Commenti a: La riforma che nessuno vuole http://www.blogquotidiani.net/caligiuri/?p=72 di Mario Caligiuri Fri, 10 May 2013 20:56:24 +0000 http://wordpress.org/?v=2.0.4 di Silvano http://www.blogquotidiani.net/caligiuri/?p=72#comment-208 Sat, 23 Jun 2007 17:30:06 +0000 http://www.blogquotidiani.net/caligiuri/?p=72#comment-208 Certe riforme, la storia insegna, prima o poi avvengono. Ogni corda ha il suo punto di rottura. La sola filosofia delle belle parole ormai è diventata incredibile ai più. Quanto ai sindacati: Molti privilegi a loro e poco ai lavoratori. Credono ancora che più i lavoratori stanno male più i sindacati e la sinistra prosperano in quanto si propongono (solo a parole) a tutela degli ultimi. La cecità "mentale" porta ad improvvise cadute. Certe riforme, la storia insegna, prima o poi avvengono.
Ogni corda ha il suo punto di rottura.
La sola filosofia delle belle parole ormai è diventata incredibile ai più.
Quanto ai sindacati: Molti privilegi a loro e poco ai lavoratori.
Credono ancora che più i lavoratori stanno male più i sindacati e la sinistra prosperano in quanto si propongono (solo a parole) a tutela degli ultimi.
La cecità “mentale” porta ad improvvise cadute.

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di Filippo Guastini http://www.blogquotidiani.net/caligiuri/?p=72#comment-206 Thu, 21 Jun 2007 18:30:45 +0000 http://www.blogquotidiani.net/caligiuri/?p=72#comment-206 Nessuno “di loro”, aggiungo io, con la "complicità" di tanti di noi, vuole riformare nulla. “Se vuoi domare un matto mettilo a mangiare al suo sacco” recita un antico proverbio. In questo caso “la casta” (politici, sindacalisti e “cortigiani” vari compresi) è riuscita (e sta, ahinoi, sempre più perfezionando modo e metodo…) a “battere in testa” come un vecchio motore facendo, però, respirare a noi l’insana risulta. I “conducenti”, assolutamente “deresponsabilizzati a norma di Legge”, quasi sempre facoltosi grazie ai lauti stipendi da NOI pagati, non hanno sicuramente problemi economici per “fare e rifare il pieno” (pratica alla quale sembra proprio che non perdano mai l’abitudine….). Lavoriamo per lo Stato 8 mesi su 12 e, se continua così, ne lavoreremo sempre di più. Per loro, invece, è esattamente il contrario. E sarà sempre meglio (sempre per loro ovviamente…). È vero, Mario, quanto tu sostieni con la tua consueta ed efficace sintesi ma, purtroppo, nulla si muove e, per giunta chi, come me, quotidianamente, subisce l’incapacità e disonestà intellettuale (e talvolta oggettiva come dimostrano le cronache del dopo “tangentopoli” e di questi giorni) vede preclusa la possibilità di contribuire a porre rimedio a questa situazione. Sia chiaro. Non mi sto candidando proprio a nulla e sto troppo bene a fare il rompiscatole e a dire ciò che penso ma di una cosa sono certo: uno dei tanti giovani che sono costretti a emigrare all’estero per vedere riconosciuti i loro meriti in funzione meritocratica e non nepotistica o clientelare, sicuramente, non esiterebbe ad almeno copiare altri modelli amministrativi come quelli a cui tu ti riferisci per, almeno, non far ulteriormente peggiorare le cose. Questi giovani vedono sistematicamente preclusa la loro possibilità di agire e interagire nelle sedi istituzionali perché la “corazzata Potionky” del sistema partitocratrico, indipendentemente dal “colore”, impedisce a chi non è “normalizzato” l’accesso a qualsiasi “stanza dei bottoni”. Chi non soggiace agli “ordini di scuderia” anziché, come sarebbe normale, agli obblighi elettivi viene emarginato (quando non gli capita di peggio…..). Anche il poter scrivere liberamente in questo blog ha un “sapore amaro”. È sì un’espressione di democrazia e libertà della quale sono profondamente grato al giornale, a te Mario e soprattutto ai padri di queste libertà che mai e poi mai avrebbero pensato di veder così calpestate le loro lotte e le loro sofferenze! Questo mio sfogo, caro Mario e cari lettori, è anche dettato dal fatto che ho una figlia che proprio in questi giorni sta sostenendo l’esame di maturità e che si vedrà costretta, per lavorare, a subire l’umiliazione d’elemosinare un diritto costituzionalmente sancito, o a emigrare magari verso dittature esplicite (vedi Cina) dove, almeno, quando t’arriva una bastonata, girandoti, vedi UN volto e non diverse migliaia di volti indifferenti associati ad “un rotear di dito”. Guastini Filippo f.guastini@tin.it Nessuno “di loro”, aggiungo io, con la “complicità” di tanti di noi,
vuole riformare nulla.
