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Archivio di Giugno 2007

Capello ha ragione: Moggi
è stato il miglior dirigente
del calcio italiano

Domenica 24 Giugno 2007

di ENZO BUCCHIONI

COME nel gioco delle quattro carte, i dirigenti di una vasta categoria sono abilissimi nel far passare per vittorie anche le sconfitte. O quasi. Insomma, ci provano e nel suo genere è un’arte. Povera se volete, ma sempre arte. Trattasi di un autentico capolavoro quello che è avvenuto attorno all’Under 21. La conquista di un posto alle Olimpiadi di Pechino, obiettivo minimo, è stata celebrata con l’enfasi dovuta a una grande impresa, dimenticando che la qualificazione è arrivata soltanto dopo i rigori di uno spareggio-ripescaggio. La Piccola Italia di Casiraghi è sembrata una Povera Italia. Senza un gioco efficace, con troppi elementi fuori-posizione, la squadra azzurra non ha mai sfruttato le enormi qualità tecniche e la grande esperienza. Non ha fatto nè divertire, nè emozionare. Infatti è stata eliminata. E pensare che l’Under era la squadra più amata dagli italiani, campione d’Europa con Cesarone Maldini in panchina, ma anche con Tardelli e Gentile. Detto questo, visto il clamoroso flop, un allenatore normale si sarebbe dimesso. Ma forse chiediamo troppo. Esonerato allora? Quando mai, Casiraghi è confermatissimo. Dicono che sono i giocatori a volerlo: un motivo in più per mandarlo via. Impossibile. Il presidente Abete non sembra avere la forza per liberarsi delle scelte infelici fatte un anno fa dal commissario Rossi e dal sub-commissario Albertini. Dicono che Albertini, Donadoni, Casiraghi e altri in carriera, siano legati dal solito procuratore: non vogliamo crederci.
Crediamo, invece, a quello che dice Capello: «Moggi è stato il miglior dirigente che abbia mai avuto». Parole che gli fanno onore: di questi tempi ci vuole coraggio e onestà intellettuale nel sostenere certe tesi. Di questi tempi bisogna solo dire che nel calcio i disonesti erano pochi e sono stati scoperti. Tutti gli altri sono onesti. Un’altra clamorosa mistificazione, come purtroppo dimostrano i fatti di tutti i giorni.

“Se tutti sono colpevoli nessuno è colpevole”
Ecco perchè nel nostro calcio regna l’ingiustizia

Venerdì 22 Giugno 2007

di Xavier Jacobelli

Breve promemoria d’inizio estate: nel calcio italiano si può fare qualunque cosa perchè, se tutti sono colpevoli, nessuno è colpevole. Nulla ci è stato rispamiato negli ultimi dodici mesi: Calciopoli, le partite taroccate, gli arbitri condizionati, i bilanci truccati, i pedinamenti di arbitri e calciatori, il mercato falsato, le plusvalenze di portieri che manco giocano più, una giustizia sportiva che celebra processi sommari ed emette sentenze sistematicamente ribaltate da un grado di giudizio all’altro, seminando iniquità a ogni piè sospinto. Per non parlare della credibilità di un sistema che se ne infischia della Nazionale campione del mondo e, pur di sfamare l’egoismo dei club, ritarda la partenza del campionato così le società possono incassare più soldi con le teleamichevoli d’agosto. E Donadoni? E gli azzurri? Chissenefrega. Lo scandalo più grave nella storia del nostro football doveva essere la sua palingenesi: è stata una grande occasione perduta. Non c’è giorno che non ne abbiamo una riprova. Il giudice di Milano scrive nero su bianco che l’Inter non si sarebbe potuta iscrivere al campionato 2005-2006 e che anche il Milan ha sbagliato? Il presidente della Lega manco si preoccupa: siamo vaccinati, passerà anche questa. Già. E’ lo stesso signore che in morte di Raciti disse: le vittime fanno parte del sistema, lo spettacolo deve continuare. E il presunto falso in bilancio? E’ tutto a posto, è tutto in ordine, tagliano corto gli interessati. Sicuramente avranno ragione loro, ma, intanto, non si può non ripensare alla Covisoc svuotata di ogni potere alla fine degli Anni Novanta, quando il prof. Uckmar se ne andò sbattendo la porta perchè aveva capito tutto. Poi arriva l’archiviazione del procuratore Federale sui pedinamenti di un arbitro e di alcuni giocatori (è normale no? ) mentre impazza il dibattito se sia più grave condizionare gli arbitri o taroccare i bilanci. Come se anche nel campionato dell’illiceità esistesse una zona Champions e l’area salvezza. Mentre bisognerebbe stabilire una volta per tutte che, chiunque sbagli, deve pagare. Che le regole sono fatte per essere rispettate. Ma vaglielo a dire a quelli che non cambiano il calcio.


