Eccoli. Speriamo bene…
Come si diceva, il dado è tratto. Vero. Non è una frase molto originale, ma altre non me ne vengono in mente. Il fatto però che Boselli, Angius e Spini (tre storie diverse, tre personalità con sensibilità particolari: basti pensare che, senza il primo, in Italia non sarebbe rimasto in piedi uno straccio di partito socialista dopo il crollo causato da Mani Pulite) si mettano d’accordo fa ben sperare in vista di una sinistra davvero riformista, non vocata alla pura e semplice opposizione, vogliosa di governare l’esistente e di cambiarlo, non prona ai dettami d’Oltretevere. Certo, il cammino per la Costituente socialista è ancora lungo e saremo giudici inesorabili. Ma il bello della politica è questo: affrontare le sfide del presente. Magari con una postilla: non SEGUIRE la mitica ’società civile’, ma ANTICIPARLA. Ricordiamoci sempre che massima virtù del politico è saper PREVEDERE. E riaffermare il primato della politica. Al di là dei qualunquistici urli di altri, interessati…, poteri
3 Settembre 2007 alle 22:05
Buonasera,
Mi chiedo spesso : se tutta questa “gente” che ha la Nazione Italiana cosi’ a cuore prendesse 4.000.- euro lordi al mese per 5 anni per 14 mensilità e
terminato il suo compito tornasse alla priopria attività in attesa della pensione come i “comuni mortali” …………quanti continuerebbero a preoccuparsi della Nazione Italiana e dei suoi cittadini ????????
Grazie
3 Settembre 2007 alle 22:30
D’accordo con Ghidetti. Il progetto merita rispetto ma è arduo perchè deve combattere con il fuoco massmediale del costruendo Pd e con l’aria di regime post-democristiana che tira alla grande.
5 Settembre 2007 alle 06:44
2.15 - 19.001.684 PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
Ieri sera alla trasmissione televisiva L’Infedele ho assistito ad un fatto che mi ha dato da pensare: la ricerca di un generico partito democratico da parte di notabili esponenti di partiti facenti parte della maggioranza uscita dalle ultime elezioni, segnale di disagio che non chiude la trasmigrazione attraverso varie metamorfosi ideologiche che hanno dato luogo a multiformi fazioni per approdare nella così autodefinitasi Unione.
La storia c’insegna che non sono i comuni sentimenti di cittadini che possono decidere la personalizzazione dei loro ideali, ma, piuttosto, una forte personalità che riesce a dare corpo e valenza a certe aspettative e raccogliere attorno a se il consenso per creare un movimento di opinione pubblica.
I movimenti filosofici, politici, religiosi, ecc. vengono riconosciuti attraverso il nome di colui che è riuscito a creare o a dare corpo ad una scuola di pensiero; per esempio: Confucio, Mosè, Cristo, Maometto, ecc. per movimenti religiosi; Aristotele, Platone, Abelardo, Descartes, Croce, ecc. per i movimenti filosofici; Marx, Lenin, Stalin, Hitler, Mussolini, ecc. per movimenti politici dittatoriali; Brandt, Adenauer, Churchill, la Teacher, De Gasperi, Gramsci, Togliatti, Nenni, Saragat, Craxi, ecc. per movimenti politici più o meno democratici.
Quando un movimento adotta nomi di fantasia quali: fiori, piante od altre genericità significa che non ha un rappresentante in carne ed ossa che dia testimonianza; è un simbolo che racchiude una massa di persone che si riconoscono un certo ideale ma che non riconoscono il primato di un personaggio politico da presentare alla società come punto di riferimento e di aggregazione; è per questo che in caso di necessità ricorrono a qualche nome ritenuto di prestigio al di fuori del loro gruppo sul quale convergere le loro aspettative con la presunzione di poterlo condizionare; viene nominato una specie di Duca d’Atene con tutti i crismi dell’autorità ed inneggiato come salvatore della patria:
“A lui si rivolsero i magnati, con la speranza di vedere finalmente abrogati gli Ordinamenti di giustizia. A lui si rivolsero anche i popolani grassi, col desiderio di una politica favorevole ai loro affari. A lui si rivolse anche il popolo minuto, con l’intenzione di farsene un protettore.