“Se vuoi domare un matto mettilo a mangiare al suo sacco” recita un antico proverbio.
In questo caso “la casta” (politici, sindacalisti e “cortigiani” vari compresi) è riuscita (e sta, ahinoi, sempre più perfezionando modo e metodo…) a “battere in testa” come un vecchio motore facendo, però, respirare a noi l’insana risulta.
I “conducenti”, assolutamente “deresponsabilizzati a norma di Legge”,
quasi sempre facoltosi grazie ai lauti stipendi da NOI pagati, non hanno sicuramente problemi economici per “fare e rifare il pieno” (pratica alla quale sembra proprio che non perdano mai l’abitudine….).
Lavoriamo per lo Stato 8 mesi su 12 e, se continua così, ne lavoreremo sempre di più. Per loro, invece, è esattamente il contrario. E sarà sempre meglio (sempre per loro ovviamente…). È vero, Mario, quanto tu sostieni con la tua consueta ed efficace sintesi ma, purtroppo, nulla si muove e, per giunta chi, come me, quotidianamente, subisce l’incapacità e disonestà intellettuale (e talvolta oggettiva come dimostrano le cronache del dopo “tangentopoli” e di questi giorni) vede preclusa la possibilità di contribuire a porre rimedio a questa situazione.
Sia chiaro. Non mi sto candidando proprio a nulla e sto troppo bene a fare il rompiscatole e a dire ciò che penso ma di una cosa sono certo: uno dei tanti giovani che sono costretti a emigrare all’estero per vedere riconosciuti i loro meriti in funzione meritocratica e non nepotistica o clientelare, sicuramente, non esiterebbe ad almeno copiare altri modelli amministrativi come quelli a cui tu ti riferisci per, almeno, non far ulteriormente peggiorare le cose.
Questi giovani vedono sistematicamente preclusa la loro possibilità di agire e interagire nelle sedi istituzionali perché la “corazzata Potionky” del sistema partitocratrico, indipendentemente dal “colore”, impedisce a chi non è “normalizzato” l’accesso a qualsiasi
“stanza dei bottoni”.
Chi non soggiace agli “ordini di scuderia” anziché, come sarebbe normale, agli obblighi elettivi viene emarginato (quando non gli capita di peggio…..).
Anche il poter scrivere liberamente in questo blog ha un “sapore amaro”. È sì un’espressione di democrazia e libertà della quale sono profondamente grato al giornale, a te Mario e soprattutto ai padri di queste libertà che mai e poi mai avrebbero pensato di veder così calpestate le loro lotte e le loro sofferenze!
Questo mio sfogo, caro Mario e cari lettori, è anche dettato dal fatto che ho una figlia che proprio in questi giorni sta sostenendo l’esame di maturità e che si vedrà costretta, per lavorare, a subire l’umiliazione d’elemosinare un diritto costituzionalmente sancito, o a emigrare magari verso dittature esplicite (vedi Cina) dove, almeno, quando t’arriva una bastonata, girandoti, vedi UN volto e non diverse migliaia di volti indifferenti associati ad “un rotear di dito”.
