Commenti a: C’è solo Totti tra Mancini e lo scudetto http://www.blogquotidiani.net/?p=187 Il blog di chi ancora ama il calcio - a cura di Xavier Jacobelli Sat, 11 May 2013 00:28:08 +0000 http://wordpress.org/?v=2.0.2 di Arix96 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18855 Tue, 12 Dec 2006 11:52:25 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18855 X Tommaso ... rispetto alla Juve, l'Inter almeno ha vinto in trofeo internazionale negli ultimi 10 anni e ulteriormente risulta (ava....visto che la Juve non fa piu' parte di questo gruppo) parecchie posizioni avanti rispetto alla Juve nelle classifiche Uefa. X Tommaso

… rispetto alla Juve, l’Inter almeno ha vinto in trofeo internazionale negli ultimi 10 anni e ulteriormente risulta (ava….visto che la Juve non fa piu’ parte di questo gruppo) parecchie posizioni avanti rispetto alla Juve nelle classifiche Uefa.

]]>
di tommaso http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18507 Sat, 09 Dec 2006 10:06:19 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18507 x arix cioe te adesso ,dopo anni ed anni dove siete stati al balcone a guardare gli altri vincere o giocare in italia e in europa mi vieni a dire certe cose? certo che nn ci fai..ci sei..oppure il mondo si e' capovolto.. x arix

cioe te adesso ,dopo anni ed anni dove siete stati al balcone a guardare gli altri vincere o giocare in italia e in europa mi vieni a dire certe cose? certo che nn ci fai..ci sei..oppure il mondo si e’ capovolto..

]]>
di Arix96 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18223 Thu, 07 Dec 2006 17:39:28 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18223 X tommaso ...se stai parlando del balcone "internazionale" ti ricordo che negli ultimi 10 anni tra Inter e Juve, l'unica squadra ad aver vinto un trofeo internazionale mi sembra sia stata l'Inter (coppa uefa 1998)....Ulteriormente nelle recenti classifiche UEFA (anche prima di moggiopoli) l'Inter era parecchie posizioni avanti alla Juve... Cmq non disperare !!!...il prossimo anno per voi c'e' la prestigiosa Mitropa Cup..AH! AH! AH! X tommaso

…se stai parlando del balcone “internazionale” ti ricordo che negli ultimi 10 anni tra Inter e Juve, l’unica squadra ad aver vinto un trofeo internazionale mi sembra sia stata l’Inter (coppa uefa 1998)….Ulteriormente nelle recenti classifiche UEFA (anche prima di moggiopoli) l’Inter era parecchie posizioni avanti alla Juve…

Cmq non disperare !!!…il prossimo anno per voi c’e’ la prestigiosa Mitropa Cup..AH! AH! AH!

]]>
di tommaso http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18174 Thu, 07 Dec 2006 10:29:45 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18174 x arix no sbagliato ho visto barcellona-werder brema .... ogni tanto tocca un po' a tutti stare al balcone a guardare..la differenza e' quanto si sta troppo sul balcone..... tu recentemente hai rischiato di congelarti a furia di frequentarlo o hai dimenticato? ahahahahah x arix

no sbagliato ho visto barcellona-werder brema ….
ogni tanto tocca un po’ a tutti stare al balcone a guardare..la differenza e’ quanto si sta troppo sul balcone….. tu recentemente hai rischiato di congelarti a furia di frequentarlo o hai dimenticato? ahahahahah

]]>
di Arix96 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18108 Wed, 06 Dec 2006 22:25:07 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18108 X Tommaso ...ieri immagino tu sia andato al cinema mentre noi giocavamo in champions... pareggiando a Monaco con in campo i giocatori della primavera... X Tommaso

…ieri immagino tu sia andato al cinema mentre noi giocavamo in champions…
pareggiando a Monaco con in campo i giocatori della primavera…

