediterraneo: dove vengono allora smaltite le scorie tossiche di questi sommergibili? Se i giornalisti “di investigazione” rivolgessero queste essenziali e ovvie domande, riceverebbero una risposta altrettanto evidente: segreto militare. Ma se a questa risposta si aggiungesse l’informazione che la legge 123/2008 stabilisce che tutti i rifiuti in Campania sono da considerarsi segreto militare, allora il quadro sarebbe veramente esauriente. Il fatto è che questi giornalisti “d’assalto” non solo non pongono quelle semplici domande a chi di competenza, ma non informano l’opinione pubblica nemmeno dell’esistenza della legge 123/2008: in buona sostanza, mantengono il segreto giornalistico sul segreto militare. Saviano e Gabanelli, che sono due "esemplari" giornalisti di informazione, hanno formalizzato una versione dei fatti accettata da tutti, compresi i movimenti e i gruppi di opposizione al governo. Secondo i loro resoconti, la camorra (con riferimento particolare alla nuova “Spectre”, l’ormai mitico Clan dei Casalesi) avrebbe organizzato e attuato la discarica abusiva dei rifiuti tossici di derivazione industriale. Essendo il sistema camorristico descritto come un’entità metafisica, se ne deduce che si tratta di una specie di malattia dello spirito. Da ciò discende con tutta evidenza che la Campania, con l’intero Meridione, è un territorio degenerato nella morale e nella pratica. Dunque, una terra da salvare da se stessa. Il vecchio ritornello, insomma, che Napoli deve essere salvata dai napoletani e l’Italia dagli italiani. Per chi sa intendere, questo significa che i territori da “salvare” devono essere governati e gestiti da altri, non dagli abitanti. Un po’ come il territorio americano, che doveva essere “salvato” dai selvaggi pellerossa. Naturalmente i salvatori saranno sempre i soldati blu. Pochi sembrano accorgersi che i resoconti di Saviano e Gabanelli configurano di fatto una terza specie di “degenerati” per definizione: oltre ai “classici” ebrei e negri si aggiungono gli italiani meridionali. Ma visto che Saviano scrive bene, è perfino napoletano e si dichiara anche progressista, allora i contenuti nettamente razzistici delle sue tesi passano inosservati. Peraltro risulta evidente anche la riaffermazione di un vecchio stereotipo: la minaccia all’ordine sociale viene sempre dalla povertà e dalla disperazione. Ci si dimentica che la pericolosità sociale non proviene dalla miseria economica, ma dall’opposto: da quanti mezzi si hanno a disposizione per nuocere. E’ il grado di potenza che stabilisce il livello di effettiva pericolosità. I media invece ci raccontano che se si è poveri e scontenti allora si diventa facilmente criminali. Parrebbe più logico ed evidente che, quando si vive miseramente, la cosa più probabile che possa accadere è quella di continuare a vivere in tale condizione. Chi invece possiede mezzi materiali cospicui ha tutto quel che serve per comportarsi eventualmente da criminale e garantirsi anche impunità e consenso. Insomma, in qualunque luogo del pianeta chi è molto ricco e possiede industrie, giornali, televisioni, catene di distribuzione ha a disposizione intere armate di individui il cui lavoro consiste sempre nel raccontare la fiaba che i poveri hanno troppi privilegi e che tutti i problemi provengono da ciò, e dal fatto che i ricchi non hanno abbastanza mezzi per arginare questa inarrestabile deriva morale. Saviano, più ancora che la Gabanelli (la quale resta comunque una “precaria” del giornalismo), ha talento e ha compreso che per fare carriera nei media occorre trovare sempre nuovi modi di raccontare la favola del povero pieno di privilegi e del ricco succubo dei disperati. Il fatto poi che si dichiari “di sinistra” aggiunge quel tocco di artificiosa “sofferenza” alla sua mistificazione. Ma, in sostanza, Saviano ha confezionato un prodotto che gli ha consentito di accedere ad altissimi livelli di divismo e di guadagno economico. Grazie anche all’aiuto di abili “editor”, specialisti nel campo della mistificazione mediatica. E grazie anche a quella brutta bestia che è il razzismo (uno stato mentale che annulla ogni capacità critica), Saviano è riuscito a far credere a quasi tutti che le multinazionali che producono rifiuti tossici hanno praticamente dovuto implorare la “camorra imprenditrice” per smaltirli. E che questi delinquenti di origine meridionale si sono pure permessi, per soprammercato, di seppellire tutte queste scorie tossiche in discariche abusive allestite da loro. La funzione dei media dunque, caro Marcos, non è quella perciò di informare, ma di propagandare comunicazioni funzionali agli interessi dei gruppi che possiedono e controllano i mezzi di informazione. Solamente chi voglia ostinarsi in una concezione metafisica del giornalismo può continuare a ignorare gli strettissimi legami che esistono fra i gruppi di potere economico, le agenzie che operano per conto dei servizi segreti e i mezzi di comunicazione di massa. Per quel che concerne l’opinione pubblica, l’unica differenza consiste nel fatto che fino a pochi anni fa essa era sostanzialmente più ingenua di quanto non sia diventata, proprio in virtù della sempre più capillare diffusione dei media. Istintivamente, le persone hanno intuito che forse i mezzi di comunicazione di massa possono indicarti una strada per raggranellare qualche soldo, ma sicuramente non ti daranno mai alcuna conoscenza. Perciò Maria De Filippi ha un pubblico assai più vasto di Milena Gabanelli. Ma la funzione di entrambe è la medesima: raccontare favole. E’ questo il punto, Marcos: il fatto che tu ritenga (come molti) che esista una differenza di valore culturale (e dunque di ricerca della verità) fra Feltri o Travaglio e Gabanelli o Saviano. Quando si denuncia, come fai tu, la pochezza evidente di molto giornalismo, si dà per scontato che ci sia da qualche parte un mitico giornalismo che svolga effettivamente un servizio di informazione per i cittadini.
