Commenti a: Volandri, inizia una nuova carriera o un lento declino? http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 18:39:48 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: Andros http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-73431 Andros Mon, 04 Aug 2008 10:54:06 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-73431 Credo che l'analisi iniziale sia corretta. Personalmente non credo che possa rientrare nei 40. Credo che ritornerà ma al massimo tra i 50/70 giocatori del mondo basandosi sui tornei che da sempre ha preferito e cioè terra rossa. Volandri è stato ed è un buon giocatore di livello mondiale. E non possiamo che ringraziarlo. Nonostante i limiti ha dato molto ed ha anche trasmesso un'immagine positiva del tennis. Un po' piagnone come la maggior parte degli italiani ma positiva. Personalmente credo abbia sempre dimostrato di arrivare col lavoro, trovo normale che un ragazzo giovane ed "in vista" si sia distratto un po' e che, forse, si sia un po' "nascosto" dietri agli acciacchi che ci sono di sicuro. Ha i limiti di sempre: non ha mai avuto, e non credo possa acquisirla ora, la vera mentalità del vero tennista professionista. Un esempio per tutti: Volandri ha SEMPRE preferito una programmazione casalinga e sulla terra rossa. Anche quando era giovane ed aveva potenziale e già classifica per andare a giocare la stagione americana sul cemento. Non ci ha mai pensato neanche per un attimo. Non ha mai saputo investire totamente sul suo potenziale. Giocava il torneo del condominio di San Marino anche a 21/23 anni: e come si può pensare di puntare in alto? ma siamo ancora qui a parlarne? Credo che l’analisi iniziale sia corretta.

Personalmente non credo che possa rientrare nei 40. Credo che ritornerà ma al massimo tra i 50/70 giocatori del mondo basandosi sui tornei che da sempre ha preferito e cioè terra rossa.

Volandri è stato ed è un buon giocatore di livello mondiale. E non possiamo che ringraziarlo. Nonostante i limiti ha dato molto ed ha anche trasmesso un’immagine positiva del tennis. Un po’ piagnone come la maggior parte degli italiani ma positiva.

Personalmente credo abbia sempre dimostrato di arrivare col lavoro, trovo normale che un ragazzo giovane ed “in vista” si sia distratto un po’ e che, forse, si sia un po’ “nascosto” dietri agli acciacchi che ci sono di sicuro.

Ha i limiti di sempre: non ha mai avuto, e non credo possa acquisirla ora, la vera mentalità del vero tennista professionista.

Un esempio per tutti: Volandri ha SEMPRE preferito una programmazione casalinga e sulla terra rossa. Anche quando era giovane ed aveva potenziale e già classifica per andare a giocare la stagione americana sul cemento. Non ci ha mai pensato neanche per un attimo. Non ha mai saputo investire totamente sul suo potenziale.

Giocava il torneo del condominio di San Marino anche a 21/23 anni: e come si può pensare di puntare in alto?

ma siamo ancora qui a parlarne?

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Di: bob http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-73388 bob Mon, 04 Aug 2008 00:13:48 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-73388 beh, intanto oggi ha vinto il secondo challenger da $100.000 di fila. Impresa difficilissima, con 10 vittorie consecutive. Con quest punti rientrera' nei primi 100... beh, intanto oggi ha vinto il secondo challenger da $100.000 di fila. Impresa difficilissima, con 10 vittorie consecutive. Con quest punti rientrera’ nei primi 100…

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Di: Freeman http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72627 Freeman Tue, 29 Jul 2008 17:49:34 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72627 concordo pienamente con l'analisi di Commentucci, sempre molto esauriente. penso che Volandri, con i limiti tecnici che ha, abbia fatto il massimo considerando che la maggior parte dei tornei che contano si giuocano su superfici veloci, in ogni caso nel 2009 se non ha problemi fisici sicuramente lo rivedremo tra i top 50 visti i risultati di quest'anno concordo pienamente con l’analisi di Commentucci, sempre molto esauriente. penso che Volandri, con i limiti tecnici che ha, abbia fatto il massimo considerando che la maggior parte dei tornei che contano si giuocano su superfici veloci, in ogni caso nel 2009 se non ha problemi fisici sicuramente lo rivedremo tra i top 50 visti i risultati di quest’anno