]]>
di tommaso http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18066 Wed, 06 Dec 2006 15:01:19 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-18066 x zeman da classifica che puoi trovare anche su internet... rigori pro inter zero rigore contro inter due e nn 4 ..... e ne manca almeno uno quello con la reggina..che ovviamente hai dimenticato da buon interista di menzionare ..ahahahah x zeman

da classifica che puoi trovare anche su internet… rigori pro inter zero rigore contro inter due e nn 4 ….. e ne manca almeno uno quello con la reggina..che ovviamente hai dimenticato da buon interista di menzionare ..ahahahah

]]>
di Zeman http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17701 Mon, 04 Dec 2006 13:05:18 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17701 x vetriolo complimenti per il ROSICAMENTO un copia e incolla di qualche pseudo giornalista juventino frustrato con forzature, omissioni ed errori più che evidenti .. tra i tanti record dell'Inter di oggi ha dimenticato i QUATTRO RIGORI (tutti dubbi) che le sono stati fischiati CONTRO in CASA in appena sette partite.. vai a controllare negli annali della tua Juve e troverai che quattro rigori contro in casa glieli fischiavano solo nell'arco di due campionati e solo in partite in cui la Juve vinceva 4 a 0... Questo si chiama CALCIO PULITO ... fattene una ragione non sarà lo scudetto 2007 quello fasullo ... ma tutti quelli che Moggi vi ha regalato .. x vetriolo
complimenti per il ROSICAMENTO
un copia e incolla di qualche pseudo giornalista juventino frustrato con forzature, omissioni ed errori più che evidenti ..

tra i tanti record dell’Inter di oggi ha dimenticato i QUATTRO RIGORI (tutti dubbi) che le sono stati fischiati CONTRO in CASA in appena sette partite.. vai a controllare negli annali della tua Juve e troverai che quattro rigori contro in casa glieli fischiavano solo nell’arco di due campionati e solo in partite in cui la Juve vinceva 4 a 0…

Questo si chiama CALCIO PULITO … fattene una ragione
non sarà lo scudetto 2007 quello fasullo … ma tutti quelli che Moggi vi ha regalato ..

]]>
di Dino 29+2 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17673 Mon, 04 Dec 2006 10:22:55 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17673 X Sabrina 29+2 P.s.: adesso saranno dolori per i clienti teleKom e per i suoi concorrenti. X Sabrina 29+2

P.s.: adesso saranno dolori per i clienti teleKom e per i suoi concorrenti.

