Roddick e Williams, gran riscatto
Serena parla a ruota libera
“Leggo libri sì, giornali mai”

 
24 Gennaio 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

N.b. Pat Rafter, sempre bello, sempre tirato a lucido come se stesse ancora giocando, gira come un aussie qualsiasi, super-casual, in shorts. Dietro a lui Lara Feltham, sempre carina (la moglie). Visto sul campo n.3 a seguire la promessa australian Tomic. Due ragazze chiedono autografi a un paio di juniors, ma non a lui. Non l’hanno riconosciuto! Una mia amica, che si fa chiamare Rafterova, non ci crederà mai! Poc male, Davydenko non lo riconoscono nemmeno oggi che sta ancora giocando ed è n.3 del mondo. E lo sbattono sempre sui campi periferici (”Non ho sponsor, sul centrale vanno solo quelli con su scritto Adidas o Nike…”).

MELBOURNE _ A Wimbledon gli americani si piangevano addosso. Tradizionale nazione leader del tennis, si erano ritrovati, né più nemmeno come l’altra nobile decaduta, l’Australia, senza nemmeno un giocatore, ma la sola neretta (modesta) Sheena Perry, fra gli ultimi 16 superstiti dei due singolari dei Championships.
Ma qui a Melbourne, sebbene non ci fosse una sola tennista yankee fra le 32 teste di serie, è arrivato il grande riscatto USA, grazie agli amici fraterni Roddick e Fish giunti nei quarti, con il primo che non ha mostrato però alcuna misericordia per il kid del Minnesota, 6-2,6-2,6-2, per raggiungere la semifinale contro Roger Federer dal quale ha perso 11 volte su 12 (ma aveva avuto il matchpoint a Shanghai e l’ha battuto nell’esibizione di Kooyong: “Sento che il divario è diminuito”).
E grazie soprattutto a Serena Williams (25 anni) che, nonostante una brutta tosse (“Quel che non mi rompe mi rende più forte! Metto la testa sotto l’asciugamano per 10 minuti e sudo agli effluvi di menta e eucaliptolo…”) e pur essendosi trovata un’altra volta “a due punti dal volo Qantas 17 verso gli USA” con la “soldatessa” israeliana Shahar Peer, 19 anni (5-6 e 30 pari al terzo) come le era già successo con la Petrova, è stata capace di prodursi nell’ennesimo colpo di coda (3-6,6-2,8-6) e anche lei sarà protagonista di una semifinale _ due anni dopo l’ultima, sempre qui in Australia _ contro la splendida diciassettenne Nicole Vaidisova, vittoriosa 6-1,6-4 nel derby ceco con la Safarova e già semifinalista all’ultimo Roland Garros (battè Mauresmo e Venus W.).
Anche nella semifinale del 2005 Serena mostro le sue virtù guerriere: annullò due matchpoints alla Sharapova e poi vinse il torneo. _Ma chi scrive i tuoi soggetti? _ le è stato chiesto. E lei: “Sono una buona scrittrice…dunque io. Più leggo e più scrivo…Penso le cose più pazze, sono una Bilancia e un’artista… L’unica cosa certa è che dopo questo torneo non sarò più n.81 del mondo” ha scherzato la n.1, insolitamente in vena di confessioni con noi giornalisti nemmeno fossimo psicanalisti come il dottore che le aveva consigliato di leggere un libercolo (Gideon, un romanzo di Nelson De Mille “ma ho letto anche “Eragon” mille volte meglio del film) ai cambi di campo. Una volta lo fece anche Jim Courier, al Masters di Francoforte, solo che perse. “Mi piacciono i romanzi…ma ho letto tutto Harry Potter, salvo l’ultimo, mi faceva troppo piangere, mi lascio coinvolgere troppo…”.
Certamente lei era felice, dopo il primo set costellato di errori di dritto, per aver vinto un match macchiato da 49 errori e non riscattato dai 30 vincenti. “Stavo male per lei” commentava Oracene, la gigantesca mamma cui Serena, almeno nelle dimensioni del fondo schiena assomiglia sempre più. In cinque dei sette turni di servizio del terzo set Serenona la gladiatrice ha dovuto fronteggiare pallebreak. “Non avreste dovuto criticarmi così pesantemente _ è stato il rimprovero ai media di Serena, undici volte semifinalista negli Slam, nove finalista, sette campionessa e per la prima volta in due anni capace di vincere cinque partite di fila, quattro contro teste di serie _ E ora sono pronta per un’altra carneficina!” è stato il suo grido di guerra. Scherzava ma non tanto. “Io non mi arrendo mai…però sono stufa di dover lottare sempre così tanto! Anche se è vero che devo aver sviluppato del sangue freddo…sono calma, galleggio, mi rilasso. Peccato non succeda già quando conduco 4-1. Quando invece le cose vanno maluccio mi dico. ‘Sii positiva!’ Sono la mia più grande fan là sul campo, e nessuno, salvo me e la mamma pensava che sarei andata così avanti in questo torneo. Ma io, qualunque cosa abbiate detto o scritto voi, ho sempre creduto in me. E non leggo i giornali…questo mi aiuta. Quando uno è giù ti buttano ancora più giù. Scrivere articoli negativi vende di più che scriverne di positivi…è come se uno provasse piacere a parlare male…io non ho mai parlato male di nessuno. Nessuno sa che cosa ho passato…Alla fine della giornata io vado a casa, sto con i miei cani, la mia famiglia, e sono felice. Preferisco non leggere niente. Nemmeno le cose positive. Nel ’99 lessi un bell’articolo su di me, era…sì, io ero una bomba! E mi venne mal di testa. Non volgi essere una di quelle celebrità che vanno in giro così piene di sé, montate. Voglio restare con i piedi per terra, una che quando la incontri è sempre la stessa, quando la mia carriera sarà finita allora, chissà, forse leggerò tutto, ma la mia testa non sarà così grossa che non posso passare dalle porte….
-Una volta urlavi tanto dopo ogni errore…
“Sì e mi scivolava spesso la racchetta a terra, anzi le sbattevo proprio…ora non più. Qui, una volta in allenamento e basta, qui…”

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1 Commento a “Roddick e Williams, gran riscatto
Serena parla a ruota libera
“Leggo libri sì, giornali mai””

  1. gianna rafterova scrive:

    Ubaldo, non ci posso credere!!!
    Non hanno riconosciuto Rafter?????!!!!!!!
    Ma che mondo è?
    Io sarei svenuta se lo avessi incrociato, proprio come quando al Foro Italico l’ho visto per la prima volta dal vivo. Le mie amiche hanno dovuto sostenermi perche’ avevo le gambe di ricotta.
    Il suo ritiro è stato gravissimo, quasi quanto una catastrofe ambientale. Roger fa quello che puo’, ma Pat, il suo volleare e i suoi bermudibi a fiori rossi e bianchi (l’anno in cui arrivo’ in finale a Roma)ci spedivano ogni volta in paradiso. SOB! ma perche’ la vita è cosi’ matrigna???
    Gianna Rafterova

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