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L’ultimo capolavoro francese. Quando l’antirazzismo trasforma la vittima in killer.

di GABRIELE CANE’
Vicedirettore di QN (La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno)

NON POTEVA che finire così. Il killer che diventa vittima (dunque assoggettato a una pena blanda) e la vittima punita quasi come il killer.
Non poteva che finire così, visto come l’abile regia francese aveva di fatto trasformato un brutto capitolo di gioco in un intollerabile episodio di razzismo: il provocatore «bianco» che fa saltare i nervi all’immigrato-integrato offendendogli mamma e sorella, dunque la famiglia, dunque la patria, dunque (soprattutto) la razza e la religione.
Risultato: il cattivo (Zidane) è diventato quasi-buono, e il quasi-buono (Materazzi) è diventato il cattivo. Complimenti. Come non bastassero i seri motivi di geopolitica pallonara ricordati nella pagina a fianco da Jacobelli, è innegabile come anche la forza sgangherata dell’ideologia abbia contribuito a partorire questa grottesca sentenza.
Diciamocela tutta. Se la testata la dava Materazzi a Zidane avendo subito le stesse provocazioni, cioè gli insulti che i giocatori si scambiano abitualmente in ogni campo di calcio, o basket, o hockey su prato, sarebbe finita, lontano dai tam tam mediatici, con una maxi squalifica a Materazzi e tante scuse a Zidane.
Un po’ perchè, come scrive Jacobelli, anche nel football contiamo in campo internazionale come un peso mosca in una finale dei massimi. E un po’ perchè l’atmosfera diciamo sociale, interna ed estera, induce oramai a un anti-razzismo altrettanto becero e pericoloso del razzismo stesso. Facciamo un esempio. Se insulti un immigrato, sei un razzista. Non c’è dubbio.
Ma se insegui e blocchi uno spacciatore magrebino che voleva vendere droga a tuo figlio, e magari gli lasci andare anche due schiaffoni, non sei solo un padre che difende la propria creatura. No. Finisce che ti saltano alla gola organizzazioni assistenziali di ogni ordine e grado, gridando all’attentato xenofobo, denunciandoti come nemico dei popoli del terzo mondo in cerca di riscatto. Nel caso Zidane, è andata più o meno così.

ED È GROTTESCO che, pur senza evocarlo in modo esplicito, sia stata proprio la Francia a sollevare il polverone. Paese di grande civiltà, intendiamoci, ma non esattamente un modello in tema di integrazione come confermato dalla recente, sanguinosa, rivolta delle banlieues e della relativa repressione.
Un Paese, insomma, dove gli immigrati sono tanti, e spesso mal tollerati. Sempre che non abbiano preso il passaporto francese e giochino bene, o benissimo a pallone. Come il franco-algerino Zidane.
Che probabilmente sarebbe guardato dall’alto in basso se lavorasse alla catena di montaggio della Renault, e che diventa eroe e simbolo nazionale avendo aggiunto alla grandeur transalpina un titolo mondiale e uno europeo. «Giù le mani da Zizou». Certo. E chi ve lo tocca. Tanto, Zinedine appende gli scarpini al chiodo, mentre Materazzi tornerà a giocare in Nazionale. Con la maglia da campione del mondo addosso.

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30 Commenti a “L’ultimo capolavoro francese. Quando l’antirazzismo trasforma la vittima in killer.”

  1. beppe scrive:

    Una sentenza così ridicola, contraria ad ogni supporto giuridico, con sicure implicazioni future penso possa essere stata dettata solo dalla fifa (intesa come tremarella): Materazzi e gli Italiani non fanno paura a Blatter, Chirac e soci vari: Zidane forse sì

  2. manuelrenzi scrive:

    Gentile Sig.Canè
    come già scritto ieri al suo collega jacobelli,credo sia arrivato il momento di tirare sù la testa,quella testa che tantissimi addetti ai lavori per troppi anni hanno tenuto nella sabbia ,pensando solo ad avere il sederino ben in caldo ,contornato da una bella poltrona nei piani alti senza rischiare nulla.
    Un particolare appunto è rivolto soprattutto a voi giornalisti che dovreste cercare ,di fronte a tanta voluta incapacità ,di dare più risalto a simili ingiustizie e denunciare a gran voce l’incapacità dei vertici sportivi che rappresentano l’Italia,anche perchè non vorrei pensare che siete capaci di alzare il tono solo a gioco fatto(vedi calciopoli -tutti sapevano).Avete un arma efficacissima ma spesso ,troppo spesso, non volete usarla per paura di farvi dei nemici,per paura di entrare in una via con divieto di accesso…..e non mi venga a parlare(la prego) di fair play o cadute di stile,come il suo collega Jacobelli.
    Nella mia vita da lavoratore la pagnotta me la devo guadagnare a suon di fatti….anche perchè sarebbe troppo umiliante quando c’è tanto lavoro e io mi nascondo per evitarlo.
    Una santa volta fatevi sentire davvero.