Guastini Filippo
f.guastini@tin.it

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di Alessandro Fini http://www.blogquotidiani.net/caligiuri/?p=72#comment-205 Wed, 20 Jun 2007 13:53:13 +0000 http://www.blogquotidiani.net/caligiuri/?p=72#comment-205 Buongiorno, Prof. Caligiuri, le ho già scritto un commento su di un altro articolo qualche tempo fa. Grazie della risposta. Volevo aggiungere alcune mie considerazioni: 1) Sono un dipendente bancario, un quadro intermedio: anche nella mia azienda ci sono sprechi, ci sono privilegi e cose simili al pubblico impiego; ma esiste una grande differenza e cioè da una parte i dipendenti sono molto più controllati, devono portare risultati altrimenti niente premi, hanno anche un diverso senso di appartenenza all'Azienda. I Clienti, se non sono soddisfatti del servizio, possono tranquillamente andare in altro Istituto (noi invece non possiamo cambiare la P.A. con altra P.A.....) 2) Lavoro nel centro della mia Città ed intorno ho numerosi uffici statali, regionali, provinciali e comunali: le posso assicurare che la maggior parte dei dipendenti di detti uffici sono sempre a zonzo, i loro pranzi durano ore, come le colazioni; addirittura adesso che le scuole sono terminate molti si portano i figli in ufficio..... Da anni sento sempre parlare di "sistema incentivante" per i dipendenti pubblici ma come al solito non viene mai fatto niente (anche se per me basterebbe attuare la formula "se lavori resti al tuo posto, se non lavori te ne vai" come incentivo). Purtroppo i Sindacati tutelano maggiormente questa categoria e lasciano andare a fondo le altre: andate a vedere la busta paga di un metalmeccanico! Insomma è vero che nessuno vuole la riforma, anche perchè la riforma coinvolgerebbe oltre 3 milioni di persone e si sa che tre milioni di voti..... fanno la differenza! Cordiali saluti e continui così. Buongiorno, Prof. Caligiuri,
le ho già scritto un commento su di un altro articolo qualche tempo fa. Grazie della risposta.
Volevo aggiungere alcune mie considerazioni:
1) Sono un dipendente bancario, un quadro intermedio: anche nella mia azienda ci sono sprechi, ci sono privilegi e cose simili al pubblico impiego; ma esiste una grande differenza e cioè da una parte i dipendenti sono molto più controllati, devono portare risultati altrimenti niente premi, hanno anche un diverso senso di appartenenza all’Azienda. I Clienti, se non sono soddisfatti del servizio, possono tranquillamente andare in altro Istituto (noi invece non possiamo cambiare la P.A. con altra P.A…..)
2) Lavoro nel centro della mia Città ed intorno ho numerosi uffici statali, regionali, provinciali e comunali: le posso assicurare che la maggior parte dei dipendenti di detti uffici sono sempre a zonzo, i loro pranzi durano ore, come le colazioni; addirittura adesso che le scuole sono terminate molti si portano i figli in ufficio….. Da anni sento sempre parlare di “sistema incentivante” per i dipendenti pubblici ma come al solito non viene mai fatto niente (anche se per me basterebbe attuare la formula “se lavori resti al tuo posto, se non lavori te ne vai” come incentivo).
Purtroppo i Sindacati tutelano maggiormente questa categoria e lasciano andare a fondo le altre: andate a vedere la busta paga di un metalmeccanico!
Insomma è vero che nessuno vuole la riforma, anche perchè la riforma coinvolgerebbe oltre 3 milioni di persone e si sa che tre milioni di voti….. fanno la differenza!
Cordiali saluti e continui così.

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