Cannavò: plusvalenze?Una storiaccia
Ma non facciamo confusioni

Venerdì 22 Giugno 2007

Tratto da La Gazzetta dello Sport di oggi
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di Candido CANNAVO’

La prima parola che mi arriva sulla punta delle dita è: nausea. In genere dura poco, ma nel ghetto degli inguaribili in cui è relegato il nostro calcio, diventa come il colera nella vecchia India: endemica. Ce la trasciniamo da anni, la nausea. Nausea per i sistemi da suk nordafricano con cui la società campione d’Italia e quella campione d’Europa hanno gestito il caso Suazo, che riguarda non il novello Maradona,ma un simpatico calciatore da sette anni in Italia. Nausea aggravata, con riflessi morali pesanti, per questa vecchia storia delle plusvalenze che diffonde il tanfo di un altro suk: quello finanziario, dove le cronache extracalcistiche, tra furbetti e squali, ci ricordano che tutto può succedere.
Anche qui: Inter e Milan, non l’ultima squadra di poveracci che s’arrampica su un bilancio impossibile. Scambi di campioni senza nome e senza storia, cifre fasulle nei bilanci che la Covisoc approva. Parliamo di club che hanno mezzi economici infiniti. E di un Moratti che - parole sante di sua moglie Milly - ha investito nell’Inter quanto basterebbe per debellare la tubercolosi nel mondo. L’idea che l’Inter non potesse rispettare i parametri per l’iscrizione al campionato mi fa semplicemente ridere. Moratti avrebbe provveduto in ogni caso.
Qualche esperto cervellone gli ha semplicemente evitato il fastidio di un’operazione ad hoc, uno dei tanti aumenti di capitale cui è abituato. Non minimizzo nulla, sono tra quelli che ancora provano il piacere di scandalizzarsi. Lo feci anche per la storia del passaporto falso di Recoba, prodotto di quella sorta di “impunità presunta” che regna nel calcio. Ha pagato Recoba, ha pagato Oriali, ha sofferto - checchè se ne dica - anche l’immagine dell’Inter.
Deplorati gli aspetti morali della vicenda, aspettando che la magistratura ordinaria si pronunci e che quella sportiva si svegli, evitiamo la più disonesta delle mistificazioni: confondere il cancro di “Moggiopoli” con l’infezione delle plusvalenze. Nessuna cortina fumogena può nascondere il potere occulto che ha gestito il pallone, le designazioni arbitrali a comando, le tesserine telefoniche estere consegnate agli arbitri, gli scandali 1998 e del 2000, i Baldas, i Ceccarini, i De Santis, gli scudetti dirottati a comando.
Mettiamo tutto allo scoperto e diamo a ogni cosa la giusta dimensione. Non so che cosa rischino Inter e Milan. Non m’interessa. Si difenderanno e pagheranno il giusto. L’idea che possano togliere all’Inter lo scudetto a tavolino non so quanto sia reale, ma mi lascia del tutto indifferente: sul marciapiede dove io vivo , quel titolo - l’ho scritto prima che glielo assegnassero - vale quanto i giocatori anonimi e inconsapevoli che Inter e Milan si sono scambiati a cifre fasulle da campioni del mondo.

Pedinamenti De Santis, Vieri, Ronaldo
Mutu e Jugovic
La Procura Federcalcio archivia il caso Inter
“Non ci sono rilievi disciplinari”

Venerdì 22 Giugno 2007

ROMA (Apcom) - La procura federale della Figc ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico di dirigenti dell’Inter in merito ai presunti pedinamenti disposti ad investigatori privati nei confronti dell’arbitro Massimo De Santis e di alcuni calciatori, tra cui Christian Vieri, Ronaldo, Adrian Mutu e Vladimir Jugovic. Il procuratore federale, Stefano Palazzi, ha stabilito l’archiviazione poiché - si legge in una nota - “non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte”.

Come funziona la prescrizione
Che cosa fa la Covisoc

Venerdì 22 Giugno 2007

di PAOLO FRANCI

Saluto tutti gli appassionati lettori del blog e chiarisco un paio di punti. Il meccanismo della prescrizione è abbastanza semplice, ma ha le sue complessità. I tempi si allungano solo ed unicamente (da due fino ad altri 24 mesi) se vi è apertura d’indagine nel corso dei due anni previsti per le società. Dunque, essendo stata aperta l’indagine sull’Inter nel gennaio 2007, non c’è prescrizione, camminando a ritroso, fino al gennaio 2005 e sono concessi altri due anni se vi dovessero essere nuove necessità d’indagine.
Sulla Covisoc, è bene chiarire un punto fondamentale. L’organo di controllo, appunto, “controlla” il bilanci ma non ha la possiblità di entrare nel merito delle valutazioni dei giocatori. Faccio un esempio: se l’Inter, o la Roma, o la Juve, porta a bilancio un giovanotto di belle speranze valutandolo 5 o 10 milioni, la Covisoc non può mettere bocca. E’ per questo che la Figc sta studiando la creazione di una commissione di arbitri (non nel senso di fischietti…) che valuti i contratti in relazione al valore “reale” dei giocatori. E’ evidente che se la Fiorentina compra Paolo Franci e lo valuta 10 milioni, è un assurdo, dunque dovrà esserci qualcuno che certifichi e respinga l’assurdo.