  3. maurizio scrive:

    I vertici del calcio italiano, che forse in questi tempi hanno parecchio da sbrigare, hanno affermato di accettare la sentenza della FIFA. Un’ altra ed ennesima calata di braghe. Io, non riesco ancora a capire perche’, in ambito calcistico e piu’ in generale, di politica internazionale, L’Italia continua da decenni a strisciare ai piedi degli altri. Siamo o non siamo i creatori dell’Europa? Siamo o non siamo parte dei G8? Siamo o non siamo i detentori di 4 trofei mondiali ? E’ ora di riorganizzare la politica estera in ogni campo a costo di qualche sacrificio iniziale. Poi ci si chiede perche’ milioni di persone di ogni eta’ scende in piazza tutta la notte a festeggiare. Non e’ solo un trofeo, e’ l’Italia che batte tutti e lo fa sotto gli occhi del mondo. Si deve e si puo’ cambiare …

  4. Domenico scrive:

    Ma avete mai visto una partita di ragazzini. Per intendersi i campionati pulcini allievi etc. Bene ho levato mio figlio da tali campionati per il disgusto. In particolare mi e’ rimasta impressa una partita nell’ hinterland ovest milanese in cui genitori sbavando invitavano le loro creature a spezzare gambe e gioivano nel momento in cui il loro piccolo interveniva con fallacci di incredibile violenza . Finale 3 ragazzini in infermeria con lite finale dei genitori che minacciavano querele anche ad arbitro e guardialinee. Il problema non e’ l’ insulto o la testata. IL problema e’ riportare il calcio ad essere uno sport reale.
    Comunque la condanna e’ squilibrata . Ricordiamoci Totti Poulsen. Insomma 2 pesi 2 misure. Saluti a tutti Domenico

  5. Armando craighero scrive:

    Ho visto la finale dei mondiali 2006 in Francia in casa di un francese e naturalmente abbiamo assistito alla comica di Zidane: quando è stato, ovviamente, espulso il suo commento è stato “idiot”… Stesso discorso con chiunque altro, francese, ho parlato nei giorni seguenti. In compenso chi avesse visto la televisione francese subito dopo la gara ed il giorno dopo, avrebe potuto pensare che i vincitori fossero stati i francesi.
    Credo che abbia ragione Maldini: non contiamo molto nella FIFA, e , questa è mia opinione quel bel tomo di Blatter, come molti svizzeri, ha per l’Italia un sentimento di invidia/rivalsa e appena può lo manifesta.

  6. nick scrive:

    Egr. Vicedirettore,

    sono pienamente daccordo con Lei, sono convinto che questa sentenza rappresenti l’ennesimo tassello di quel processo di islamizzazione dell’ Europa in atto da anni, dove anche la giustizia (come in questo caso) diventa subalterna alla teoria, quasi sempre di comodo, dell’antirazzismo. Forse era necessario dare in pasto Materazzi alla voglia di riscossa razziale che sta montando in Francia in questi ultimi tempi.

  7. Nicola Andreazza scrive:

    Non ci sono rivendicazioni ufficiali da fare.
    Non servono.
    Il tempo, come l’acqua, lavera’ via pian piano una vernice data in fretta sopra ad un episodio semplice in tutta la sua chiarezza.
    Prima amcora di aver perso una partita di calcio, un potere quando perde sicurezza tende a coprire se stesso… ricordiamoci la difesa di qualcuno prima dello scoppio di tangentopoli.E la Fifa la sicurezza l’ha persa già quando le semifinali non le quadravano.

    Il tempo non ha preconcetti, fà solo il suo mestiere …porta vie la vernice ed esce la verità, quella che tutti noi sportivi sappiamo ma che ora non si puo’ dire….
    e cioè che nello sport di vertice vincono sempre gli interessi economici. Punto.

    Ma il tempo saprà fare il suo mestiere in fretta e ridarrà ad Abele giustizia terrena.

    Forza sport.

  8. Domenico scrive:

    Ma che bello spettacolino…..tutti a difendere Materazzi!!!!
    Io sono interista e non discuto Materazzi come persona….ma come calciatore penso che in questi anni sia stato massacrato dall’opinione pubblica come calciatore e protetto dalla GEA in qunto le sue scorrettezze calcistiche non sono mai state punite….
    Che bello salire sul carro dei vincitori!!!!!

  9. angelo giove scrive:

    coraggio marco siamo con te,ma anche dire a platter di vergognarsi per il suo comportamento,prima se ne va meglio e’a

  10. Dino scrive:

    X il Direttore

    Dalla serie: vogliamo saper.