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Di: Roberto Commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72586 Roberto Commentucci Tue, 29 Jul 2008 09:51:20 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72586 Come sempre l'argomento Volandri ha il potere di dividere gli appassionati, perennemente spaccati tra giustificazionisti e detrattori. Io credo che questo dipenda anche dal profilo, molto atipico, del giocatore toscano, nel quale convivono alcuni punti di forza davvero di livello mondiale (la risposta, la rapidità dei piedi, l'esposività, il rovescio incrociato) e settori di gioco di inusitata debolezza (in primis il servizio, ma anche, in parte, la scarsa capacità di verticalizzare e di coprire la rete). Nel riprendere le fila del dibattito, credo che <strong>Max </strong>abbia detto molte cose giuste. L'evoluzione della carriera di Volandri, e in parte anche quella di Starace, costituiscono il simbolo di un passaggio storico particolare del nostro tennis. Essi si sono formati, come giocatori, negli anni fra il 1998 e il 2002, nell'interregno fra le macerie fumanti della Fit di Galgani (che aveva fino ad allora detenuto il monopolio della costruzione dei giocatori), e l'inizio di un periodo nuovo, quello della formazione dei team privati. I loro coach, Fanucci e poi Rianna, sono stati i primi a seguire l'esempio di Riccardo Piatti, incammindosi sulla via nuova del professionismo su basi privatistiche. Volandri e Starace, da questo punto di vista, hanno scontato gli errori del noviziato, e dell'inesperienza, nonché le lacune enormi del sistema tennis del nostro paese. Tali lacune enormi hanno fatto si che entrambi approdassero al professionismo con macroscopici difetti tecnici e fisici: il servizio di Volandri, certo, ma anche quello di Starace, che è un atleta di 1,90 incapace di servire piatto. E questo deriva dal fatto che i primi maestri del campano, preoccupati dalla sua lentezza nel fare il primo passo in uscita dal servizio, furono costretti ad impostargli un servizio con molto kick, in modo da tenere lontano l'avversario e dare a Poto il tempo necessario per preparare la botta di diritto e comandare lo scambio. In un paese tennisticamente più evoluto, ci si sarebbe preoccupati di velocizzare per tempo l'azzurro, con un lavoro atletico mirato e di qualità. E adesso avremmo un giocatore adatto a tutte le superfici, più efficace anche in risposta e maggiormente in grado di giocare vicino al campo, in grado di stare stabilmente nei 30. Lo stesso vale per Volandri. Se da ragazzino avesse giocato molto di più sul duro, si sarebbe capito per tempo che il servizio andava tempestivamente rifondato, al più tardi verso i 16 anni. Ma tanto sulla terra, forte com'era negli altri settori del gioco, vinceva lo stesso... E così, i nostri sono arrivati al professionismo, grazie alle loro qualità, che non sono poche. Ma erano anche coscienti dei loro punti di debolezza, che la terra ben mascherava, e che hanno tolto loro anche molta fiducia in se' stessi. Pensate quanto doveva soffrire il Volandri di inizio carriera sul veloce nel vedere che lui faceva una fatica di inferno per farsi tutti i punti, e l'avversario di turno invece ne incassava la metà gratis, senza fatica, grazie al servizio... Oppure Starace quando si vedeva bombardato sul suo debole rovescio, fino a soccombere, e sulle superfici rapide non aveva il tempo (che la provvida terra invece gli forniva) per girarsi sul suo notevole diritto e ribaltare l'inerzia dello scambio... Queste lacune tecniche, e la loro consapevolezza, hanno probabilmente contribuito a innestare nei nostri due azzurri un vero e proprio complesso di inferiorità, che ha impedito loro di avere il coraggio di affrontare le superfici rapide con sufficiente convinzione, e il necessario lavoro tecnico per domarle. Insomma, ognuno è figlio del proprio tempo. E nascere giocatori con ambizioni professionistiche nell'Italia tennistica di una decina di anni fa, non era una cosa facile. Ci sarebbero volute due personalità eccezionali, di enorme ambizione, per sormontare tali difficoltà "ambientali" e diventare giocatori più completi. Detto questo, non voglio certo farne dei martiri, è anche vero ciò che ha detto <strong>Fracco</strong>: sempre meglio che lavorare. Tuttavia, non vanno nemmeno giudicati così severamente. Piuttosto, è importante che la loro storia serva da insegnamento per il futuro, a tutti coloro che intendono provarci sul serio, fin da piccolini. Per dirla con il titolo di un DVD di successo di Max Sartori: Ripartiamo dalla tecnica! Come sempre l’argomento Volandri ha il potere di dividere gli appassionati, perennemente spaccati tra giustificazionisti e detrattori. Io credo che questo dipenda anche dal profilo, molto atipico, del giocatore toscano, nel quale convivono alcuni punti di forza davvero di livello mondiale (la risposta, la rapidità dei piedi, l’esposività, il rovescio incrociato) e settori di gioco di inusitata debolezza (in primis il servizio, ma anche, in parte, la scarsa capacità di verticalizzare e di coprire la rete).
Nel riprendere le fila del dibattito, credo che Max abbia detto molte cose giuste.
L’evoluzione della carriera di Volandri, e in parte anche quella di Starace, costituiscono il simbolo di un passaggio storico particolare del nostro tennis. Essi si sono formati, come giocatori, negli anni fra il 1998 e il 2002, nell’interregno fra le macerie fumanti della Fit di Galgani (che aveva fino ad allora detenuto il monopolio della costruzione dei giocatori), e l’inizio di un periodo nuovo, quello della formazione dei team privati. I loro coach, Fanucci e poi Rianna, sono stati i primi a seguire l’esempio di Riccardo Piatti, incammindosi sulla via nuova del professionismo su basi privatistiche. Volandri e Starace, da questo punto di vista, hanno scontato gli errori del noviziato, e dell’inesperienza, nonché le lacune enormi del sistema tennis del nostro paese. Tali lacune enormi hanno fatto si che entrambi approdassero al professionismo con macroscopici difetti tecnici e fisici: il servizio di Volandri, certo, ma anche quello di Starace, che è un atleta di 1,90 incapace di servire piatto. E questo deriva dal fatto che i primi maestri del campano, preoccupati dalla sua lentezza nel fare il primo passo in uscita dal servizio, furono costretti ad impostargli un servizio con molto kick, in modo da tenere lontano l’avversario e dare a Poto il tempo necessario per preparare la botta di diritto e comandare lo scambio. In un paese tennisticamente più evoluto, ci si sarebbe preoccupati di velocizzare per tempo l’azzurro, con un lavoro atletico mirato e di qualità. E adesso avremmo un giocatore adatto a tutte le superfici, più efficace anche in risposta e maggiormente in grado di giocare vicino al campo, in grado di stare stabilmente nei 30. Lo stesso vale per Volandri. Se da ragazzino avesse giocato molto di più sul duro, si sarebbe capito per tempo che il servizio andava tempestivamente rifondato, al più tardi verso i 16 anni. Ma tanto sulla terra, forte com’era negli altri settori del gioco, vinceva lo stesso…

