Un messaggio per il Paese
di Enzo Bucchioni
DI SOLITO quelli che vincono e quelli che celebrano le vittorie hanno poco in comune. E’ facile mettere un collare attorno al collo di qualcuno, più difficile capire cosa c’è dietro. Il lavoro, i sacrifici e le sofferenze, ma anche il carattere, la grinta e la volontà di questi nostri grandissimi atleti premiati al Coni, sono qualcosa di assolutamente straordinario e difficile da catalogare in un Paese come il nostro. Dal cuore di Bettini alla compattezza del gruppo azzurro di Lippi, dall’energia esplosiva della piccola Vanessa al coraggio della Fantato, da tutte quante le storie di questi campioni arriva un messaggio forte. Se la nostra piccola Italia domina il mondo con pochi impianti e ancora meno soldi da spendere per lo sport, qualcosa vorrà pur dire.
SEMPLICEMENTE, questo microcosmo è gestito bene. Con la necessaria saggezza e i giusti stimoli, con l’attenzione ai professionisti, ma l’occhio puntato sui dilettanti, Gianni Petrucci ha dato equilibrio e ottenuto risultati. C’è ancora un’Italia che (se vuole) funziona, ci sono ancora gli italiani con orgoglio, umiltà, classe e la voglia di vincere. Se Prodi e Melandri hanno guardato gli occhi di tigre di questi ragazzi e captato il loro messaggio, ora lo trasmettano al Paese. Ce n’è urgente bisogno.
24 Ottobre 2006 alle 17:39
se dessimo un po di soldi dei diritti tv del calcio agli altri sport (vedi la situazione in cui versano gli sport invernali) sarebbe meglio
invece li diamo ai calciatori………che schifo!!!!!!!!!!!!!
25 Ottobre 2006 alle 14:26
Si certo, tutto corretto, ma i pesonaggi piu’ celebrati sono stati i vari sportivi che hanno giornalmente a che fare con TV e giornali, mi riferisco a Valentino Rossi, Bettini, i calciatori!!!!
Quelli che, invece, hanno sono il torto di essere campionissimi di sport minori sono stati bellamente ignorati.
La nuova bambina prodigio dello sport italiano, Vanessa Ferrari, ha avuto passaggi mediatici soltantio perche’ aveva vinto tutti i suoi trofei il giorno prima.
Siamo sicuri che tra sei mesi qualcuno si ricordera’ almeno il suo nome?
Inoltre, io sono appassionato di pattinaggio a rotelle, ad oggi non so ancora se un pluri campione mondiale (Roma 2005) ed europeo (Monza 2006) e’ stato considerato in queste premiazioni!!!!!!!
Se qualcuno puo’ darmi una risposta ringrazio anticipatamente …
25 Ottobre 2006 alle 16:56
Dovremmo imparare tutti dagli atleti di alcuni sport, che la maggior parte della gente definisce ( a torto ) minori
26 Ottobre 2006 alle 10:36
direttore la situazione economica del nostro sport purtroppo rispecchia quella dell’italia di oggi. L’italia del 2006 vive ancora del recente ricordo di un paese che c’era….di un benessere condiviso sempre da meno persone.
si dibatte sugli stadi vuoti, del perchè. Perche? i soldi in tasca non ci sono. chiaro, semplice.
Lo sport non è solo denaro però. Si può vincere nel mondo anche con le palestre scalcinate. Lo sport ale volte è arte, esperieza, orgoglio volontà. tipo rocky…anzi cuba forse è un esempio migliore.