Secondo i pregiudizi consolidati, questo “altro luogo” sarebbe nei paesi anglosassoni. Chi abbia seguito con una certa continuità il servizio di informazione reso dai media di quei paesi, sa benissimo che la libertà d’informazione compare e scompare manco fosse affidata a prestigiatori. La stampa statunitense e quella britannica sono state sempre perfettamente allineate con le operazioni condotte dai potentati militari e industriali. Fin dai tempi della guerra in Vietnam, quando pareva ancor più che i servizi di informazione fossero “liberi”, la stampa anglosassone ha appoggiato le scelte del governo americano, distanziandosene soltanto quando era ormai del tutto evidente che lo stesso governo aveva deciso di ritirare le truppe.
Un esempio dei nostri giorni? I media favoleggiano di una lotta per le libertà civili in Iran, di una rivolta di giovani e donne a favore di Mousavi. Il quale è una diretta emanazione di Rafsanjani. Questo ayatollah, che per inciso è l’uomo più ricco dell’Iran ed è padrone delle stesse università dalle quali provengono gli studenti “ribelli”, ha da sempre in programma la privatizzazione del petrolio e del gas, in funzione di alleanze con gli Stati Uniti contro i “vicini” russi e cinesi. Lo stesso programma nucleare, in apparenza tanto osteggiato dalle amministrazioni anglosassoni ed europee, è stato imposto dagli uomini di Rafsanjani: per spartirsi tangenti, continuando a far raffinare il petrolio (perché l’Iran ha poche raffinerie) alle multinazionali inglesi e americane. I media ci informano diffusamente su queste vicende? Non mi pare proprio. Anzi, l’attenzione viene spostata su presunte rivolte, che sarebbero sicuramente giuste, ma di fatto non esistono. E i soliti noti continuano ad arricchirsi propinando favole all’opinione pubblica mondiale.
Vogliamo parlare brevemente (altrimenti occorrerebbe un’enciclopedia) dei nostri preziosi giornalisti “d’investigazione”? Due nomi esemplari: Roberto Saviano e Milena Gabanelli. Questi due giornalisti sono diventati divi dell’informazione grazie alle emergenze della Campania. La loro figura di reporter si basa sulla cosiddetta presenza diretta sul campo, per narrare i fatti. Il guaio è che nelle loro rappresentazioni mancano sempre domande molto semplici, ma fondamentali, se si volesse comprendere davvero la realtà. Qualche esempio? In Campania esistono quattordici basi militari americane e dell’Alleanza atlantica: dove finiscono i rifiuti tossici di queste basi? I sommergibili nucleari statunitensi hanno nel porto di Napoli il primo molo d’attracco dell’intero Mediterraneo: dove vengono allora smaltite le scorie tossiche di questi sommergibili?
Se i giornalisti “di investigazione” rivolgessero queste essenziali e ovvie domande, riceverebbero una risposta altrettanto evidente: segreto militare. Ma se a questa risposta si aggiungesse l’informazione che la legge 123/2008 stabilisce che tutti i rifiuti in Campania sono da considerarsi segreto militare, allora il quadro sarebbe veramente esauriente. Il fatto è che questi giornalisti “d’assalto” non solo non pongono quelle semplici domande a chi di competenza, ma non informano l’opinione pubblica nemmeno dell’esistenza della legge 123/2008: in buona sostanza, mantengono il segreto giornalistico sul segreto militare.