E così, i nostri sono arrivati al professionismo, grazie alle loro qualità, che non sono poche. Ma erano anche coscienti dei loro punti di debolezza, che la terra ben mascherava, e che hanno tolto loro anche molta fiducia in se’ stessi. Pensate quanto doveva soffrire il Volandri di inizio carriera sul veloce nel vedere che lui faceva una fatica di inferno per farsi tutti i punti, e l’avversario di turno invece ne incassava la metà gratis, senza fatica, grazie al servizio… Oppure Starace quando si vedeva bombardato sul suo debole rovescio, fino a soccombere, e sulle superfici rapide non aveva il tempo (che la provvida terra invece gli forniva) per girarsi sul suo notevole diritto e ribaltare l’inerzia dello scambio…

Queste lacune tecniche, e la loro consapevolezza, hanno probabilmente contribuito a innestare nei nostri due azzurri un vero e proprio complesso di inferiorità, che ha impedito loro di avere il coraggio di affrontare le superfici rapide con sufficiente convinzione, e il necessario lavoro tecnico per domarle.

Insomma, ognuno è figlio del proprio tempo.
E nascere giocatori con ambizioni professionistiche nell’Italia tennistica di una decina di anni fa, non era una cosa facile. Ci sarebbero volute due personalità eccezionali, di enorme ambizione, per sormontare tali difficoltà “ambientali” e diventare giocatori più completi.
Detto questo, non voglio certo farne dei martiri, è anche vero ciò che ha detto Fracco: sempre meglio che lavorare. Tuttavia, non vanno nemmeno giudicati così severamente.
Piuttosto, è importante che la loro storia serva da insegnamento per il futuro, a tutti coloro che intendono provarci sul serio, fin da piccolini. Per dirla con il titolo di un DVD di successo di Max Sartori: Ripartiamo dalla tecnica!

