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Inter, un 2006 da profondo rosso

di Marco Liguori

L’Inter ha concluso l’ultima stagione con un profondo rosso di gruppo pari a 181,4 milioni di euro. Per la prima volta, la società nerazzurra ha stilato il bilancio consolidato al 30 giugno 2006, comprendente oltre ai conti della capogruppo Fc Internazionale spa, anche quelli delle controllate al 100% Inter Futura e Inter Brand.

Come si legge nel documento disponibile in Camera di commercio, ciò è una “fotografia” finalizzata “a fornire una adeguata informativa sull’andamento economico e patrimoniale del gruppo”. Nel consolidamento sono state eliminate tutte le transazioni con le controllate, come la cessione dei marchi dall’Inter a Inter Brand, che ha fruttato alla prima una plusvalenza di 158 milioni, ed è stato stornato il loro ammortamento (7,9 milioni).

Con queste operazioni, il risultato finale della capogruppo èin passivo di “soli” 31,1 milioni rispetto ai 118,7 del 2004/05. Il consolidato presenta una serie di dati molto pesanti: il patrimonio netto era negativo per 122,8 milioni (contro +27,4 milioni di Inter spa), l’indebitamento bancario era di oltre 209 milioni (89,1 milioni in Inter spa). La maggior parte dell’indebitamento complessivo del gruppo è riposta in Inter spa, schiacciata dal peso di 424,4 milioni, in aumento del +54,1% rispetto ai 275,3 milioni del 2004/05.

Preoccupante lo squilibrio debiti-crediti pari a oltre 434 milioni , contro la disponibilità liquida di soli 35 milioni. L’indebitamento bancario di Inter spa è diminuito del 34,15% a causa della cessione dei marchi alla Inter Brand, avvenuta il 29 dicembre 2005 “per un corrispettivo di 158 milioni”. Contestualmente “è stata redatta la relativa scrittura di licenza d’uso dei marchi del valore complessivo di 160 milioni” di durata decennale.

Ma ci sono due problemi gravi. “La vendita dei marchi dall’Inter alla controllata Inter Brand – spiega l’avvocato Domenico Latino, specializzato in diritto civile e sportivo – configura l’ipotesi del contratto con se stesso: quindi per la legge è nulla, anche se irrilevante essendo maturata all’interno del gruppo”. In pratica, è come se il marchio fosse passato dalla tasca destra alla sinistra.

“Inoltre, l’Inter al termine del contratto di licenza d’uso – prosegue Latino – perderà il marchio. La società avrà tre alternative per evitarlo: può incorporare la Inter Brand, rinnovare l’accordo o riacquistare il marchio”. Secondo il documento contabile, l’operazione “ha consentito di ottenere da un primario istituto di credito un finanziamento a medio-lungo termine per 120 milioni”.

L’Inter rivela in seguito la banca, specificando che a garanzia del prestito è stato acceso il “pegno, a favore di Banca Antonveneta sul 100% delle quote sociali di Inter Brand”. C’è però da evidenziare che l’azionista di riferimento e presidente della società nerazzurra, Massimo Moratti, è anche consigliere esecutivo di Interbanca, banca d’affari di AbnAmro Antonveneta. Al riguardo potrebbe esserci un conflitto d’interesse per Moratti, che riveste il contemporaneo ruolo di banchiere e cliente.

La società di revisione Kpmg ha rilevato che “sull’Irap accantonata non è stata compresa l’imposta relativa alla plusvalenza di 158 milioni”. L’Inter, avvalendosi di un parere della Lega Calcio, ha ritenuto di non dover anche assoggettare all’Irap i 7,5 milioni di plusvalenze da cessione calciatori, nonostante una risoluzione contraria dell’Agenzia delle Entrate del 2001.