L’8 settembre 1342, accettò le condizioni fattegli secondo le quali per un anno egli sarebbe stato conservatore del popolo e capitano della guardia. Durante la cerimonia, certi scardassieri e popolazzo minuto e certi masnadieri di certi grandi uomini, cominciarono a gridare dicendo: sia la signoria del duca a vita, sia il duca nostro signore!
Presolo con impeto, lo portarono verso il Palazzo dei Priori, dove fecero aprire la porta chiusa, minacciandola di abbatterla con le scuri. E misolo in palazzo e in Signoria al posto dei Priori, che, momentaneamente, vennero trasferiti vilmente nella camera dell’arme.
E la sera grandi luminarie e falò. Due giorni dopo, il duca veniva confermato Signore a vita.
Levò l’arme a tutti i cittadini, dettò leggi, impose gravezze…in dieci mesi e diciotto dì ch’egli governò signore, attesta il Villani, gli vennero alle mani, di gabella e d’estimo, di prestanze e di condannazioni e d’altre entrate presso che quattrocentomila fiorini d’oro, solo di Firenze”
(Bargellini: la splendida storia di Firenze)
Limitiamoci a questo nella similitudine, ma la sua condotta fu tale che i cittadini che lo avevano acclamato Signore qualche mese prima gli si rivoltarono contro e lo cacciarono da Palazzo Vecchio. La storia, a quanto pare, si ripete!
Ormai il gioco è fatto ed i rimedi sono peggiore del male; cercano ora di dare unità tentando di unire tutti i movimenti che hanno partecipato alla sua elezione in un unico partito democratico come potere coagulante e condizionante; ma la somma di tanti ideali non fa un ideale più grande, ma la torre di Babele.
Non è stato capito che per prima cosa deve esser fatto un cartello con le proposte, più che ideali, di politica concreta sulla realtà del momento e, su questo, chiamare a raccolta le forze che vi si riconoscono; non solo, ma questo cartello va consegnato ad un uomo che lo faccia suo e lo incarni: non si è capito che se non si ha un’immagine concreta di questo ideale davanti agli occhi è difficile concentrarsi: non per niente le chiese sono piene di simulacri.
Firenze; 17-12-2006 Sermann
13 Settembre 2007 alle 07:41
Mi riferisco al Documento di Boselli -Angius -Spini.Che sia la volta buona? La politica italiana da quando e’ sparito il Pentapartito DC-PSI-PSDI-PRI-PLI e’ sbilanciata .Il bipolarismo attuale comincia ad allarmare l’opinione pubblica.Berlusconi, l’abbiamo capito, sa far emergere gli istinti peggiori dei moderati.Le sue campagne anticomuniste sono asfissianti ma anche paralizzanti. Nel Centro sinistra non si e’ riusciti a pensare niente di meglio che un mini compromesso storico fra una Margherita sempre piu’ asservita alle gerarchie cattoliche e un dimagrito Pds.Nel centrodestra la politica “neoidentitaria” delle gerarchie cattoliche produce maldipancia dei Laici - ma anche dei Socialisti- che finora avevano votato CDL. Nel Centro sinistra sconcerta la pretesa della Margherita di far uscire i DS dal Socialismo europeo.Dopo 70 anni di milizia nel campo comunista l’approdo sospirato nel PSE e nell’INTERNAZIONALE SOCIALISTA eveva tranquillizzato l’elettorato moderato dei ds:molto piu’ rassicurante il quadro socialdemocratico rispetto all’ingombrante appartenenza al campo comunista. Ma tutto cio’ e’ durato pochi anni.Rutelli ha preteso e ottenuto la fuoriuscita ds dal PSE . Cio’ ha provocato la scissione D Angius Spini Mussi.Ma questo fatto ha aperto una prateria di fronte alle truppe sparpagliate del Socialismo italiano.Intanto Si e’ formata un’aggregazione nella Costituente Socialista che vede protagonisti gli storici Boselli, Intini,Schietroma, De michelis, Del Bue, Bobo Craxi,Formica, le neww entry liberalsocialiste Turci eCariglia. Eppoi la vera novita’: il patto di Boselli con Angius e Spini. Ora si comincia ad intravedere qualcosa che forse potra’ cavalcare nelle formidabili praterie lasciate sguarnite dal Partito Democratico. E ignorate dalla Sinistra Massimalista.