]]>
di Dino 29+2 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17671 Mon, 04 Dec 2006 10:20:01 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17671 X Sabrina 29+2 Questo articolo è stato scritto il 20 luglio 2006, e chi l'ha scritto, o è un veggente, o conosce troppo bene il soggetto ed il suo mestiere. "Il problema di Guido Rossi è che si crede Romolo, il fondatore della Città eterna, del diritto di famiglia e della nostra civiltà giuridica. Se non ci credete andate a leggervi il suo bel romanzetto storico del 2000, edito da Adelphi. Si intitola “Il ratto delle sabine”. Lì c’è tutta la filosofia del nuovo re-padrone della Federcalcio, e sono dolori per Juve, Lazio, Fiorentina, Milan e chissà chi altro. E’ la storia della fondazione di Roma, della legge e dello stato attraverso le astuzie e le sopraffazioni di un uomo, Romolo, capace di trasformare l’omicidio del fratello Remo e il rapimento con stupro delle donne sabine nel rito catartico di una nuova civiltà mondata dalle barbarie del passato. Nel libro, l’avvocato Rossi parla del ratto delle sabine, ma sono pagine di filosofia del diritto e non è difficile individuare qualche somiglianza con la brutalità dei procedimenti sommari e dei processi di piazza subiti dai protagonisti di calciopoli. A pagina 94 si legge: “Un atto di violenza iniziale apparve allora come l’unica alternativa. Atto di violenza che doveva tuttavia essere immediatamente nobilitato da un rito formale che potesse agli occhi dei posteri mascherare prima e sancire poi il consenso”. A pagina 32, l’argomento è l’uccisione del gemello Remo ma potrebbe anche essere la mostrificazione di Luciano Moggi: “L’inganno sarebbe poi stato sicuramente coperto (...) soprattutto dall’esercizio continuato e martellante del potere raggiunto, grazie al quale (Romolo, ndr) avrebbe imposto la sua versione dei fatti, l’unica che sarebbe stata poi ritenuta autentica. Il potere, a posteriori, è capace di nobilitare gli atti più abominevoli, vigliacchi e selvaggi. Esso si basa sulla menzogna e sulla simulazione, per le false verità che impone e cui finge di credere”. Una falsa verità, per esempio, è quella che Moggi aggiustasse le partite di Serie A. Si è finto di crederci e poco importa che la sentenza della Caf l’abbia smentita. La pagina 91 andrebbe nascosta al giudice della Federcalcio che si è dimesso per protestare con le anomalie del processo Caf e la sentenza di condanna già scritta: “Nella preparazione delle cerimonie si nasconde sovente l’inganno: le più feroci aggressioni avvengono nei luoghi di potere formalmente più severi e tranquilli, ove dietro ai comportamenti di facciata si nascondono i più sporchi rituali dell’ipocrisia”. Romolo sente il bisogno di coinvolgere i sudditi perché “il consenso generale era il solo riconoscimento della validità delle norme”. Scrive Rossi che Romolo è consapevole che “senza l’applauso fisico della moltitudine, il potere del singolo perde vigore nella palude della solitudine”, motivo per cui appare evidente che “il consenso di tutti si ottiene non solo con tacite adesioni, ma soprattutto nelle manifestazioni collettive, dove cento, mille anime diventano entusiasticamente una sola” e magari anche abbonata alla Gazzetta. Morte a Remo o serie C, a pagina 86 Rossi scrive che “la sanzione (...) doveva essere crudele, così che Romolo ideò anche nuovi rituali...”, perché “la crudeltà del supplizio che accompagna la pena, oltre ad avere un carattere retributivo, allontana il timore che l’atto illecito provochi una contaminazione generale e una misteriosa vendetta contro tutti”. Ma il momento chiave della dottrina Romolo è nella teoria della sacralità del ratto e dello stupro, spiegati direttamente alle sabine: “Col contratto o con la convivenza le nostre unioni non sarebbero mai state se non distrattamente ricordate; oggi assumono una dimensione storica che nessuno potrà più scordare”." X Sabrina 29+2

Questo articolo è stato scritto il 20 luglio 2006, e chi l’ha scritto, o è un veggente, o conosce troppo bene il soggetto ed il suo mestiere.