I debiti tributari, ammontati a 19,7 milioni, sono aumentati del 13,3%.Le plusvalenze sono state inserite nei ricavi, mentre nei costi sono state incluse le minusvalenze (848 mila euro), contravvenendo in via di principio al Codice Civile. I giocatori sono un bene: la loro vendita rientra nei proventi straordinari e non ordinari. Infine, l’Inter ha accantonato 111,8 milioni per l’ammortamento per svalutazione calciatori fatta con il “salvacalcio” al 30 giugno 2003: dovrà pagare l’ultima rata per lo stesso importo il 30 giugno prossimo.Stando al verbale di assemblea che ha approvato il bilancio al 30 giugno scorso, l’Inter è controllata da un patto di sindacato. In esso il socio di maggioranza al 95% è Internazionale Holding (che ha rilevato di recente il pacchetto da Inter Capital, che è stata fusa per incorporazione in Inter spa) controllata da Massimo Moratti: l’altro socio è la panamense Minmet Financing Company della famiglia Giulini. In Internazionale Holding è presente un mistero nerazzurro, riguardante la società lussemburghese Hellas Sport International che ne possiede l’1,74%: il suo rappresentante legale è Jean Hoffmann.

Secondo il Journal Officiel del Granducato l’azionista di maggioranza della Hellas Sport è la Ihf-International holding & financial company con sede a Tortola, nel paradiso fiscale delle Isole Vergini britanniche. Chi ci sia dietro quest’ultima società non è possibile saperlo, protetto dietro il muro di gomma della località caraibica.

L’operazione di cessione dei marchi nerazzurri ha anche un altro risvolto. Nel paragrafo “rapporti con parti correlate” si legge che “la società ha iscritto nei costi per servizi un importo pari a 200mila euro relativo ad una consulenza fornita da un componente del consiglio di amministrazione di Inter Brand”.

L’Inter non specifica su quale oggetto sia stata fornita la consulenza e il nominativo del membro del cda della sua controllata. Misure della Camera di commercio alla mano, nel consiglio di Inter Brand siedono il presidente Angelomario Moratti, figlio di Massimo e vicepresidente dell’Inter, Accursio Scorza, consigliere della società milanese, e Jantra Giulini, membro della omonima famiglia presente nel patto di sindacato: uno di questi tre è il beneficiario della consistente cifra di 200mila euro.

L’importo è pari al 6,70% della voce “consulenze esterne”, pari a complessivi 2,98 milioni. Tra i costi della produzione dell’Inter spa, si segnala un incremento del 20% delle spese per servizi (da 39,2 a 47 milioni). In esse, si segnala il boom di quelle amministrative, passate da 9,1 a 12 milioni. Nonostante i due esercizi in rosso in cui è stato in carica, risultano in rialzo anche i compensi per l’ex amministratore delegato e direttore generale Mauro Gambaro da 450mila a 650mila euro.

In lieve calo (-1,84%) risulta il costo complessivo del personale , passato dai 144,35 milioni del 2004/05 ai 141,69 dell’ultimo esercizio. Le spese per tesserati sono calate dai 135,59 a 131,59 milioni, mentre quelle per gli altri dipendenti sono in aumento da 8,96 milioni a 10,10 milioni. Scomponendo i compensi ai tesserati si nota un robusto aumento per gli allenatori (da 6,11 a 10,42 milioni), mentre per i giocatori è in calo (da 118,45 a 105,85). Questi ultimi si sono ripagati con i premi rendimento (da 9,11 a 14,01 milioni).

Uno dei punti di forza della società nerazzurra, i “risconti passivi” (anticipo di ricavi futuri) è risultato in calo da 103,17 milioni a 44,46 milioni per il “decremento delle anticipazioni ricevute da società di factoring a fronte di contratti relativi a diritti televisivi”.

