Commenti a: Polemica sul velo: perché la Gran Bretagna non può essere il nostro modello http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24 di Lorenzo Bianchi Fri, 10 May 2013 21:19:11 +0000 http://wordpress.org/?v=2.0.4 di Massimo http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-88 Sun, 19 Nov 2006 07:00:07 +0000 http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-88 Buongiorno Lorenzo, come specificato da Lei, per la legge italiana, bisogna risultare riconoscibili, quindi, di base, nulla che copra il viso è utilizzabile. Mi permetta di contestare l'ultima parte del Suo discorso dove afferma che la legge britannica ha portato la morte di 52 persone, notizie assolutamente vere, ma il dover modificare una legge italiana ad hoc per la paura di essere colpiti da attenti terroristici, ci porta a sottostare alle leggi della paura che il terrorismo islamico moderno ci impone. L'Italia ha delle leggi a cui tutti dobbiamo sottostare, immigrati inclusi. Si parla di modificare i loro usi e costumi? Anche io ho dovuto modificare i miei usi e costumi e nel mio paese per giunta. Negli asili e nelle scuole non ci sono più crocefissi, i canti natalizi sono visti come una offesa nei confronti di coloro che non sono cristiani, oltre una certa ora non posso più recarmi tranquillamente in centro o alla stazione dei bus, molti quartieri sono diventati off limits per la presenza di cittadini extracomunitari che, guarda caso, da quando sono arrivati, hanno trasformato questi posti in porcilaie, facendo nascere nuovi "Bronx" di quartiere. Buongiorno Lorenzo,
come specificato da Lei, per la legge italiana, bisogna risultare riconoscibili, quindi, di base, nulla che copra il viso è utilizzabile. Mi permetta di contestare l’ultima parte del Suo discorso dove afferma che la legge britannica ha portato la morte di 52 persone, notizie assolutamente vere, ma il dover modificare una legge italiana ad hoc per la paura di essere colpiti da attenti terroristici, ci porta a sottostare alle leggi della paura che il terrorismo islamico moderno ci impone. L’Italia ha delle leggi a cui tutti dobbiamo sottostare, immigrati inclusi. Si parla di modificare i loro usi e costumi? Anche io ho dovuto modificare i miei usi e costumi e nel mio paese per giunta. Negli asili e nelle scuole non ci sono più crocefissi, i canti natalizi sono visti come una offesa nei confronti di coloro che non sono cristiani, oltre una certa ora non posso più recarmi tranquillamente in centro o alla stazione dei bus, molti quartieri sono diventati off limits per la presenza di cittadini extracomunitari che, guarda caso, da quando sono arrivati, hanno trasformato questi posti in porcilaie, facendo nascere nuovi “Bronx” di quartiere.

]]>
di stefania http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-71 Mon, 30 Oct 2006 07:25:48 +0000 http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-71 Carissimo Lorenzo, nel completo rispetto delle tue opinioni e sublime conoscenza politica e cultura medio-orientale, mi permetto di dissentire con il tuo ultimo paragrafo, quando dichiari che il modello da rifiutare e' quello britannico. L'omissus che vorrei portare alla tua attenzione riguarda la difficolta' di applicare il modello britannico nel contesto socio-politico e culturale italiano, ma non lo rifiuterei nel suo complesso. Vivo da 12 anni nel Regno Unito,un paese dai molti colori ed identita' con una cultura pragmatica e commerciale ed un'etica protestante che la supporta. Un paese che si interroga certamente e vive le sue contraddizioni con sporadici casi di intolleranza razziale nei grandi centri urbani, ma quando si considera che la popolazione etnica britannica si aggira sul 10%-circa 6 milioni, molti dei quali provenienti dalle ex-colonie-mi sembra esagerato continuare a sottolineare le differenze ed ignorare l'enorme contributo economico di tali minoranze.Le donne che scelgono di coprire il volto con il velo lo fanno per scelta e non per sottomissione e ci chiedono rispetto per le loro scelte e dignita'. Questo puo' o meno turbare il nostro accentuato senso estetico ma credo che il problema sia piu' nostro che loro, nella nostra difficolta' di assimilare l'alterita' che incontriamo sul nostro quotidiano. Detto questo, non approvo, ma solo per motivi pratici l'utilizzo del velo durante le lezioni scolastiche-motivo della discordia qui in Gran Bretagna-ma non vedo il motivo di tanta ira nei confronti di chi per scelta decide di aderire a delle pratiche religiose/consuetudini diverse dalle nostre. E poi-ti invito a riflettere-, mi chiedo se le nostre svestite teenagers o modelle stecchino abbiano modelli femminili piu' validi ed emancipati delle donne musulmane , se le nostre siano veramente piu' libere per cosi' dire. Ci sono donne nel profondo sud dell'Italia che si coprono il capo con il fazzoletto nero e infatti continuamo a vestire il colore nero, perche' non aprire un dibattito sui residui della cultura araba in Italia? Vi invito a riflettere ed a ciascuno di noi a non cadere vittime dell' isteria dei mass-media che molto spesso si cura dell'audience piu' della necessita' di capire ed armonizzare. C'e' veramente spazio per tutti se solo riusciamo a capire che c'e' necessita' urgente di disarmare il cuore e la mente dalle trappole dell'ignoranza. Viva il Regno Unito con i suoi profumi, colori, humour e liberta'.Grazie dell'ascolto e dello spazio concessomi. Carissimo Lorenzo,
nel completo rispetto delle tue opinioni e sublime conoscenza politica e cultura medio-orientale, mi permetto di dissentire con il tuo ultimo paragrafo, quando dichiari che il modello da rifiutare e’ quello britannico. L’omissus che vorrei portare alla tua attenzione riguarda la difficolta’ di applicare il modello britannico nel contesto socio-politico e culturale italiano, ma non lo rifiuterei nel suo complesso. Vivo da 12 anni nel Regno Unito,un paese dai molti colori ed identita’ con una cultura pragmatica e commerciale ed un’etica protestante che la supporta. Un paese che si interroga certamente e vive le sue contraddizioni con sporadici casi di intolleranza razziale nei grandi centri urbani, ma quando si considera che la popolazione etnica britannica si aggira sul 10%-circa 6 milioni, molti dei quali provenienti dalle ex-colonie-mi sembra esagerato continuare a sottolineare le differenze ed ignorare l’enorme contributo economico di tali minoranze.Le donne che scelgono di coprire il volto con il velo lo fanno per scelta e non per sottomissione e ci chiedono rispetto per le loro scelte e dignita’. Questo puo’ o meno turbare il nostro accentuato senso estetico ma credo che il problema sia piu’ nostro che loro, nella nostra difficolta’ di assimilare l’alterita’ che incontriamo sul nostro quotidiano. Detto questo, non approvo, ma solo per motivi pratici l’utilizzo del velo durante le lezioni scolastiche-motivo della discordia qui in Gran Bretagna-ma non vedo il motivo di tanta ira nei confronti di chi per scelta decide di aderire a delle pratiche religiose/consuetudini diverse dalle nostre. E poi-ti invito a riflettere-, mi chiedo se le nostre svestite teenagers o modelle stecchino abbiano modelli femminili piu’ validi ed emancipati delle donne musulmane , se le nostre siano veramente piu’ libere per cosi’ dire. Ci sono donne nel profondo sud dell’Italia che si coprono il capo con il fazzoletto nero e infatti continuamo a vestire il colore nero, perche’ non aprire un dibattito sui residui della cultura araba in Italia? Vi invito a riflettere ed a ciascuno di noi a non cadere vittime dell’ isteria dei mass-media che molto spesso si cura dell’audience piu’ della necessita’ di capire ed armonizzare. C’e’ veramente spazio per tutti se solo riusciamo a capire che c’e’ necessita’ urgente di disarmare il cuore e la mente dalle trappole dell’ignoranza. Viva il Regno Unito con i suoi profumi, colori, humour e liberta’.Grazie dell’ascolto e dello spazio concessomi.