    Che fine ha fatto in Federcalcio il fascicolo intestato a Bergamo e Franco Sensi presidente della Roma? L’avvocato Mario Stagliano, fino alle scorse settimane vicecapo Ufficio Indagini dice che alla Federcalcio non è mai arrivato il fascicolo, chi ha insabbiato il presunto illecito presso l’Ufficio Indagini della Federcalcio. Invece le procure di Roma e Livorno affermano di aver trasmesso una nota alla giustizia sportiva. La vicenda finisce sui giornali (ne scrivono Espresso e Il Tirreno) nell’autunno scorso, ma risale al novembre 2003. Si tratta di un inchiesta della Guardia di Finanza sull’imprenditore livornese Mario Saporito. Nel suo ufficio vengono piazzate le microspie perché si cerca di indagare su un giro di appalti. Le cimici registrano alcuni colloqui tra Saporito e Paolo Bergamo, l’ex designatore arbitrale che a Livorno è contitolare dell’agenzia Ina-Assitalia. Bergamo racconta all’amico di un incontro con Sensi avvenuto a Roma a villa Pacelli. I due parlano di alcuni quadri che dovrebbero andare in dono al Papa e degli orologi che la Roma aveva regalato agli arbitri. Poi il discorso cade su un affare da due miliardi di lire. La compagnia petrolifera di Sensi la Italpetroli, è proprietaria a Civitavecchia di una piattaforma per lo stoccaggio di combustibili. E assicurare quegli impianti vale un premio consistente. Però visto il ruolo di Bergamo nel mondo del calcio quell’affare non può essere roba sua. Tuttavia, nelle registrazioni Bergamo spiega a Saporito quanto accaduto dopo l’incontro con Sensi. Bergamo dice: “Dopo un mesetto e mezzò mi chiamò Assitalia…c’è un mio amico, dirigente massimo del settore civile…se questo mi imbocca 600 milioni io non posso dire niente”. Non solo. Bergamo sempre parlando con Saporito racconta che il presidente della Roma, allora in polemica contro arbitraggi giudicati dannosi per la sua squadra, avrebbe indicato una rosa di cinque nomi di suo gradimento tra i direttori di gara. A quanto si è saputo la polizza è stata stipulata (Ina-Assitalia era anche sponsor della Roma) e l’agente firmatario non è stato Paolo Bergamo. Però due giorni dopo la pubblicazione di questa notizia sul Tirreno (il 4 luglio 2005) Bergamo si dimette dalla Federcalcio e si dichiara estraneo alla vicenda.

  11. mariuccia scrive:

    A DINO—- ma ti sembra logico toccare a maggica??? ma dove vivi???? ROMA capoccia…..non si tocca………. er cupolone………… altro che cupola MOGGI:::::::::::::: a proposito,,, quel poveretto che si buttato giù dal ponte dell,autostrada??? capo tecnico TELEKOM:::::::::::: E l,allenatore del under 21 Gentile buttato fuori dal signor ROSSI ………………. amici tutto questo casino ,,, del pallone ha una piccola parte in commedia…….il resto ben nascosto,, a Napoli, e chissa dove non si saprà mai ????????????????????? meditate gente meditate……..

  12. Peppo scrive:

    Scusate ma non avete ancora capito !!!

    Hanno solo distrutto una lobby per metterne al potere un’altra.
    E’ tutta una farsa…
    Piu’ che calcio pulito sarà calcio lavato e risciacquato…
    Una lavata e una asciugata ed è tutto come (prima) nuovo.

  13. Dino scrive:

    x Mariuccia
    Ho memorizzato questo articolo e lo riproporrò quando serve.

    Il suicidio di Napoli è il terzo atto!

    Il secondo è la vendita del Provetta delle azioni dell’inter “pulita” a Mora, presidente “pulito”.
    Ti avevo promesso che il romanzo giallo non era finito e se ben ricordi Ti avevo rimandato alla prossima puntata?!

    Prima puntata:
    “Milano, sotto accusa il titolare di un’agenzia investigativa di Firenze legata all’ex uomo della sicurezza di Telecom
    «Vieri spiato quando giocava nell’Inter»
    Il caso degli 007 illegali. Indagati per corruzione decine di agenti della polizia giudiziaria

    MILANO — Il mezzo, illecito: bustarelle a decine di pubblici ufficiali delle forze di polizia, inseriti in una rete di corruzione tanto estesa da far ipotizzare una nuova «Tangentopoli delle divise». Il fine, altrettanto illegale: raccogliere informazioni riservate e dati personali segreti, con un’attività capillare di spionaggio e dossieraggio. Le vittime di questi reati: soprattutto imprenditori e uomini d’affari, con casi limite di schedatura di intere società di capitali, ma anche politici (pochi), comuni cittadini (molti) e perfino calciatori. Il più famoso è sicuramente Bobo Vieri, l’ex centravanti dell’Inter e della nazionale, che nell’ultimo campionato ha giocato in Francia.