“Il problema di Guido Rossi è che si crede Romolo, il fondatore della Città eterna, del diritto di famiglia e della nostra civiltà giuridica. Se non ci credete andate a leggervi il suo bel romanzetto storico del 2000, edito da Adelphi. Si intitola “Il ratto delle sabine”. Lì c’è tutta la filosofia del nuovo re-padrone della Federcalcio, e sono dolori per Juve, Lazio, Fiorentina, Milan e chissà chi altro. E’ la storia della fondazione di Roma, della legge e dello stato attraverso le astuzie e le sopraffazioni di un uomo, Romolo, capace di trasformare l’omicidio del fratello Remo e il rapimento con stupro delle donne sabine nel rito catartico di una nuova civiltà mondata dalle barbarie del passato.
Nel libro, l’avvocato Rossi parla del ratto delle sabine, ma sono pagine di filosofia del diritto e non è difficile individuare qualche somiglianza con la brutalità dei procedimenti sommari e dei processi di piazza subiti dai protagonisti di calciopoli. A pagina 94 si legge: “Un atto di violenza iniziale apparve allora come l’unica alternativa. Atto di violenza che doveva tuttavia essere immediatamente nobilitato da un rito formale che potesse agli occhi dei posteri mascherare prima e sancire poi il consenso”. A pagina 32, l’argomento è l’uccisione del gemello Remo ma potrebbe anche essere la mostrificazione di Luciano Moggi: “L’inganno sarebbe poi stato sicuramente coperto (…) soprattutto dall’esercizio continuato e martellante del potere raggiunto, grazie al quale (Romolo, ndr) avrebbe imposto la sua versione dei fatti, l’unica che sarebbe stata poi ritenuta autentica. Il potere, a posteriori, è capace di nobilitare gli atti più abominevoli, vigliacchi e selvaggi. Esso si basa sulla menzogna e sulla simulazione, per le false verità che impone e cui finge di credere”. Una falsa verità, per esempio, è quella che Moggi aggiustasse le partite di Serie A. Si è finto di crederci e poco importa che la sentenza della Caf l’abbia smentita. La pagina 91 andrebbe nascosta al giudice della Federcalcio che si è dimesso per protestare con le anomalie del processo Caf e la sentenza di condanna già scritta: “Nella preparazione delle cerimonie si nasconde sovente l’inganno: le più feroci aggressioni avvengono nei luoghi di potere formalmente più severi e tranquilli, ove dietro ai comportamenti di facciata si nascondono i più sporchi rituali dell’ipocrisia”.
Romolo sente il bisogno di coinvolgere i sudditi perché “il consenso generale era il solo riconoscimento della validità delle norme”. Scrive Rossi che Romolo è consapevole che “senza l’applauso fisico della moltitudine, il potere del singolo perde vigore nella palude della solitudine”, motivo per cui appare evidente che “il consenso di tutti si ottiene non solo con tacite adesioni, ma soprattutto nelle manifestazioni collettive, dove cento, mille anime diventano entusiasticamente una sola” e magari anche abbonata alla Gazzetta. Morte a Remo o serie C, a pagina 86 Rossi scrive che “la sanzione (…) doveva essere crudele, così che Romolo ideò anche nuovi rituali…”, perché “la crudeltà del supplizio che accompagna la pena, oltre ad avere un carattere retributivo, allontana il timore che l’atto illecito provochi una contaminazione generale e una misteriosa vendetta contro tutti”. Ma il momento chiave della dottrina Romolo è nella teoria della sacralità del ratto e dello stupro, spiegati direttamente alle sabine: “Col contratto o con la convivenza le nostre unioni non sarebbero mai state se non distrattamente ricordate; oggi assumono una dimensione storica che nessuno potrà più scordare”.”