L’Inter vi ha sopperito in parte con l’aumento del 15% dei ricavi del conto economico, grazie soprattutto alla crescita della voce “sponsorizzazione proventi vari e altri ricavi” (da 140,26 a 174,98 milioni). In quest’ultima sono presenti per la prima volta i “diritti di prelazione e prima negoziazione” per 21 milioni stipulati con Rti per la stagione televisiva 2009-2010. Essi consentono alla società del gruppo Mediaset di sedersi per prima al tavolo delle trattative, per un tempo congruo, per stipulare il nuovo contratto della trasmissione criptata sul digitale terrestre. Per lo stesso motivo Mediaset aveva versato 20 milioni alla Juventus nel giugno 2004.

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11 Commenti a “Inter, un 2006 da profondo rosso”

  1. TONY scrive:

    che dire!

    si rilevano fatti illeciti? l’Inter è sull’orlo del fallimento? oppure Moratti (che è a capo del gruppo Saras che ha fatturato nel 2005 5,2 miliardi di euro) è uno sprovveduto?

    adesso si partirà lancia in resta a dire che Moratti è disonesto, l’Inter ha rubato lo scudetto e che ha prodotto essa stessa le intercettazioni telefoniche per “incastrare la Juventus”

    attendiamo l’analisi dei bilanci di altre squadre per capire finalmente che il mondo del calcio si è autocostruito un sistema che in qualche modo garantisse la propria sopravvivenza.

    lo ha ripetuto il Prof.Uckmar (certo non riferendosi particolarmente ad Inter e Milan) che ad un certo punto si è deciso di ridurre i controlli per permettere a TUTTO IL SISTEMA di agire con maggior disinvoltura

    quindi la domanda è il falso in bilancio ha un significato nel mondo pallonaro?

    io credo che il fascicolo aperto da Borrelli, riguardante il doping amministrativo, rischia di non essere sufficientemente capiente per contenere tutte quelle vicende che sortirebbero se si facesse una analisi seria di dei fatti accaduti da 10 anni a questa parte.

    e dunque sarebbe difficile modulare pene (sportive) a circa il 90 percento delle società di A B e C

    cosa ne pensa Direttore?

    la ringrazio
    ———

    Caro Tony,
    lei ha centrato la questione. Il doping amministrativo, a giudicare dall’andamento delle inchieste aperte in mezza Italia, ha dilagato negli ultimi cinque anni coinvolgendo un numero crescente di società di ogni ordine e grado. Il problema, come ha annotato Uckmar nell’intervista a quotidiano.net, è che dal 1999, anno in cui la Covisoc è stata spogliata di ogni potere esecutivo, sono saltati tutti i controlli. le consgeuenze sono sotto gli occhi di tutti.
    Per sua fortuna, l’Inter non è sull’orlo del fallimento e la garanzia presente e futura si chiama Massimo Moratti, la cui generosissima passione consente al club di onorare ogni pendenza. In attesa di conoscere le conslusioni delle indagini di magistratura ordinaria e sportiva a carcio di ogni club interessato alla vicenda, credo che l’organizzaizone del pallone dovrebbe preoccuparsi meno della spartizione delle poltrone e più di restituire alla Covisoc tutti i mezzi e gli strumenti necessari per funzionare.

  2. alex scrive:

    che casino…alla faccia dell’onestà. E moratti dovrebbe dare lezioni di onestà….a chi? cominciasse da se stesso.

  3. Acilia 88 scrive:

    Speriamo davvero che sia fatta luce su quanto scritto qui ! e’ veramente una vergogna societa’ come fiorentina, lazio , roma rischiavano di sparire la fiorentina e’ stata lasciata morire per ben poco , la lazio ha avuto serissimi problemi , e la roma ha dovuto far mettere mano pesante al portafoglio per risanare i suoi debiti . Ora basta e’ arrivato il momento di far luce anche sui problemi dell’inter che mi sembra in questo “nuovo” ciclo sia l’intoccabile di turno .