    Vieri è stato vittima di un’intensa attività di spionaggio che risale proprio agli anni in cui guidava l’attacco nerazzurro. Per l’esattezza, ai mesi in cui il centravanti dell’Inter era entrato in un’improvvisa in crisi di gol: qualcuno lo ha fatto addirittura pedinare, probabilmente per capire perché l’ex bomber entrasse in campo apparentemente svuotato di energie. Il dossier sull’ex centravanti dell’Inter è stato ritrovato negli archivi informatici sequestrati dai carabinieri a Emanuele Cipriani, titolare dell’agenzia investigativa «Polis d’Istinto» di Firenze. Cipriani è accusato di associazione per delinquere finalizzata soprattutto alla corruzione non solo di agenti, ma anche di ufficiali della polizia giudiziaria. Che in cambio di soldi avrebbero fatto indagini illegali: accessi illeciti alle banche dati delle forze dell’ordine, accertamenti patrimoniali e bancari, controlli abusivi dei tabulati telefonici e pedinamenti.

    Insieme a Cipriani è indagato dalla procura di Milano Giuliano Tavaroli, l’ex responsabile della sicurezza di Pirelli e Telecom. Trasferito in Romania un anno fa, quando aveva ricevuto il primo avviso di garanzia, Tavaroli si è dimesso nei giorni scorsi da tutte le cariche. Tavaroli e Cipriani sono cresciuti insieme in Liguria e per più di trent’anni hanno intrecciato carriere e amicizia. Il troncone d’inchiesta che li accomuna riguarda gli appalti esterni assegnati da Tavaroli a Cipriani: contratti per almeno 11 milioni di euro, versati estero su estero, che secondo l’accusa non sarebbero giustificati da reali attività di bonifica e controllo. Cipriani è già stato interrogato almeno tre volte e i suoi verbali sono segretati, segno che contengono anche dichiarazioni utili all’accusa. Tavaroli invece non è mai stato interrogato: in recenti interviste ha respinto tutte le accuse dichiarandosi vittima di un complotto a suo dire ordito da concorrenti interessati a sfondare nel business della sicurezza. Questo capitolo dell’inchiesta è molto delicato perché Tavaroli, tra il 2003 e il 2005, controllava il Cnag, il centro Telecom che gestisce tutte le intercettazioni telefoniche chieste (legalmente) dalla magistratura.

    Pirelli e Telecom operano in settori sensibili e da sempre i loro dirigenti sono ossessionati dalla sicurezza. Negli ultimi dieci anni Tavaroli ne aveva fatto i maggiori clienti di Cipriani, ma non gli unici. Negli archivi informatici (dvd) sequestrati a Cipriani, gli inquirenti milanesi hanno scoperto dossier su centinaia di persone. L’inchiesta principale riguarda i metodi di Cipriani, che secondo l’accusa avrebbe versato tante piccole bustarelle a decine di rappresentanti delle forze di polizia. Questi, in cambio di poche centinaia di euro, avrebbero garantito soprattutto accessi abusivi alle banche dati di questure, caserme e procure. Alcuni dossier riportano anche i risultati di pedinamenti eseguiti da veri agenti di polizia, ma assolutamente fuori dalla legge.

    Ora un fidatissima squadra di inquirenti, guidati dai pm Fabio Napoleone, Stefano Civardi e Letizia Mannella, sta cercando di identificare i mandanti delle investigazioni incriminate e soprattutto di capire se i clienti fossero consapevoli dei metodi usati da Cipriani. L’unico filone d’inchiesta finora emerso è quello che l’otto marzo ha portato all’arresto di due 007 di Roma anche per un caso di spionaggio politico: dossier contro Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini per tentare di favorire l’ex ministro Storace alle elezioni del 2005 nel Lazio. Tra i primi 16 arrestati c’erano due marescialli della Guardia di Finanza. Ora l’inchiesta ipotizza una rete di corruzione nazionale”.
    Questa è cronaca nera!
    Dopo aver letto questo articolo avete ancora fiducia nelle intercettazioni?
    Se avete ancora fiducia, sicuramente avete dei problemi.

  14. Dino scrive:

    x Peppo
    Non hanno distrutto una lobby, per metterne al potere un’altra!
    Hanno reso più potente la vera lobby.
    E questo, mi dispiace dirlo, è anche colpa dei Madia.

  15. Dino scrive:

    Leggete questo editoriale, e ditemi se non gli calaza a pennello?!