]]>
di Vetriolo http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17658 Mon, 04 Dec 2006 07:31:20 +0000 http://www.blogquotidiani.net/?p=187#comment-17658 Dopo tredici giornate di campionato, l’Inter di Roberto Mancini guida la classifica della serie A, stagione 2006/2007, con quattro punti di vantaggio sulla seconda, sei sulla terza. Dopo aver vinto uno scudetto (il quattordicesimo), una Coppa Italia (la seconda consecutiva), una Supercoppa italiana (con la Roma) e dopo aver visto sfumare soltanto nel finale la vittoria nel trofeo estivo “Birra Moretti” (contro Juve e Napoli), la squadra più forte, più compatta, più continua, intelligente, solida, robusta, vincente, la squadra più squadra del campionato, la squadra che tiene persino i ritmi di quella storica di Trapattoni, che dal 1950 non andava così bene, che Mancini è un allenatore da record, che la squadra è una squadra dei miracoli, la squadra financo più alta del campionato (media giudiziosamente calcolata dalla Gazzetta dello Sport, 4.228 centimetri totali, 183 centimetri cadauno, riportava il quotidiano), è proprio quella di Massimo Moratti. L’Inter non è mai stata così grande, non ha mai avuto giocatori così forti, l’Inter non ha mai vinto così tanto, l’Inter non è mai stata così forte. L’Inter non è mai stata così in crisi. Perché l’Inter è condannata a vincere, ma anche se poi vince, riesce ugualmente a perdere. Senza la Juve (in B), senza il Milan (otto punti di penalizzazione), con uno scudetto vinto – come spesso capita all’Inter – già sotto l’ombrellone, quest’estate. Con la squadra più forte, l’allenatore più bello, il presidente più elegante, la squadra più alta. Nell’anno in cui l’Inter è la squadra pulita del primo campionato pulito, nell’anno in cui all’Inter è stato assegnato uno scudetto da un suo ex consigliere di amministrazione (Guido Rossi, commissario uscente della Figc, all’Inter dal 1995 al 1999) e dal figlio di un suo ex dipendente (Paolo Nicoletti, ex subcommissario della Figc, figlio di Francesco Nicoletti, collaboratore di fiducia di Angelo Moratti, papà di Massimo Moratti), nell’anno in cui nel cda dell’Inter ci sono tre membri su otto (Carlo Buora, Pier Francesco Saviotti, Marco Tronchetti Provera) che fanno (o facevano) capo a un’azienda guidata da un suo ex consigliere d’amministrazione (Guido Rossi) e che è anche la stessa (la Telecom) che sponsorizza il campionato di serie A Tim, nell’anno in cui trionfa, l’Inter è come se avesse già perso tutto. L’Inter stravince, ma è in crisi. Vince perché non c’è più la Juve, vince perché c’è stato calciopoli, vince, come doveva vincere il Pds dopo tangentopoli, solo perché c’è stato calciopoli. Perché l’Inter trionfa con gli ex giocatori della Juve (Viera e Ibrahimovic, a segno domenica), vince con l’allenatore della Gea (ma Mancini non lo ha mai confermato), vince col viceallenatore della Gea (Mihajlovic), con un ex giocatore Gea (Marco Materazzi), in un campionato dove la terza squadra in classifica è allenata da Guidolin (al Palermo, ex della Gea), la seconda ha un direttore sportivo ex Gea (la Roma, con Pradè), la quarta ha un presidente vicino alla Gea (il Livorno, con Spinelli) dove alcuni tra i giocatori più forti (Mutu, Stankovic, Amelia, Bianchi, Aquilani) sono tutti giocatori che erano della Gea. Ma dove però, vedi Zamparini domenica scorsa, si dice ancora: “Qui non è cambiato nulla, è peggio di Moggiopoli”, e così via. L’Inter è in crisi. Vince, ma riesce a perdere. Segna, ma riesce a non vincere. Non ha problemi e quindi, proprio per questo, i problemi possono solo arrivare. Vincerà lo scudetto, ma lo farà nell’anno in cui non si poteva proprio non vincere. Vincerà questo, vincerà anche il prossimo, ha vinto anche l’ultimo, vincerà – c’è da giurarci – pure il trofeo “Birra Moretti”, ma lo farà solo perché si è trasformata in quella stessa Signora del calcio che ora, però, si trova in serie B. Perché l’Inter