]]>
di Mirko http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-69 Sun, 29 Oct 2006 10:15:35 +0000 http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-69 Caro Lorenzo, il tuo articolo mi trova pienamente daccordo. Il velo è legale e potrebbe essere mille cose: da simbolo religioso, a modello di identificazione, a sottomissione, a rivolta contro i genitori. Ma la questione non può limitarsi solo al velo. Il Presidente del Consiglio e la stampa italiana hanno posto l'attenzione sul problema più irrilevante: il velo. Ma perchè non si parla di lapidazione, infibulazione, stupro d'onore, poligamia, inferiorità giuridica della donna. La donna sottomessa non ha bisogno di avere garantito un velo, ma un'esistenza. Grazie, Mirko Caro Lorenzo,
il tuo articolo mi trova pienamente daccordo. Il velo è legale e potrebbe essere mille cose: da simbolo religioso, a modello di identificazione, a sottomissione, a rivolta contro i genitori. Ma la questione non può limitarsi solo al velo. Il Presidente del Consiglio e la stampa italiana hanno posto l’attenzione sul problema più irrilevante: il velo. Ma perchè non si parla di lapidazione, infibulazione, stupro d’onore, poligamia, inferiorità giuridica della donna. La donna sottomessa non ha bisogno di avere garantito un velo, ma un’esistenza.
Grazie, Mirko

]]>
di Antonio Buonanno http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-67 Sat, 28 Oct 2006 20:45:12 +0000 http://www.blogquotidiani.net/bianchi/?p=24#comment-67 Ciao, mi chiamo Antonio. E vivo da poco piu di un anno a Londra. E devo proprio dire questo, spero che il mio paese non diventi cosi. In questa citta c'e un odio fra le diverse culture, che e sempre piu vicino a esplodere. Riguardo al velo, i musulmani devono imparare a rispettare le altre culture e altre leggi (cosa che non sanno fare molto bene). Le nostre donne quando vanno in alcuni paesi del medioriente il velo lo devono portare per volere dei costumi locali. Non vedo perche loro non devono rispettare i nostri. (Ho lavorato per un anno con dei Turchi , e so come sono). Saluti a presto. Ciao, mi chiamo Antonio.
E vivo da poco piu di un anno a Londra.
E devo proprio dire questo, spero che il mio paese non diventi cosi.
In questa citta c’e un odio fra le diverse culture, che e sempre piu vicino a esplodere.
Riguardo al velo, i musulmani devono imparare a rispettare le altre culture
e altre leggi (cosa che non sanno fare molto bene).
Le nostre donne quando vanno in alcuni paesi del medioriente il velo lo devono portare per volere dei costumi locali.
Non vedo perche loro non devono rispettare i nostri.
(Ho lavorato per un anno con dei Turchi , e so come sono).
Saluti a presto.

]]>