    “Il problema di Guido Rossi è che si crede Romolo, il fondatore della Città eterna, del diritto di famiglia e della nostra civiltà giuridica. Se non ci credete andate a leggervi il suo bel romanzetto storico del 2000, edito da Adelphi. Si intitola “Il ratto delle sabine”. Lì c’è tutta la filosofia del nuovo re-padrone della Federcalcio, e sono dolori per Juve, Lazio, Fiorentina, Milan e chissà chi altro. E’ la storia della fondazione di Roma, della legge e dello stato attraverso le astuzie e le sopraffazioni di un uomo, Romolo, capace di trasformare l’omicidio del fratello Remo e il rapimento con stupro delle donne sabine nel rito catartico di una nuova civiltà mondata dalle barbarie del passato.
    Nel libro, l’avvocato Rossi parla del ratto delle sabine, ma sono pagine di filosofia del diritto e non è difficile individuare qualche somiglianza con la brutalità dei procedimenti sommari e dei processi di piazza subiti dai protagonisti di calciopoli. A pagina 94 si legge: “Un atto di violenza iniziale apparve allora come l’unica alternativa. Atto di violenza che doveva tuttavia essere immediatamente nobilitato da un rito formale che potesse agli occhi dei posteri mascherare prima e sancire poi il consenso”. A pagina 32, l’argomento è l’uccisione del gemello Remo ma potrebbe anche essere la mostrificazione di Luciano Moggi: “L’inganno sarebbe poi stato sicuramente coperto (…) soprattutto dall’esercizio continuato e martellante del potere raggiunto, grazie al quale (Romolo, ndr) avrebbe imposto la sua versione dei fatti, l’unica che sarebbe stata poi ritenuta autentica. Il potere, a posteriori, è capace di nobilitare gli atti più abominevoli, vigliacchi e selvaggi. Esso si basa sulla menzogna e sulla simulazione, per le false verità che impone e cui finge di credere”. Una falsa verità, per esempio, è quella che Moggi aggiustasse le partite di Serie A. Si è finto di crederci e poco importa che la sentenza della Caf l’abbia smentita. La pagina 91 andrebbe nascosta al giudice della Federcalcio che si è dimesso per protestare con le anomalie del processo Caf e la sentenza di condanna già scritta: “Nella preparazione delle cerimonie si nasconde sovente l’inganno: le più feroci aggressioni avvengono nei luoghi di potere formalmente più severi e tranquilli, ove dietro ai comportamenti di facciata si nascondono i più sporchi rituali dell’ipocrisia”.
    Romolo sente il bisogno di coinvolgere i sudditi perché “il consenso generale era il solo riconoscimento della validità delle norme”. Scrive Rossi che Romolo è consapevole che “senza l’applauso fisico della moltitudine, il potere del singolo perde vigore nella palude della solitudine”, motivo per cui appare evidente che “il consenso di tutti si ottiene non solo con tacite adesioni, ma soprattutto nelle manifestazioni collettive, dove cento, mille anime diventano entusiasticamente una sola” e magari anche abbonata alla Gazzetta. Morte a Remo o serie C, a pagina 86 Rossi scrive che “la sanzione (…) doveva essere crudele, così che Romolo ideò anche nuovi rituali…”, perché “la crudeltà del supplizio che accompagna la pena, oltre ad avere un carattere retributivo, allontana il timore che l’atto illecito provochi una contaminazione generale e una misteriosa vendetta contro tutti”. Ma il momento chiave della dottrina Romolo è nella teoria della sacralità del ratto e dello stupro, spiegati direttamente alle sabine: “Col contratto o con la convivenza le nostre unioni non sarebbero mai state se non distrattamente ricordate; oggi assumono una dimensione storica che nessuno potrà più scordare”.

    Rossi, devi andar via!!!!!

  16. Dino scrive:

    X il Direttore

    Dalla serie: vogliamo sapere.

    Caro Direttore,
    io purtroppo non ho la possibilità di chiederlo pubblicamente, Voi Media SI.
    Ci aiuti, Noi amanti della giustizia vera vogliamo sapere, è un ns. diritto!