è la squadra più forte ma è anche la squadra della patente di Recoba (falsa), del nandrolone di Kallon, dell’ematocrito di Martins, delle fidejussioni fuori tempo, della condanna a sei mesi di reclusione (sostituiti con una pena pecuniaria) per aver concorso a falsificare un passaporto (il St. Etienne, in Francia, cinque anni fa, per aver falsificato i passaporti di due suoi giocatori finì in B con sette punti di penalizzazione). Perché l’Inter per diventare la nuova Signora del calcio è diventata come la Signora che criticava, con il piccolo particolare che se prima l’Inter era la squadra che faceva tenerezza perché non vinceva mai, perché scambiava Coco con Seedorf, regalava Pirlo al Milan comprava giocatori solo perché erano mancini, cedeva Cannavaro (Pallone d’oro) per Carini (terzo portiere, molto basso), ora invece – l’Inter – non è neanche più simpatica, ed è diventata la squadra del “siete come la Juve, come la Juuuvee (minuto 77, Palermo, stadio Renzo Barbera, domenica scorsa). Perché se l’Inter vincerà lo scudetto, come lo vincerà, lo vincerà con gli stessi arbitri che avrebbero fatto vincere lo scudetto a Moggi (il fatto che nella Juve ci fossero Cannavaro, Buffon e mezza squadra campione del mondo e mezza squadra vicecampione del mondo era effettivamente irrilevante), vincerà con i giocatori e gli allenatori della Gea di Moggino e Lippino (ora sciolta, forse perché aveva i giocatori più bravi del campionato). L’Inter vincerà lo scudetto, ma lo farà nell’anno in cui era impossibile non vincerlo, nell’anno in cui era troppo bella, troppo forte, troppo alta per perderlo. Lo farà nell’anno in cui aveva così tanto da perdere che alla fine, pure se lo scudetto non lo perderà, l’Inter riuscirà ugualmente a non vincerlo. E se poi lo vincerà, lo farà soltanto perché c’è stata calciopoli, lo farà con gli uomini Gea, i calciatori Gea, i dirigenti Gea, e i giocatori della Juve e vincerà proprio come se fosse la Juve, non come se fosse l’Inter. Claudio Cerasa Auguri agli indossatori di scudetti altrui! Dopo tredici giornate di campionato, l’Inter di Roberto
Mancini guida la classifica della serie A, stagione
2006/2007, con quattro punti di vantaggio sulla seconda,
sei sulla terza. Dopo aver vinto uno scudetto (il
quattordicesimo), una Coppa Italia (la seconda consecutiva),
una Supercoppa italiana (con la Roma) e dopo
aver visto sfumare soltanto nel finale la vittoria nel trofeo
estivo “Birra Moretti” (contro Juve e Napoli), la
squadra più forte, più compatta, più continua, intelligente,
solida, robusta, vincente, la squadra più squadra
del campionato, la squadra che tiene persino i ritmi di
quella storica di Trapattoni, che dal 1950 non andava
così bene, che Mancini è un allenatore da record, che
la squadra è una squadra dei miracoli, la squadra financo
più alta del campionato (media giudiziosamente
calcolata dalla Gazzetta dello Sport, 4.228 centimetri totali,
183 centimetri cadauno, riportava il quotidiano), è
proprio quella di Massimo Moratti. L’Inter non è mai
stata così grande, non ha mai avuto giocatori così forti,
l’Inter non ha mai vinto così tanto, l’Inter non è mai stata
così forte. L’Inter non è mai stata così in crisi. Perché
l’Inter è condannata a vincere, ma anche se poi vince,
riesce ugualmente a perdere. Senza la Juve (in B), senza
il Milan (otto punti di penalizzazione), con uno scudetto
vinto – come spesso capita all’Inter – già sotto
l’ombrellone, quest’estate. Con la squadra più forte, l’allenatore
più bello, il presidente più elegante, la squadra
più alta. Nell’anno in cui l’Inter è la squadra pulita
del primo campionato pulito, nell’anno in cui all’Inter
è stato assegnato uno scudetto da un suo ex consigliere
di amministrazione (Guido Rossi, commissario uscente
della Figc, all’Inter dal 1995 al 1999) e dal figlio di un
suo ex dipendente (Paolo Nicoletti, ex subcommissario
della Figc, figlio di Francesco Nicoletti, collaboratore