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Di: anto http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72575 anto Tue, 29 Jul 2008 08:59:48 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72575 Concordo con l'intervento di Ubaldo tranne su una cosa, il discorso fognini sul comportamento in campo non sempre ineccepibile. Cosa si intende per non sempre ineccepibile, forse la troppa voglia di vincere, la voglia di un ragazzo di 21 anni di spaccare il mondo e portare in alto i colori dell'Italia in uno sport che negli ultimi 20 anni ci ha regalato più dolori che gioie. Prendiamo Murray, semplicemente insopportabile, eppure essendo top 10, la sua insopportabilità lo fà diventare un icona di questo sport essendo un vincente. Prendiamo Seppi, il ns numero uno italiano, l'ho visto giocare dal vivo diverse volte, eppure non mi trasmette nulla, no emozioni, non mi trasmette nulla.......e poi abbiamo Fognini, probabilmente si arrabbia quando perde un punto combattuto, o quando gioca male, però quando gioca trasmette sempre qualcosa, nel bene o nel male........a seconda dei punti di vista Concordo con l’intervento di Ubaldo tranne su una cosa, il discorso fognini sul comportamento in campo non sempre ineccepibile. Cosa si intende per non sempre ineccepibile, forse la troppa voglia di vincere, la voglia di un ragazzo di 21 anni di spaccare il mondo e portare in alto i colori dell’Italia in uno sport che negli ultimi 20 anni ci ha regalato più dolori che gioie. Prendiamo Murray, semplicemente insopportabile, eppure essendo top 10, la sua insopportabilità lo fà diventare un icona di questo sport essendo un vincente. Prendiamo Seppi, il ns numero uno italiano, l’ho visto giocare dal vivo diverse volte, eppure non mi trasmette nulla, no emozioni, non mi trasmette nulla…….e poi abbiamo Fognini, probabilmente si arrabbia quando perde un punto combattuto, o quando gioca male, però quando gioca trasmette sempre qualcosa, nel bene o nel male……..a seconda dei punti di vista

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Di: madmax http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72568 madmax Tue, 29 Jul 2008 07:14:10 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72568 Ubaldo, hai perfettamente ragione, considera una cosa però che quando tu dici "Avrei voluto che si fosse cimentato fin da ragazzino...." lo sai benissimo che a quell'eta non sono i ragazzi a decidere e scegliere bens' i genitori, non a caso prima Tommasi poi noi su G&F abbiamo sempre rimarcato la mancanza di genitori di campioni.... Ubaldo, hai perfettamente ragione, considera una cosa però che quando tu dici “Avrei voluto che si fosse cimentato fin da ragazzino….” lo sai benissimo che a quell’eta non sono i ragazzi a decidere e scegliere bens’ i genitori, non a caso prima Tommasi poi noi su G&F abbiamo sempre rimarcato la mancanza di genitori di campioni….

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Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72530 Ubaldo Scanagatta Mon, 28 Jul 2008 23:54:51 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72530 Un atleta che è stato il migliore d'Italia per quattro anni, in uno sport che è assai più praticato di tanti altri, merita grande rispetto. Sono d'accordo, in questo, con Mad Max. Che poi Volandri non sia un campionissimo purtroppo è anche questo vero. Aveva limiti insormontabili? Ha dato tutto quel che poteva dare? Ha fatto il massimo del suo potenziale? Non lo so, forse nessuno può saperlo, nemmeno lui. A me sarebbe piaciuto che Filippo avesse mostrato un atteggiamento meno provinciale e meno conservatore (quando ha guadagnato punti ATP e classifica mi è parso semrpe più preoccupato di difenderli che non di ingegnarsi a cambiare qualcosa per fare altri progressi...ma magari la mia è soltanto una sensazione sbagliata; non se sia stato un problema di presunzione o, al contrario, di eccessiva umiltà e poca convinzione nei propri mezzi...pare un paradosso, ma sarebbero due modus vivendi assolutamente contrapposti, eppure plausibili entrambi). Avrei voluto che lui si fosse cimentato fin da ragazzino nei tornei che potessero metterlo alla prova ancor più di frequente, con avversari di valore...e invece ho avuto spesso la sensazione che lui preferisse essere il primo dei secondi, piuttosto che rischiare di essere l'ultimo dei primi. Non so se siano stati calcoli economici, magari un po' sparagnini, o piuttosto frutto di insicurezza...Anche Cancellotti si comportò allo stesso modo, anche Starace è un po' così. Mentre Fognini, ad esempio, e non dico una cosa nuova, sembra più ambizioso e il suo atteggiamento (a prescindere dal comportamento in campo non sempre ineccepibile) mi piace di più. Un atleta che è stato il migliore d’Italia per quattro anni, in uno sport che è assai più praticato di tanti altri, merita grande rispetto. Sono d’accordo, in questo, con Mad Max. Che poi Volandri non sia un campionissimo purtroppo è anche questo vero.
Aveva limiti insormontabili? Ha dato tutto quel che poteva dare? Ha fatto il massimo del suo potenziale?
Non lo so, forse nessuno può saperlo, nemmeno lui.
A me sarebbe piaciuto che Filippo avesse mostrato un atteggiamento meno provinciale e meno conservatore (quando ha guadagnato punti ATP e classifica mi è parso semrpe più preoccupato di difenderli che non di ingegnarsi a cambiare qualcosa per fare altri progressi…ma magari la mia è soltanto una sensazione sbagliata; non se sia stato un problema di presunzione o, al contrario, di eccessiva umiltà e poca convinzione nei propri mezzi…pare un paradosso, ma sarebbero due modus vivendi assolutamente contrapposti, eppure plausibili entrambi). Avrei voluto che lui si fosse cimentato fin da ragazzino nei tornei che potessero metterlo alla prova ancor più di frequente, con avversari di valore…e invece ho avuto spesso la sensazione che lui preferisse essere il primo dei secondi, piuttosto che rischiare di essere l’ultimo dei primi. Non so se siano stati calcoli economici, magari un po’ sparagnini, o piuttosto frutto di insicurezza…Anche Cancellotti si comportò allo stesso modo, anche Starace è un po’ così. Mentre Fognini, ad esempio, e non dico una cosa nuova, sembra più ambizioso e il suo atteggiamento (a prescindere dal comportamento in campo non sempre ineccepibile) mi piace di più.