    Che fine ha fatto in Federcalcio il fascicolo intestato a Bergamo e Franco Sensi presidente della Roma? L’avvocato Mario Stagliano, fino alle scorse settimane vicecapo Ufficio Indagini dice che alla Federcalcio non è mai arrivato il fascicolo, chi ha insabbiato il presunto illecito presso l’Ufficio Indagini della Federcalcio. Invece le procure di Roma e Livorno affermano di aver trasmesso una nota alla giustizia sportiva. La vicenda finisce sui giornali (ne scrivono Espresso e Il Tirreno) nell’autunno scorso, ma risale al novembre 2003. Si tratta di un inchiesta della Guardia di Finanza sull’imprenditore livornese Mario Saporito. Nel suo ufficio vengono piazzate le microspie perché si cerca di indagare su un giro di appalti. Le cimici registrano alcuni colloqui tra Saporito e Paolo Bergamo, l’ex designatore arbitrale che a Livorno è contitolare dell’agenzia Ina-Assitalia. Bergamo racconta all’amico di un incontro con Sensi avvenuto a Roma a villa Pacelli. I due parlano di alcuni quadri che dovrebbero andare in dono al Papa e degli orologi che la Roma aveva regalato agli arbitri. Poi il discorso cade su un affare da due miliardi di lire. La compagnia petrolifera di Sensi la Italpetroli, è proprietaria a Civitavecchia di una piattaforma per lo stoccaggio di combustibili. E assicurare quegli impianti vale un premio consistente. Però visto il ruolo di Bergamo nel mondo del calcio quell’affare non può essere roba sua. Tuttavia, nelle registrazioni Bergamo spiega a Saporito quanto accaduto dopo l’incontro con Sensi. Bergamo dice: “Dopo un mesetto e mezzò mi chiamò Assitalia…c’è un mio amico, dirigente massimo del settore civile…se questo mi imbocca 600 milioni io non posso dire niente”. Non solo. Bergamo sempre parlando con Saporito racconta che il presidente della Roma, allora in polemica contro arbitraggi giudicati dannosi per la sua squadra, avrebbe indicato una rosa di cinque nomi di suo gradimento tra i direttori di gara. A quanto si è saputo la polizza è stata stipulata (Ina-Assitalia era anche sponsor della Roma) e l’agente firmatario non è stato Paolo Bergamo. Però due giorni dopo la pubblicazione di questa notizia sul Tirreno (il 4 luglio 2005) Bergamo si dimette dalla Federcalcio e si dichiara estraneo alla vicenda.

  17. Dino scrive:

    x Mariuccia
    Se sei interessata a sapere tuttio su una persona, ecco il tariffario applicato dalla “banda delle intercettazioni” (ex responsabili Telecom):
    Informazioni telefoniche e bancarie su chiunque?
    Non è un problema.
    Basta pagare. Esiste un vero e proprio tariffario, devo dire anche onesto.
    In un’intercettazione una delle persone coinvolte, Laura Danani, elenca i prezzi per sapere gli intestatari di numeri di telefono riservati:
    “Omni 220 euro, Tim 150, Wind 200, Tre 200, fisso 250”.
    E indica le banche di cui riusciva ad ottenere informazioni sui clienti:
    Antonveneta, Bnl, Commercio e Industria, Popolare di Milano, Popolare di Novara, San Paolo Imi:
    “un’anagrafe per sapere se una persona è presente in queste banche costa 250 euro…
    lo sviluppo di un paio di mesi di movimenti va sulle 600, lo stesso discorso vale per i titoli”.
    Lo spionaggio, l’utilizzo dei dati bancari e telefonici compreso intercettazioni) avranno un equo compenso, dipende se è un VIP o no..

  18. Dino scrive:

    Intercettazione del 2005
    Il toonchetto pulito nei salotti puliti in Italia

    Ricucci: “…ma tu l’hai letta stamattina l’intervista di quel defi..nte di Tronchetti Provera su “la Repubblica” di stamattina?”
    Gnutti: “No”
    Ricucci: “E leggitela, va! Che parla de me e de te…
    C’è tutta l’intervista del dottor Tronchetti Provera, che loro sono il salotto sano…”
    Gnutti: “Ah, ah!”
    Ricucci: “Cià quarantacinque miliardi di euro di debiti… il salotto sano lui cià!”
    Gnutti: “Pensa te”
    Ricucci: “Ma è una roba incredibile, no?”
    Gnutti: “Eh sì, ma viene, viene a miti consigli anche lui, eh?”
    Ricucci: “Ah sì? E quando però?”
    Gnutti: “Eh, l’anno prossimo.”
    Ricuccci: “Ah, l’anno pro… cominciamo a dirglielo subito…”
    (dal Corriere della Sera di giovedi 4 agosto 2005)
    Chi verrà l’anno prossimo dopo il tronchetto? Non sarà forse lui, proprio lui, il portatore nano di telefonia?
    Certo dopo le elezioni un’occupazione dovrà pur trovarsela…

  19. mariuccia scrive:

    A DINO — hai ragione penso che bobo vieri da quest,anno ha firmato un contratto con la sanpdoria(ma tu guarda la coincidenza!!!) ma dopo una settimana salvo sorprese ha già buca,, forse non giocherà più ,, vieri purtroppo è da un po che non è più lo stesso,,,, ha giocato molto fatto una caterva di reti, e cosa gli è rimasto in mano???????all,inter era sempre triste e incazzato,al milan di passaggio poi poi per finire a Genova,,,,, altro che pedinato e intercettato.. chissà che altro…….. per il resto sei una miniera di notizie,,,,,,,, qualcuna la conoscevo, altre inedite per me,,,,,ma come dicevo prima e da settimane sarà tutta una sceneggita si qualche punizione qui e là ma il marcio con la M maiuscola è stato di nuovo buttato sotto il tappeto, comunque chi vivrà vedrà……..bybybybyby

  20. Black Sharpness scrive:

    La giusta giustizia scaglierebbe LA JUVENTUS DIRETTAMENTE IN SERIE C2!

    … in C” dovete andare, gaglioffi!
    La Juve ha taroccato non un una partita, non un campionato, un DECENNIO DI CALCIO e adesso la B?!
    ANdate in C2…

  21. bart scrive:

    MY GAME IS FLAIR PLAY. cosi dice la FIFA, e poi premiano Zidane x la testata su Materazzi. Beh da uscire matti, la verità è ke questi qui ci hanno rotto le scatole con la loro ipocrisia e meschinità.
    E poi dicono Italia=Mafia. Beh la vera …. sono loro.
    VERGOGNA!

  22. Dino scrive:

    x il Direttore

    Le risulta che l’interista Rossi è stato presidente del cda di telecom ai tempi di telecom serbia che fu uno dei + grandi scandali (spariti 400 milioni di euro dalle casse dello stato che ovviamente finirono ai serbi per finanziarsi la guerra?
    Le risulta che l’attuale presidente dell’appello della caf è stato ex difensore della lazio e presidente della società stessa?

    ———————-

    Guido Rossi è stato presidente della Telecom.
    Il prof. Sandulli è stato presidente della Polisportiva Lazio.

  23. Dino scrive:

    Caro Direttore
    mi scusi se Le riporto paro paro l’art. di un’altro quotidiano, ma io desidero sempre un Suo autorevole parere

    “Processo a calciopoli da rifare”
    Lo afferma l’avvocato Dupont a Libero
    “Il processo a calciopoli è tutto da rifare”, questo è quanto afferma Renato Farina, vicedirettore di Libero, dopo aver intervistato l’avvocato Jean Louis Dupunt, il legale del caso Bosman. “C’è stata una sentenza il 18 luglio alla Corte di giustizia delle Comunità europee”, ha detto il legale. In questa viene detto che “un tribunale sportivo non può infliggere un danno economico sproporzionato alle società”.

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    Caro Dino,
    ho letto l’articolo e la ringrazio comunque per la segnalazione. Ma, sulla base dei giuristi da noi interpellati, l’ipotesi prospettata viene definita totalmente priva di fondamento.
    “Il processo sportivo di primo grado sarà tutto da rifare. E’ in arrivo dalla Corte Europea un siluro contro il bastimento della giustizia pedatoria. Un tribunale sportivo non può, per tutelare la correttezza delle competizioni, infliggere un danno economico sproporzionato a società, le quali sono sì sportive, ma restano comunque aziende in concorrenza tra loro”.
    E’ quanto afferma il vicedirettore di ‘Libero’ Renato Farina in un fondo in cui affronta la questione delle competenze delle sentenze nell’ambito delle regole sulla ‘concorrenza’ dei club, intesi come aziende, “la cui pena e regole sono sottomesse al diritto comunitario”.

    Infatti, secondo una sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee del 18 luglio “le regole e le sentenze sportive - spiega Farina - quando ci siano di mezzo interessi economici, passano sotto la normale giurisdizione” e “le sentenze della Corte sono definitive, hanno efficacia vincolante e forza esecutiva all’interno degli Stati membri”. Quindi “allorchè una sanzione tocchi la libertù economica dei club o delle imprese - spiega Farina su ‘Libero’ - questa pena e le regole da cui è derivata sono sottomesse al diritto comunitario”.
    “La punizione dal 18 luglio in poi deve essere proporzionata all’obiettivo perseguito - continua Farina - Se eccessiva è un errore, una violazione del diritto comunitario e del diritto alla concorrenza. E un giudice civile, a livello nazionale o europeo, le dovrà annullare, e i danni dovrà pagarli la Federazione. Una sanzione di centinaia di milioni di euro è fuori da ogni canone. Un faccenda del genere esce dall’orto sportivo. Deve sottomettersi alle regole europee della concorrenza”. “

  24. Dino scrive:

    X Il Direttore
    La ringrazio per la precedente risposta.
    Io non sono un giurista ma, allora cos’è l’appello dell’avv. Zaccone:
    “Non per motivi sportivi ma per ragioni civilistiche. Zaccone si è infatti appellato all’articolo 1, comma 2, della legge n.280 del 17 ottobre 2003″ ?
    E’ infondato anche questo?