Saviano e Gabanelli, che sono due “esemplari” giornalisti di informazione, hanno formalizzato una versione dei fatti accettata da tutti, compresi i movimenti e i gruppi di opposizione al governo. Secondo i loro resoconti, la camorra (con riferimento particolare alla nuova “Spectre”, l’ormai mitico Clan dei Casalesi) avrebbe organizzato e attuato la discarica abusiva dei rifiuti tossici di derivazione industriale. Essendo il sistema camorristico descritto come un’entità metafisica, se ne deduce che si tratta di una specie di malattia dello spirito. Da ciò discende con tutta evidenza che la Campania, con l’intero Meridione, è un territorio degenerato nella morale e nella pratica. Dunque, una terra da salvare da se stessa. Il vecchio ritornello, insomma, che Napoli deve essere salvata dai napoletani e l’Italia dagli italiani. Per chi sa intendere, questo significa che i territori da “salvare” devono essere governati e gestiti da altri, non dagli abitanti. Un po’ come il territorio americano, che doveva essere “salvato” dai selvaggi pellerossa. Naturalmente i salvatori saranno sempre i soldati blu.
Pochi sembrano accorgersi che i resoconti di Saviano e Gabanelli configurano di fatto una terza specie di “degenerati” per definizione: oltre ai “classici” ebrei e negri si aggiungono gli italiani meridionali. Ma visto che Saviano scrive bene, è perfino napoletano e si dichiara anche progressista, allora i contenuti nettamente razzistici delle sue tesi passano inosservati. Peraltro risulta evidente anche la riaffermazione di un vecchio stereotipo: la minaccia all’ordine sociale viene sempre dalla povertà e dalla disperazione. Ci si dimentica che la pericolosità sociale non proviene dalla miseria economica, ma dall’opposto: da quanti mezzi si hanno a disposizione per nuocere. E’ il grado di potenza che stabilisce il livello di effettiva pericolosità.
I media invece ci raccontano che se si è poveri e scontenti allora si diventa facilmente criminali. Parrebbe più logico ed evidente che, quando si vive miseramente, la cosa più probabile che possa accadere è quella di continuare a vivere in tale condizione. Chi invece possiede mezzi materiali cospicui ha tutto quel che serve per comportarsi eventualmente da criminale e garantirsi anche impunità e consenso. Insomma, in qualunque luogo del pianeta chi è molto ricco e possiede industrie, giornali, televisioni, catene di distribuzione ha a disposizione intere armate di individui il cui lavoro consiste sempre nel raccontare la fiaba che i poveri hanno troppi privilegi e che tutti i problemi provengono da ciò, e dal fatto che i ricchi non hanno abbastanza mezzi per arginare questa inarrestabile deriva morale. Saviano, più ancora che la Gabanelli (la quale resta comunque una “precaria” del giornalismo), ha talento e ha compreso che per fare carriera nei media occorre trovare sempre nuovi modi di raccontare la favola del povero pieno di privilegi e del ricco succubo dei disperati. Il fatto poi che si dichiari “di sinistra” aggiunge quel tocco di artificiosa “sofferenza” alla sua mistificazione. Ma, in sostanza, Saviano ha confezionato un prodotto che gli ha consentito di accedere ad altissimi livelli di divismo e di guadagno economico. Grazie anche all’aiuto di abili “editor”, specialisti nel campo della mistificazione mediatica. E grazie anche a quella brutta bestia che è il razzismo (uno stato mentale che annulla ogni capacità critica), Saviano è riuscito a far credere a quasi tutti che le multinazionali che producono rifiuti tossici hanno praticamente dovuto implorare la “camorra imprenditrice” per smaltirli. E che questi delinquenti di origine meridionale si sono pure permessi, per soprammercato, di seppellire tutte queste scorie tossiche in discariche abusive allestite da loro.
La funzione dei media dunque, caro Marcos, non è quella perciò di informare, ma di propagandare comunicazioni funzionali agli interessi dei gruppi che possiedono e controllano i mezzi di informazione. Solamente chi voglia ostinarsi in una concezione metafisica del giornalismo può continuare a ignorare gli strettissimi legami che esistono fra i gruppi di potere economico, le agenzie che operano per conto dei servizi segreti e i mezzi di comunicazione di massa. Per quel che concerne l’opinione pubblica, l’unica differenza consiste nel fatto che fino a pochi anni fa essa era sostanzialmente più ingenua di quanto non sia diventata, proprio in virtù della sempre più capillare diffusione dei media. Istintivamente, le persone hanno intuito che forse i mezzi di comunicazione di massa possono indicarti una strada per raggranellare qualche soldo, ma sicuramente non ti daranno mai alcuna conoscenza. Perciò Maria De Filippi ha un pubblico assai più vasto di Milena Gabanelli. Ma la funzione di entrambe è la medesima: raccontare favole.

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Di: Fabio http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140733 Fabio Wed, 25 Nov 2009 09:43:12 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2596#comment-140733 Anche Noah, con il suo 1.93, al R.G del 1983 ad esempio ... Anche Noah, con il suo 1.93, al R.G del 1983 ad esempio …

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