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Di: madmax http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72505 madmax Mon, 28 Jul 2008 20:02:42 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72505 il mondo è pieno di mediocri che tutti i giorni si alzano al mattino e vanno a lavorare per 1000 euro al mese, sono i miliardesimi del mondo e sono persone degnissime che non volgiono far pena a nessuno... volandri è un libero professionista che a spanne ne guadagnerà tra tutto ca 70/80.000.....ed è così sconosciuto che per 3 mesi (ma magari anche solo per una settimana) volendo ne prenderebbe 1 milione per andare in televisione... i se ed i ma li fate voi di cui certamente non si occupa nessuno... il mondo è pieno di mediocri che tutti i giorni si alzano al mattino e vanno a lavorare per 1000 euro al mese, sono i miliardesimi del mondo e sono persone degnissime che non volgiono far pena a nessuno… volandri è un libero professionista che a spanne ne guadagnerà tra tutto ca 70/80.000…..ed è così sconosciuto che per 3 mesi (ma magari anche solo per una settimana) volendo ne prenderebbe 1 milione per andare in televisione… i se ed i ma li fate voi di cui certamente non si occupa nessuno…

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Di: fracco http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72502 fracco Mon, 28 Jul 2008 19:33:04 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72502 mio nonno diceva:sempre meglio che lavorare...voglio dire da questo articolo è venuta fuori la figura di un martire...insomma volandri è solo uno che ai minimi risultati positivi si adagia...non è un eroe dei nostri giorni...inutile trovare scuse sia da parte sua con quel ginocchio, sia da parte nostra.. mio nonno diceva:sempre meglio che lavorare…voglio dire da questo articolo è venuta fuori la figura di un martire…insomma volandri è solo uno che ai minimi risultati positivi si adagia…non è un eroe dei nostri giorni…inutile trovare scuse sia da parte sua con quel ginocchio, sia da parte nostra..

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Di: Voortrekker Boer http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72501 Voortrekker Boer Mon, 28 Jul 2008 19:32:35 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2323#comment-72501 Se Volandri fosse nato in Francia, se, se se se e ancora se...ma ci rendiamo conto? Perchè stiamo a farci interrogativi su Volandri? perchè ha vinto un challenger? Che pena, Volandri è e resta un giocatore mediocre, la peggior specie dell' italico tennis assieme al suo socio Starace, ci sono tre giovani che meritano molta più attenzione. Se Volandri fosse nato in Francia, se, se se se e ancora se…ma ci rendiamo conto?

Perchè stiamo a farci interrogativi su Volandri? perchè ha vinto un challenger? Che pena, Volandri è e resta un giocatore mediocre, la peggior specie dell’ italico tennis assieme al suo socio Starace, ci sono tre giovani che meritano molta più attenzione.

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