Contenitore ok. Ora, il contenuto

4 Novembre 2007

Veltroni, leader del Partito democratico, ha nominato l’esecutivo composto da otto uomini e nove donne. L’elenco dei nomi non è malaccio. Eccoli: Goffredo Bettini, Andrea Causin, Vincenzo Cerami, Roberto Della Seta, Emanuela Giangrandi, Maria Grazia Guida, Maria Paola Merloni, Federica Mogherini, Alessia Mosca, Andrea Orlando, Annamaria Parente, Laura Pennacchi, Roberta Pinotti, Lapo Pistelli,
Ermete Realacci, Giorgio Tonini, Rosa Villecco Calipari.

Non c’è che dire, i nomi ci sono e le persone appaiono più che degne. Però, vorremmo sapare: se il contenitore è buono (almeno sulla carta) qual è il contenuto? C’è qualcuno che finalmente ce lo vuole spiegare? (a parte qualche tentativo, peraltro assai timido, di D’Alema?).

Parole sante, Arturo

3 Novembre 2007

«Il Partito democratico che vogliamo non ha una linea il lunedì e un’altra il martedì, non è un giorno per la legalità e un altro per la solidarietà. È per questo motivo che non riesco ad arrendermi alla idea che il Pd, abbandonando l’ispirazione ulivista, si trasformi nella destra della sinistra, riservando a sé la rappresentanza della
legalità, e lasciando alla sinistra quella della solidarietà».

Come non sottoscrivere queste parole dette non da un “pericoloso komunista”, ma dal buon Arturo Parisi?

Non tutto è tranquillo

1 Novembre 2007

Un lettore mi rimprovera: vedi un Pd troppo sulla cresta dell’onda. No, caro mio, non è vero. Vedo una formidabile potenza mediatica, il che è ben diverso. Ma che nel Pd vi siano problemi non me lo nascondo. E per dimostrare quanto dico, ecco un intervento di Bersani sul Foglio che la dice lunga:

«Io non ho affatto nostalgia per il partito pesante, non ho nostalgia per il notabilato. Tuttavia vedo il rischio che ’senza tessere’ significhi che ci siano solo le prime dieci tessere. Io ho in testa un partito nuovo e, attenzione ‘partito’ e ‘nuovo’ sono due parole e io le voglio entrambe. Quello che ho in testa io è una sorta di sala macchine e un cervello della partecipazione».

Poi, leggetevi l’ottimo resoconto della videochat di D’Alema con l’Unità. E vedrete che non tutto è oro quel che luccica. Ma sul successo mediatico di Veltroni, Bettini e c. non vi sono dubbi. Tanto che anche il Cavaliere se ne preoccupa…

Ha ragione D’Alema. Ma forse…

31 Ottobre 2007

«Il governo ha operato bene in questo anno e mezzo: abbiamo raggiunto risultati positivi e importanti», ma il problema è che il lavoro dell’esecutivo è stato «oscurato dalla perenne litigiosità» della coalizione che rappresenta. Così Massimo D’Alema. Sul fatto che questo governo abbia “operato bene” abbiamo qualche dubbio (anche se siamo dell’avviso che la Farnesina si sia mossa col passo giusto). Però, troviamo legittimo che D’Alema (un tipino sveglio, diciamo) rivendichi qualcosa, difenda la “ditta”. Ma proprio per questo chiediamo al vicepremier: non sarebbe stato allora più giusto e soprattutto più decente che Prodi richiamasse all’ordine Di Pietro e Mastella? Possibile che il professore debba fare sempre opera di mediazione estenuante scontentando tutto o quasi il Paese? Perché non inchioda i suoi alleati alle loro responsabilità?

Senza iscritti. E che vuol dire?

29 Ottobre 2007

Si parla tanto di un Pd senza iscritti. “Leggero” e “americano”. Francamente, siamo dubbiosi. Perché una cosa è la partecipazione (come ben sottolineato da Veltroni), altra la militanza. Insomma, per partecipare non c’è bisogno di iscriversi. Una volta si chiamavano “simpatizzanti”. Ci sono sempre stati, sempre ci saranno. Ma, suvvia, un partito senza iscritti è una follia, è un non-sense. Politica si fa sul territorio. Con gente che ci crede, che vuole usare la politica come MEZZO e non come fine. La crisi degli ultimi anni è data proprio dal distacco progressivo dalla quotidianità per un’indistinta marmellata mediatica. E poi, basta con questo voler fare gli americani. Siamo italiani ed europei. Un po’ d’orgoglio per la nostra vera cultura non sarebbe male.