  25. Dino scrive:

    Testo del decreto-legge coordinato con la legge di conversione

    pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 243 del 18 Ottobre 2003

    (*) Le modifiche apportate dalla legge di conversione sono stampate con caratteri corsivi

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    Art. 1.
    Principi generali

    1. La Repubblica riconosce e favorisce l’autonomia dell’ordinamento sportivo nazionale, quale articolazione dell’ordinamento sportivo internazionale facente capo al Comitato Olimpico Internazionale.

    2. I rapporti tra l’ordinamento sportivo e l’ordinamento della Repubblica sono regolati in base al principio di autonomia, salvi i casi di rilevanza per l’ordinamento giuridico della Repubblica di situazioni giuridiche soggettive connesse con l’ordinamento sportivo.

  26. angelo scrive:

    io direi che sti francesi hanno un po’ rotto.Ma non potrebbero pensare a pulire le strade dagli escrementi dei loro cani invece di rompere… l’unica champion vinta dall’ Olympique marsiglia era cosi tossica che ora i giocatori sono ancora a san patrignano, tapie era un galantuomo e poi rybery…
    cmq anche il sig zidane nella semifinale con il portogallo avrebbe offeso addirittura l’arbitro, andate a vedere i video nel sito difendiamomaterazzi .it

  27. sirio scrive:

    io non riesco più a seguire il discorso di calciopoli, giustizia sportiva, quella amministrativa, ma sono convinto che a tutti i livelli ci siano tante ( vanna marchi, mamma ebe ecc. ecc.) saluti sirio

  28. STEFANO scrive:

    Caro direttore

  29. STEFANO scrive:

    Caro direttore, tutti sapevano che la squadra + danneggiata in assoluto era il BOLOGNA.
    E’ d’accordo che IL CALCIO MARCIO E’ RIMASTO MARCIO ??????
    Se il BOLOGNA fosse stato rappresentato da DELLA VALLE secondo lei sarebbe stato riammesso in serie A ??????
    QUESTO E’ PROPRIO IL PAESE DELLE BANANE !!!!!!!!

  30. apps scrive:

    caro direttore

    a proposito della posizione sub judice del milan, credo si stiano creando dei pericolosi precedenti, e guarda caso tutti a sfavore del calcio italiano. Credo che sia giunto il momento di prendere posizioni ferme al riguardo, da parte chiaramente della nostra federazione. Il signor rossi non mi pare al momento molto loquace al momento.
    il suo silenzio e’ stato alquanto imbarazzante sulla vicenda zidane, e lo e’ anche adesso che la uefa in concomitanza con la lega francese(guardacaso) sta cercando di scippare un posto in champions league ad una squadra italiana e forse a favore di una francese.
    io penso una cosa e vediamo se non ho ragione, il milan alla fine passera’ in champions, ma ai francesi verra’ riconosciuto il bonus di una squadra in piu’ ( ringrazieranno platini ).
    Ma forse al signor rossi non freghera’ niente del milan anzi se rimane fuori e’ meglio per la sua inter. Poi un’altra osservazione al signor zamparini, che mi sembra non abbia le credenziali per parlare da persona pulita visto il precedente crack finanziario del suo ex venezia, voglio far notare a lui e ai tifosi del palermo che si dicono indignati di non aver preso il posto del milan in champions league, che la sentenza emessa e’ stata 30 punti di penalizzazione record per articolo 1. inoltre cari signori non e’ detto che se il milan dovesse essere privato della competizione, sia il palermo a sostituirlo.
    Comunque non se ne puo’ piu’ di presidenti ultra’ che gettano veleno( a convenienza) su questo calcio, fatevene una ragione, la sentenza e’ stata emessa, le pene sono state dure anche se voi volevate la pena di morte per tutti. salvo poi gettarvi come sciacalli sulle carogne.
    La critica di zamparini credo sia solo distruttiva e non costruttiva. ai tifosi romanisti invece dico che siete stati graziati dalla federazione quando avete presentato in ritardo la fidejussione, tra l’altro anche scoperta, ma qualcuno vi ha salvato.
    comunque il tempo ci dara’ ragione, i fatti gia’ lo hanno detto, IN ITALIA NEGLI ULTIMI 10 ANNI SOLO 2 SCUDETTI, IN EUROPA UNA COPPA DEI CAMPIONI, UNA FINALE PERSA UNA SEMIFINALE ED UN QUARTO DI FINALE. EVIDENTEMENTE C’ERA QUALCOSA CHE NON QUADRAVA IN ITALIA E NON PER COLPA DEL MILAN.

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