  4. ale scrive:

    Caro Liguori
    a noi interisti cosa interessa se la Soc. è in rosso?
    Credo che l’importante è che esista e continui ad esistere e sopratutto VINCA !!!
    Quando ” vinceva ” ah ah vinceva la Juve si scriveva che MOGGI truccava i campionati per prendere i soldi da sponsor e federcalcio e qundi chiudere in grande attivo i bilanci ?
    Liguori ma va ma va
    con simpatia

  5. ale scrive:

    errata corrige
    Credo che l’importante sia ………..

  6. pumario scrive:

    Ecco caro dott. Liguori, lei centra il nodo di tutta la questione con questa frase: ” Per sua fortuna, l’Inter non è sull’orlo del fallimento e la garanzia presente e futura si chiama Massimo Moratti” quindi io le chiedo, di cosa ci dobbiamo preoccupare noi interisti?
    L’ unico che si deve preoccupare è il dott. Moratti, anzi si preoccuperà tutta la famiglia Moratti, visto che se le cose andranno male dovranno ripianare i debiti.
    Ora, se l’Inter ha un presidente che rischia del suo, perché offenderlo con ciance da bar, paragonandolo ai presidenti che non solo non hanno soldi ma, addirittura ci guadagnano muovendosi in un mondo che chiamare ambiguo è un eufemismo? Che colpe ha Moratti? Non sarà, spero il pensiero di nessuno che essere ricchi è una colpa, se poi la ricchezza viene usata in modo antitetico beh, potrei anche essere d’ accordo con chi vuole risanare ma, se il Moratti non valica la legalità, lasciamolo in pace, e lasciate in pace pure noi tifosi interisti, che da tutto questo abbiamo solo vantaggi (legali) diversi dai vantaggi che si procuravano i vari moggi, galliani, della valle e lo tito. Hola.

  7. tommaso scrive:

    x pumario

    sembri piu’ ingenuo dell’eta che hai detto di avere…ahahahah
    ma se fosse cosi’ facile come la dipingi tu, allora che cavolo di motivo ci sarebbe stato di vendere il marchio a se stessi?
    se era cosi’ vero quello che scrivi perche le plusvalenze sui giocatori se bastava mettere mano al portafoglio e ripianare?
    ti voglio solo ricordare che la roma di un signor sensi… grande imprenditore ha dovuto vendere ,per lo stesso motivo di cui sopra, metà del suo patrimonio per ripianare i debiti della scoieta’ roma…
    hai presente la roma adesso che squadra e’ e come opera sul mercato? beh, forse il calcio di cui parli tu e’ solo nei fumetti o nella fantasia di noi tifosi che ne capiamo molto poco..ma una cosa e’ sicura, nn vi vedo tanto bene …. che quando borrelli parlasse di un sistema ben oleato nn intendesse anche gli occhi chiusi su alcune cosuccie molto losche per l’iscrizione ai campionati?
    il futuro ci saprà dire…. ma almeno cerca di nn sbilanciarti troppo in cose che nn conosciamo ,e continuiamo a sfotterci per il calcio … perche è la materia in cui tu sei piu’ ferrato …
    con affetto

  8. Arix scrive:

    Caro Direttore, Caro Liguori,

    Con tutta franchezza e in tono non polemico vorrei dirvi che questi lunghi articoli pieni di dettagli tecnici, relativi allo stucchevole argomento dei bilanci dell’inter, rischiano di disinformare il lettore. Infatti per I non addetti ai lavori tali dati potrebbero risultare “strani” o perlomeno “abnormi”. In realta’ non bisogna dimenticare, che a differenza di Juve, Roma, etc. che sono “public company” quotate, l’Inter e’ una societa’ privata e che non deve rendere conto ad azionisti o risparmiatori. Per cui in buona sostanza I dati finanziari dell’inter non possono essere analaizzati in modo isolato, ma devono essere valutati insieme al patrimonio/attivita’ dell’azionista di riferimento (ovvero Moratti/Saras). Altrimenti, avrebbe senso secondo voi considerare il bilancio del Chelsea in modo isolato senza considerare il patrimonio personale di Abramovich?…o rimanendo in italia, avrebbe senso considerare I bilanci del Milan, senza considerare il patrimonio dell’azionista di riferimento (Berlusconi) ?….la risposta e’….ovviamente no. D’altro canto scusate, per quale motivo secondo voi l’Inter, che come tutte le societa’ di calcio non e’ in grado di produrre utili, puo’ in realta’ ottenere dal sistema bancario finanziamenti nell’ordine delle centinaia di milioni di euro?