27 Ottobre 2006 alle 16:45
Gli Italiani devono sapere anche questo:
Sponsor in fuga e contratto con Rai
e pensare che siamo campioni del mondo
Luca Pancalli è un uomo mite che si è trovato improvvisamente a gestire un mondo, quello del calcio, che non conosceva. Lo ha ammesso: “Mai stato tifoso, se non degli azzurri”. Come commissario Figc (sino al prossimo 28 febbraio) ha ereditato una situazione non facile: anche perché la gestione Guido Rossi si è interrotta a metà del cammino. Aveva tante idee, e pure rivoluzionarie, il Professore milanese: al suo fianco aveva voluto i fedeli scudieri Paolo Nicoletti e Vito Gamberale. Nicoletti si era calato subito nel mondo del pallone, e ne aveva individuato i meccanismi a volte perversi. Gamberale aveva avuto un approccio più complesso: completamente inesperto, non aveva avuto il tempo di capire la complessità del pianeta-calcio, e questo lo aveva portato a entrare in rotta di collisione con il sistema e con chi lo governava. Il Gruppo Rossi non ha avuto il tempo (e nemmeno la forza) di dare la spallata, di imporre la propria linea. E’ stato costretto a fare le valigie: solo qualche ingenuo poteva pensare che il Professore potesse restare commissario Figc e contemporaneamente guidare la Telecom. Un conflitto d’interessi macroscopico (altro che Galliani…). Risultato? Rossi è andato via, al suo posto è arrivato Pancalli. Con tutto il lavoro da fare. Praticamente, processi a parte, ha dovuto partire da zero. Situazione difficilissima: non è stata sfruttata l’onda del successo mondiale, per cui la Figc, adesso, si trova a fare i conti con gli sponsor in fuga e con un difficile contratto da rinnovare con la Rai. La tv di Stato non vuole più pagare 120 milioni, per quattro stagioni, come in passato. E pensare che siamo campioni del mondo…
Non solo: Pancalli deve organizzare l’assemblea statutaria per i primi di gennaio e poi, quella elettiva, entro febbraio. C’è da cancellare il diritto di veto, e le resistenze all’interno del sistema sono forti. Poi Euro 2012: slittato tutto ad aprile ma Gamberale, poco prima di andar via, ha chiuso il rapporto di lavoro con Francesco Ghirelli, l’unico manager che aveva contatti con sindaci e amministratori locali. Un bel guaio. Il progetto è fermo, adesso: il governo non concede il via libera ai finanziamenti, ci sono grossi problemi per gli stadi di Torino e Napoli. Pancalli ha chiesto un incontro urgente con il governo, ma la Melandri per ora non si fa sentire, impegnata com’è con la grana dei diritti tv. C’è il rischio di perdere il treno degli Europei, anche perché Michel Platini, se dovesse diventare presidente Uefa, potrebbe spostare voti a favore dell’Est. “Pancalli sta lavorando molto bene”, ci diceva l’altro giorno Gianni Petrucci. Può darsi abbia ragione, ma un po’ di coraggio in più non guasterebbe. Vero, Pancalli?
Agnolin addio, gli arbitri aspettano un presidente
Gigi Agnolin il 31 ottobre lascia: scade il suo commissariamento all’Aia. Non è stato prorogato, anche perché Agnolin è entrato in rotta di collisione con tutti, non solo una parte del mondo politico ma anche Pancalli. Lascia, Agnolin, un mondo arbitrale lacerato, rissoso più che mai. Un commissariamento, il suo, pieno di ombre, di sospetti, di accuse. Non solo: Agnolin avrebbe dovuto indire le elezioni dell’Aia, ma ha preso tempo perché sperava di potersi candidare. Non è possibile, il regolamento glielo impedisce. Cosa aspetta allora a fissare le elezioni? Se non lo farà, provvederà Pancalli. Entro novembre gli arbitri devono avere un presidente. Agnolin va via lasciando anche a spasso Paparesta: uno dei pochi arbitri buoni che abbiamo, non è stato fatto internazionale per una serie di cavilli e ripicche. Peccato. Per Paparesta e per il calcio italiano che non riesce mai a mettersi alle spalle i veleni.
Fonte Repubblica.it
(27 ottobre 2006)
Che ha fatto Rossi? Dove la Ministro?
27 Ottobre 2006 alle 17:47
QUESTO microcosmo come lo chiama lei , secondo me non è gestito bene anzi….
se vede dove si allena la nostra ginnasta fresca di medaglia d’oro ai mondiali , se ne renderebbe conto , quello che i nostri atleti considerati minori hanno , come dice lei ,
la voglia il carattere l’umilta’ ma sopratutto talento
quanti dei nostri atleti espatriano per potersi allenare in strutture adeguate ?
quanto da il coni per creare nuove strutture ? se si voul fare uno stadio di calcio , il portafoglio si apre immediatamente
come accade spesso in italia , se capita’ che un movimento sportivo considerato minore cresca , ci vogliono le vittorie . quante persone in italia seguivano la pallavolo prima dell’avvento di VELASCO ?POCHI ….
SI investe sempre su chi ti da dei ritorni economici
e questi atleti che rappresentano l’essenza dello sport purtroppo vengono considerati
solo quando eventi come un OLIMPIADE ne mostrano le gesta
27 Ottobre 2006 alle 23:38
Grande Putin!!!
ha già visto che la mafia ha preso possesso del gioco calcio..