di fiducia di Angelo Moratti, papà di Massimo Moratti),
nell’anno in cui nel cda dell’Inter ci sono tre membri su
otto (Carlo Buora, Pier Francesco Saviotti, Marco Tronchetti
Provera) che fanno (o facevano) capo a un’azienda
guidata da un suo ex consigliere d’amministrazione
(Guido Rossi) e che è anche la stessa (la Telecom) che
sponsorizza il campionato di serie A Tim, nell’anno in
cui trionfa, l’Inter è come se avesse già perso tutto.
L’Inter stravince, ma è in crisi. Vince perché non c’è
più la Juve, vince perché c’è stato calciopoli, vince, come
doveva vincere il Pds dopo tangentopoli, solo perché
c’è stato calciopoli. Perché l’Inter trionfa con gli ex
giocatori della Juve (Viera e Ibrahimovic, a segno domenica),
vince con l’allenatore della Gea (ma Mancini
non lo ha mai confermato), vince col viceallenatore della
Gea (Mihajlovic), con un ex giocatore Gea (Marco Materazzi),
in un campionato dove la terza squadra in classifica
è allenata da Guidolin (al Palermo, ex della Gea),
la seconda ha un direttore sportivo ex Gea (la Roma,
con Pradè), la quarta ha un presidente vicino alla Gea
(il Livorno, con Spinelli) dove alcuni tra i giocatori più
forti (Mutu, Stankovic, Amelia, Bianchi, Aquilani) sono
tutti giocatori che erano della Gea. Ma dove però, vedi
Zamparini domenica scorsa, si dice ancora: “Qui non è
cambiato nulla, è peggio di Moggiopoli”, e così via.
L’Inter è in crisi. Vince, ma riesce a perdere. Segna,
ma riesce a non vincere. Non ha problemi e quindi, proprio
per questo, i problemi possono solo arrivare. Vincerà
lo scudetto, ma lo farà nell’anno in cui non si poteva
proprio non vincere. Vincerà questo, vincerà anche
il prossimo, ha vinto anche l’ultimo, vincerà – c’è da
giurarci – pure il trofeo “Birra Moretti”, ma lo farà solo
perché si è trasformata in quella stessa Signora del calcio
che ora, però, si trova in serie B. Perché l’Inter è la
squadra più forte ma è anche la squadra della patente
di Recoba (falsa), del nandrolone di Kallon, dell’ematocrito
di Martins, delle fidejussioni fuori tempo, della
condanna a sei mesi di reclusione (sostituiti con una pena
pecuniaria) per aver concorso a falsificare un passaporto
(il St. Etienne, in Francia, cinque anni fa, per
aver falsificato i passaporti di due suoi giocatori finì in
B con sette punti di penalizzazione). Perché l’Inter per
diventare la nuova Signora del calcio è diventata come
la Signora che criticava, con il piccolo particolare che
se prima l’Inter era la squadra che faceva tenerezza
perché non vinceva mai, perché scambiava Coco con
Seedorf, regalava Pirlo al Milan comprava giocatori solo
perché erano mancini, cedeva Cannavaro (Pallone
d’oro) per Carini (terzo portiere, molto basso), ora invece
– l’Inter – non è neanche più simpatica, ed è diventata
la squadra del “siete come la Juve, come la Juuuvee
(minuto 77, Palermo, stadio Renzo Barbera, domenica
scorsa). Perché se l’Inter vincerà lo scudetto, come
lo vincerà, lo vincerà con gli stessi arbitri che avrebbero
fatto vincere lo scudetto a Moggi (il fatto che nella Juve
ci fossero Cannavaro, Buffon e mezza squadra campione
del mondo e mezza squadra vicecampione del
mondo era effettivamente irrilevante), vincerà con i giocatori
e gli allenatori della Gea di Moggino e Lippino
(ora sciolta, forse perché aveva i giocatori più bravi del
campionato). L’Inter vincerà lo scudetto, ma lo farà nell’anno
in cui era impossibile non vincerlo, nell’anno in
cui era troppo bella, troppo forte, troppo alta per perderlo.
Lo farà nell’anno in cui aveva così tanto da perdere
che alla fine, pure se lo scudetto non lo perderà,
l’Inter riuscirà ugualmente a non vincerlo. E se poi lo
vincerà, lo farà soltanto perché c’è stata calciopoli, lo
farà con gli uomini Gea, i calciatori Gea, i dirigenti Gea,
e i giocatori della Juve e vincerà proprio come se fosse
la Juve, non come se fosse l’Inter.

Claudio Cerasa

Auguri agli indossatori di scudetti altrui!

]]>