    La risposta’ e’ gia’ stata data nelle considerazioni di cui sopra. E allora ricordiamo che l’Inter fa eventualmente riferimento alla Saras di Moratti, ovvero una societa’ con una capitalizzazione di borsa pari a circa 3.500 milioni di euro, con un fatturato di 5000 milioni di euro, e un cash flow di circa 500 milioni di euro.
    E vogliamo ancora perdere tempo con il discorso del marchio ?

    Cordiali saluti.

  9. Nat scrive:

    x arix

    scusa ma non ho capito per cui, cortesemente, ti chiedo di chiarirmi un punto.
    sulle famiglie/aziende patrimonialmente solide dietro alle società di calcio ci sono, a parte il fatto che la loro solidità patrimoniale sarebbe da verificare, ma prendiamo per buono che sia assodata.
    quello che non capisco è: se il moratti di turno ha giustamente grana a volontà e quindi può ripianare quando vuole perchè non ripiana e ricorre a giochetti contabili?
    inoltre, metti che a giugno l’inter presenti un passivo di 200 mln di euro o più, tutti sono tranquilli vista la solidità di moratti, ma se quest’ultimo ripiana i debiti per cui si è impegnato personalmente (se ce ne sono) e decide di lasciare la società al suo destino, magari vendendola per 1 euro (simbolico) risparmiandosi di sborsare un patrimonio?
    e ancora, perchè se c’è una regola che consente di iscriversi solo se si rientra in certi parametri patrimoniali (la società, non il contorno) questa non viene rispettata solo perchè tanto c’è moratti, o berlusconi, o chi per loro? cragnotti e tanzi non hanno insegnato abbastanza?

  10. sabrina29+2 scrive:

    Caro Direttore Jacobelli,
    sicuramente la quasi totalità delle squadre ha fatto uso del doping amministrativo, ma solo per l’inter ho sentito parlare di possibile “mancanza dei requisiti finanziari per l’iscrizione al campionato 04/05″.
    Ne consegue: 1) se è così ricco come dite, perchè avrebbe (se confermato) truccato tale bilancio, al punto da rischiare la non iscrizione, non era più facile mettere qualche soldo?
    2) le risulta o no, che proprio nel momento in cui Rossi era commissario straordinario, l’inter ha ricevuto un fortissimo sconto per i soldi (quelli veri) dovuti alla federazione?
    3) secondo Lei, perchè nè Pancalli nè Borrelli, si sono ancora premurati di togliere dalla loro carica gente come Palazzi e Sandulli che fanno parte dei precedenti organi federali (nominati da Carraro e C.) e quindi di quella “vecchia federazione” che abbiamo accertato essere corrotta? non mi dirà che con tutto quello che sta’ facendo e dicendo in questo periodo il Sig. Palazzi, non hanno ancora capito di che pasta è fatto…
    La prego di rispondermi. Grazie.

  11. fabio scrive:

    X maurizio
    il tuo concetto di tifare la squadra della tua città può essere anche valido, solo che la squadra della mia città dalla C1 si è ritrovata in promozione per problemi legati all’iscrizione al campionato.
    Come mai non è cosi’ per tutte le squadre ??? non so, prendiamo una squadra a caso: inter, non doveva essere iscritta al campionato di serie A……..e invece come d’incanto… è giusto?

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